Tesi etd-02192015-154027 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GNERRE, LUIGI
URN
etd-02192015-154027
Titolo
Sperimentazione degli RFID nel campo del vivaismo viticolo come strumento per la tracciabilità e la certificazione
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
relatore Lorenzini, Giacomo
Parole chiave
- RFID
Data inizio appello
09/03/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
ABSTRACT
In tempi recenti, la necessità di conoscere approfonditamente le origini e le proprietà degli alimenti o delle piante si sta facendo più pressante in conseguenza alle richieste, da parte dei consumatori, di prodotti in grado di offrire elevate garanzie di qualità e sicurezza. Attualmente, la tracciabilità delle piante può essere supportata da soluzioni che si rifanno all’Information Technology (IT) e che possono rientrane nell’ambito delle buone pratiche in agricoltura. La rivoluzione dell’IT, esemplificata da Internet, ha reso l’identificazione degli oggetti di semplice esecuzione, facendo si che essi siano rintracciabili nel labirinto delle filiere agroalimentari, anche grazie all’impiego di etichette elettroniche (microchip o tag). Tra esse, le soluzioni basate sulle radiofrequenze (Radio Frequency IDentification, RFID) possono rappresentare uno strumento affidabile per il riconoscimento delle piante protette da diritti o soggette a specifiche regolamentazioni, in quanto questo tipo di tag non può essere contraffatto ed è inseribile anche all’interno di tessuti organici.
Nel presente lavoro sono stati valutati metodi per l’identificazione elettronica (tagging) del materiale di propagazione viticolo, basati sull’introduzione di microchip nella pianta, con l’obiettivo di non inficiarne le performance produttive e qualitative. In riferimento alla potenza del segnale RFID, sono state impiegate strumentazioni a frequenza bassa (Low Frequency, LF) o ultra-alta (Ultra High Frequency, UHF). Le indagini hanno riguardato la stima dell’accuratezza degli apparecchi di lettura LF in viti di 1, 3 e 7 anni, confermandone l’affidabilità, seppure individuando soluzioni diversamente performanti. Infatti, le dimensioni dell’antenna delle etichette e la potenza del segnale rappresentano fattori limitanti per la trasmissione dell’onda verso le viti più vecchie e, quindi, con maggior diametro del tronco. Per quanto concerne i sistemi UHF, sono state sperimentate tre procedure d’impianto dei tag. Queste non hanno compromesso la vitalità e lo sviluppo vegetativo delle barbatelle, quantomeno a partire dal secondo anno successivo alle operazioni di identificazione. I microchip UHF sono risultati idonei anche nel caso d’inserimento in piante di vite di un anno ottenute dal processo di micropropagazione, senza determinare variazioni significative nel loro accrescimento rispetto ai soggetti di controllo. Infine, sono stati stilati due protocolli tecnici finalizzati a rendere integrabile il tagging nell’ambito delle attività vivaistiche, con particolare attenzione alla sicurezza dell’operatore, al mantenimento delle performance del materiale vegetale ed alla riduzione delle contaminazioni biologiche.
In tempi recenti, la necessità di conoscere approfonditamente le origini e le proprietà degli alimenti o delle piante si sta facendo più pressante in conseguenza alle richieste, da parte dei consumatori, di prodotti in grado di offrire elevate garanzie di qualità e sicurezza. Attualmente, la tracciabilità delle piante può essere supportata da soluzioni che si rifanno all’Information Technology (IT) e che possono rientrane nell’ambito delle buone pratiche in agricoltura. La rivoluzione dell’IT, esemplificata da Internet, ha reso l’identificazione degli oggetti di semplice esecuzione, facendo si che essi siano rintracciabili nel labirinto delle filiere agroalimentari, anche grazie all’impiego di etichette elettroniche (microchip o tag). Tra esse, le soluzioni basate sulle radiofrequenze (Radio Frequency IDentification, RFID) possono rappresentare uno strumento affidabile per il riconoscimento delle piante protette da diritti o soggette a specifiche regolamentazioni, in quanto questo tipo di tag non può essere contraffatto ed è inseribile anche all’interno di tessuti organici.
Nel presente lavoro sono stati valutati metodi per l’identificazione elettronica (tagging) del materiale di propagazione viticolo, basati sull’introduzione di microchip nella pianta, con l’obiettivo di non inficiarne le performance produttive e qualitative. In riferimento alla potenza del segnale RFID, sono state impiegate strumentazioni a frequenza bassa (Low Frequency, LF) o ultra-alta (Ultra High Frequency, UHF). Le indagini hanno riguardato la stima dell’accuratezza degli apparecchi di lettura LF in viti di 1, 3 e 7 anni, confermandone l’affidabilità, seppure individuando soluzioni diversamente performanti. Infatti, le dimensioni dell’antenna delle etichette e la potenza del segnale rappresentano fattori limitanti per la trasmissione dell’onda verso le viti più vecchie e, quindi, con maggior diametro del tronco. Per quanto concerne i sistemi UHF, sono state sperimentate tre procedure d’impianto dei tag. Queste non hanno compromesso la vitalità e lo sviluppo vegetativo delle barbatelle, quantomeno a partire dal secondo anno successivo alle operazioni di identificazione. I microchip UHF sono risultati idonei anche nel caso d’inserimento in piante di vite di un anno ottenute dal processo di micropropagazione, senza determinare variazioni significative nel loro accrescimento rispetto ai soggetti di controllo. Infine, sono stati stilati due protocolli tecnici finalizzati a rendere integrabile il tagging nell’ambito delle attività vivaistiche, con particolare attenzione alla sicurezza dell’operatore, al mantenimento delle performance del materiale vegetale ed alla riduzione delle contaminazioni biologiche.
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