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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02182022-234841


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
OLIVIERI, MARIO
URN
etd-02182022-234841
Titolo
L'Intelligence Cinese
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Giannotti, Andrea
Parole chiave
  • internazionali
  • relazioni
  • storia
  • Cina
  • intelligence
  • servizi
  • segreti
Data inizio appello
04/03/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/03/2092
Riassunto
Questa tesi tratta la storia dell’intelligence cinese, partendo dalle sue origini per arrivare ai nostri giorni, così da capirne il ruolo assunto a livello internazionale e le sue capacità. L’intelligence e la sua importanza sono concetti ben noti in Asia, fin da tempi arcaici. Sono, infatti, già esaltati dal generale e filosofo Sun Tzu, che nel suo trattato, l’Arte della Guerra, dedica un intero capitolo, il tredicesimo, alla necessità di prevedere le capacità del nemico attraverso l’impiego di spie. Le spie vengono definite da Sun Tzu come “l’elemento più importante in guerra, perché da esse dipende la capacità di un esercito di operare”.
Nel ventunesimo secolo, il Ministero di Sicurezza di Stato cinese, il Guojia Anquanbu, o Guoanbu in breve, si considera un attore dell'intelligence globale tanto importante quanto lo era il KGB sovietico nel ventesimo secolo. Oggigiorno, il Guoanbu rivaleggia con le principali agenzie di informazione al mondo: la CIA americana, il Mossad israeliano, il RAW indiano, il DGSE francese, il MI6 britannico nonché con gli altri servizi di intelligence operanti a livello regionale, come il MJIB taiwanese e il Naicho giapponese.
La trattazione si apre con la Battaglia di Shanghai dei primi anni del ‘900 e si conclude con il conflitto informatico, le operazioni segrete che circondano la Nuova via della Seta, le guerre economiche globali in corso oggi, le battaglie ingaggiate su Internet e la guerra al terrorismo islamista.
Come risultato di queste nuove sfide, si è assistito ad una ristrutturazione dell'apparato di intelligence cinese, chiaramente avviato negli anni ‘80, quando Deng Xiaoping riorganizzò i servizi di pari passo alla modernizzazione in atto in Cina. Negli anni '90, Jiang Zemin ha permesso loro di evolversi da servizi di intelligence regionali ad apparato globale, sfruttando la temporanea scomparsa del KGB russo dalla scena.
Ulteriori riforme sono state apportate dal 2017, quando Xi Jinping, già autoproclamatosi leader supremo del People’s Liberation Army (PLA), nonché guida indiscussa del partito comunista, ha ulteriormente rafforzato i suoi poteri, sviluppando un enorme apparato informativo, necessario per una superpotenza globale. Ad oggi, sia in termini di personale che di organizzazioni, le agenzie cinesi costituiscono il più grande servizio di intelligence nel mondo.
L'intelligence cinese si distingue da quella di altri paesi in quanto influenzata dalla politica. Ogni servizio è di fatto guidato da un direttore tecnico, al cui fianco lavora un commissario politico, responsabile di garantire che l'orientamento dell’agenzia sia conforme alla strategia e all’ideologia decretati dal PCC. Questo orientamento deve combaciare con il Sogno Cinese, cioè deve preservare la supremazia del Partito nell’attuazione della strategia dettata dal CCP. Una strategia non solo globale, ma anche interplanetaria: Pechino ha già proclamato la sua intenzione di far sventolare la bandiera rossa cinese su Marte, il “Pianeta rosso”, nel 2049, in occasione del centenario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese.
La parola Intelligence, Qingbao, in cinese ha due significati: intelligenza e informazione. È interessante analizzare i caratteri cinesi e le origini della parola Qingbao, ovvero: Quing - Bao 情报. I significati del primo carattere, Qing 青, sono luce della vita e cuore, ma può essere anche tradotto come “la realtà della situazione”, “come stanno le cose”, “la situazione” messa in prospettiva. Il secondo carattere, Bao 报, ha origine da un antico pittogramma, semplificato in tempi moderni, che significa "una persona, le cui mani sono legate, in ginocchio, costretto a confessare”.
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