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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02182018-104025


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
IPPOLITO, GIUSEPPE
Indirizzo email
giuseppe.ippolito92@hotmail.it
URN
etd-02182018-104025
Titolo
Propofol Infusion Syndrome: case report
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Forfori, Francesco
Parole chiave
  • PRIS
  • propofol infusion syndrome
  • case report
  • propofol
Data inizio appello
13/03/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
La PRIS (propofol infusion syndrome) è una rara evenienza della somministrazione di propofol descritta inizialmente nei pazienti pediatrici, trattati con alte dosi del farmaco ( ≥4mg/Kg per ora) a lungo termine ( ≥ 48 ore ). A partire dal 1998 sono stati descritti casi anche in pazienti adulti, tra cui pazienti neurologici o in cura con catecolamine. La sindrome raggiunse l’attenzione del mondo medico quando nel 2001 alcuni autori pubblicarono un articolo sulla rivista The Lancet descrivendo 7 casi riguardanti pazienti neurochirurgici in cui è stato associato lo sviluppo della sindrome con l’infusione continua di propofol utilizzato per la sedazione durante l’intervento. La PRIS, anche se molto rara, è una sindrome potenzialmente fatale. Non vi è una definizione uniformemente accettata per la descrizione di questa patologia, ma tra le varie combinazioni vengono descritti i seguenti sintomi: acidosi metabolica, iperkalemia, rabdomiolisi, insufficienza renale, epatomegalia, iperlipidemia, aritmie, alterazioni ECG (Brugada-Like) e rapida progressione verso lo scompenso cardiaco. Nel 2006 l’agenzia americana FDA (Food and Drug Administration) ha lanciato un appello riguardo all’uso del propofol in sedazione e ha introdotto un limite massimo raccomandato pari a 4mg/kg per ora. Tra il 1986 e il 2015 uno studio ha riportato ben 153 casi di PRIS, di cui il 51% con esito fatale (78 casi). Il tasso di mortalità nei casi riportati è diminuito fortunatamente negli anni: la mortalità prima del 2001 era pari al 74%, tra il 2001 e il 2006 del 64% e per i casi riportati dopo il 2006 scese addirittura fino al 32%. Lo stesso report condotto dall’università di Praga mostra inoltre come nel 90 % dei pazienti che hanno sviluppato PRIS in UTI la causa sia riferibile ad una complicanza occorsa durante una sedazione non procedurale, mentre solo il 10% deriva da complicanze indotte dall’uso di propofol durante l’anestesia.
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