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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02182022-163123


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LO RE, ARMANDO
URN
etd-02182022-163123
Titolo
LA BOSNIA-ERZEGOVINA: DAL PERIODO SOCIALISTA AL PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof. Giannotti, Andrea
Parole chiave
  • bosnia erzegovina
Data inizio appello
04/03/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/03/2062
Riassunto
Winston Churchill descrisse i Balcani con queste parole: «I Balcani producono più storia di quanta ne possano digerire» . Come già molti anni addietro si aveva questa considerazione dei Balcani, tutt’oggi essa trova fondamento e può essere considerata valida.
Moltissimi sono gli eventi di portata mondiale che si sono sviluppati o hanno avuto attinenza con questa regione europea, che generalmente consideriamo molto lontana da noi, sia geograficamente che culturalmente; dimenticando che questi Stati e questi popoli ci sono in realtà molto vicini; spesso le vicende europee hanno avuto ripercussioni sui paesi del sudest Europa, ma altrettanto spesso hanno avuto origine proprio lì: la creazione di una Repubblica socialista non allineata spesso in contrasto con i dettami di Mosca, oppure la fine del secolo breve del novecento proprio a Sarajevo con lo scoppio dell’ennesima guerra balcanica dovuta alla disintegrazione della Jugoslavia socialista.
La particolarità di questa regione è quella di non aver fornito solo eventi storici, ma di avere coniato tutta una nuova terminologia sociale e politica che fino a sedici anni fa nessuno conosceva e che proprio in questa regione si è formata, questo è il caso, per esempio, di Pulizia Etnica, Stupri Etnici, Balcanismo, e Balcanizzazione politica e sociale.
I Balcani, definiti nel secolo XIX la polveriera d’Europa, sono considerati una terra selvaggia e pericolosa, abitata da gente ritenuta poco incline alla tolleranza e alla comprensione, tutto ciò attribuisce all’Oriente caratteristiche negative che, inevitabilmente, si ripercuotono sulla concezione che abbiamo degli abitanti che lo popolano.
Quello del confine orientale è un problema particolarmente sentito dai governi dell’Unione Europea (soprattutto negli ultimi anni), anche perché, - di fatto - l’Europa non ha un vero e proprio confine con l’Asia. Probabilmente la progressiva integrazione all’interno della comunità economica europea mitigherà questo sentimento di esclusione dell’Oriente, ma non bisogna dare per scontato che un’integrazione di tipo economico si traduca in una integrazione sociale e culturale.
La complessità intrinseca della regione è dovuta al grande numero di Stati nazionali in un’area relativamente piccola, al grande numero di lingue parlate, ai numerosi popoli che si sono avvicendati e hanno contribuito a creare tradizioni e formare una storia certamente complessa, comune, ma anche molto interessante.
La scelta della Bosnia-Erzegovina come centro della ricerca non è casuale ma dovuto al fatto che presenta caratteristiche particolari per la regione; spesso sembra una rappresentazione biunivoca della stessa: da una parte riassume molti problemi tipici di tutta la regione specie la convivenza di popoli con tradizioni, usi e costumi molto differenti ma dall’altra è un paese con molte potenzialità sia geografiche, sia economiche che sociali.
L’obiettivo prefissato è quello di analizzare la storia della Bosnia-Erzegovina, registrando i suoi cambiamenti e la sua evoluzione, passando da alcune tappe fondamentali della storia bosniaca: il periodo socialista, la costituzione federale del 1974, la diffusione dei nazionalismi negli stati federali, la guerra che ha sconvolto l’ex Jugoslavia tra il 1991 e il 1995, l’equilibrio raggiunto con la pace di Dayton del 21 novembre 1995 fino ad arrivare al precesso di integrazione europea che verrà trattato nell’ultimo capitolo.
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