Tesi etd-02182022-110048 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PICICCI, LEONARDO
URN
etd-02182022-110048
Titolo
Guerra e mass media: l'evoluzione della liberta di informazione
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE MARITTIME E NAVALI
Relatori
relatore Prof.ssa Bracciale, Roberta
Parole chiave
- Al Jazeera
- comunicazione
- Guerra del Golfo
- Guerra mondiale
- informazione
- Mass media
- strategia
- Vietnam
Data inizio appello
03/03/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/03/2092
Riassunto
È possibile utilizzare la comunicazione come strumento di offesa più efficace di qualsiasi altra arma?
È questo il quesito a cui questo elaborato prova a rispondere, intraprendendo un viaggio attraverso il Novecento e le guerre che lo hanno segnato. È, infatti, nota la capacità acceleratrice delle guerre sui mezzi di informazione, ma è altrettanto interessante analizzare come questa forza motrice nasca e venga alimentata da un connubio ormai inscindibile tra mezzi di persuasione di massa e politica.
Dalla Prima Guerra Mondiale al secondo conflitto del Golfo, passando per Hitler, Vietnam e Saddam, quasi cento anni di storia in cui il mondo del giornalismo è nato, evoluto ed espanso al punto tale da essere al primo posto nelle agende dei decisori politici.
Come afferma Peppino Ortoleva, uno fra i maggiori studiosi italiani di teoria e storia dei mass media vecchi e nuovi, ognuna delle guerre del ventesimo secolo si è svolta in un contesto tecnologico in parte mutato rispetto alla precedente: la prima guerra mondiale fu soprattutto giornalistica, la seconda radiofonica, quella del Vietnam fu la guerra televisiva in senso proprio, la prima guerra del Golfo fu legata soprattutto alla TV satellitare, la seconda a Internet. Ogni guerra, quindi, attira le tecnologie più moderne.
Lo stretto rapporto esistente tra i mezzi di comunicazione di massa e gli eventi bellici è stato caratterizzato fin dal sorgere dei primi moderni strumenti da una forma di dipendenza reciproca. Da un lato, infatti, le innovazioni nel settore della comunicazione sono state sfruttate anche a fini militari, dall’altro i mass media, per tenere gli utenti tempestivamente aggiornati sulle operazioni di guerra, hanno dovuto migliorarsi sempre più dal punto di vista tecnologico. In altre parole, come i conflitti hanno avuto un peso sull’evoluzione tecnologica dei mezzi di comunicazione di massa, così questi ultimi sono stati utilizzati in misura sempre maggiore dai belligeranti per i propri fini politici, propagandistici e strategici.
Un interscambio di favori tra governance e giornalismo, quindi, che però ha visto seriamente minare i suoi presupposti con l’avvento sulla scena internazionale di una piccola emittente satellitare: Al Jazeera. Il canale qatariota, tra critiche, sfide e soprusi, è riuscito nell’intento di sovvertire il secolare ordine mondiale di fare informazione, regalando al mondo la verità.
È questo il quesito a cui questo elaborato prova a rispondere, intraprendendo un viaggio attraverso il Novecento e le guerre che lo hanno segnato. È, infatti, nota la capacità acceleratrice delle guerre sui mezzi di informazione, ma è altrettanto interessante analizzare come questa forza motrice nasca e venga alimentata da un connubio ormai inscindibile tra mezzi di persuasione di massa e politica.
Dalla Prima Guerra Mondiale al secondo conflitto del Golfo, passando per Hitler, Vietnam e Saddam, quasi cento anni di storia in cui il mondo del giornalismo è nato, evoluto ed espanso al punto tale da essere al primo posto nelle agende dei decisori politici.
Come afferma Peppino Ortoleva, uno fra i maggiori studiosi italiani di teoria e storia dei mass media vecchi e nuovi, ognuna delle guerre del ventesimo secolo si è svolta in un contesto tecnologico in parte mutato rispetto alla precedente: la prima guerra mondiale fu soprattutto giornalistica, la seconda radiofonica, quella del Vietnam fu la guerra televisiva in senso proprio, la prima guerra del Golfo fu legata soprattutto alla TV satellitare, la seconda a Internet. Ogni guerra, quindi, attira le tecnologie più moderne.
Lo stretto rapporto esistente tra i mezzi di comunicazione di massa e gli eventi bellici è stato caratterizzato fin dal sorgere dei primi moderni strumenti da una forma di dipendenza reciproca. Da un lato, infatti, le innovazioni nel settore della comunicazione sono state sfruttate anche a fini militari, dall’altro i mass media, per tenere gli utenti tempestivamente aggiornati sulle operazioni di guerra, hanno dovuto migliorarsi sempre più dal punto di vista tecnologico. In altre parole, come i conflitti hanno avuto un peso sull’evoluzione tecnologica dei mezzi di comunicazione di massa, così questi ultimi sono stati utilizzati in misura sempre maggiore dai belligeranti per i propri fini politici, propagandistici e strategici.
Un interscambio di favori tra governance e giornalismo, quindi, che però ha visto seriamente minare i suoi presupposti con l’avvento sulla scena internazionale di una piccola emittente satellitare: Al Jazeera. Il canale qatariota, tra critiche, sfide e soprusi, è riuscito nell’intento di sovvertire il secolare ordine mondiale di fare informazione, regalando al mondo la verità.
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