Tesi etd-02182011-110716 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
SCEUSA, FRANCESCA
URN
etd-02182011-110716
Titolo
Valutazione del valore plasmatico materno di PAPP-A nel primo trimestre di gestazione come marcatore della crescita fetale nell'ambito delle gravidanze gemellari e sua correlazione con l'accrescimento fetale nelle gravidanze singole
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Genazzani, Andrea R.
Parole chiave
- accrescimento fetale
- complicanze gravidiche ipertensive
- fetal growth
- gravidanze gemellari
- hypertensive disorders in pregnancy
- PAPP-A
- pregnancy associated plasma protein-A
- twin pregnancy
Data inizio appello
15/03/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/03/2051
Riassunto
In questo studio abbiamo valutato, nell’ambito delle gravidanze gemellari, la correlazione tra i livelli di PAPP-A (pregnancy-associated plasma protein A) dosati durante il primo trimestre di gravidanza (11-13 settimane di gestazione) e l’andamento della crescita di ciascun feto gemello.
Abbiamo considerato 57 gravidanze gemellari bicoriali biamniotiche che si sono sottoposte al test di screening per la trisomia 21, mediante la misurazione combinata dello spessore della tralucenza nucale, della f-beta-HCG e PAPP-A durante il primo trimestre di gravidanza (11-13 settimane di gestazione), presso la Divisione di Ginecologia e Ostetricia della nostra U.O; i valori della PAPP-A sono stati convertiti in multipli della mediana (MoM), parametro specifico per quella gravidanza con quell’età gestazionale, quel peso materno, etnia, fumo, metodo di concepimento e corialità. Si è poi proceduto, attraverso l’analisi delle cartelle cliniche dei neonati ricoverati presso l’Unità Operativa di Neonatologia di Pisa nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2006 e il 31 dicembre 2009, a suddividere i neonati in due gruppi in base al loro peso alla nascita, lunghezza e circonferenza cranica: al primo gruppo appartengono i neonati con maggior peso, lunghezza e CC, mentre al secondo, quelli con parametri auxologici ai limiti inferiori. Si è ritenuto di correlare il peso alla nascita totale di entrambe i feti, con i valori ottenuti di PAPP-A MoM. Di tutte queste variabili è stata valutata la significatività, mediante studio statistico di regressione lineare.
Dall’analisi dei dati risulta che, in assenza di anomalie del cariotipo fetale, esiste una significativa correlazione statistica tra i livelli di PAPP-A MoM e i parametri auxologici valutati. Nello specifico, il peso, la lunghezza e la circonferenza cranica alla nascita dei neonati appartenenti ad entrambi i gruppi sono positivamente correlati con valori di PAPP-A MoM<1.
Per valori di PAPP-A MoM compresi tra 1-1.5, si perde la significatività della correlazione con il peso alla nascita, pur permanendo significative le correlazioni con gli altri parametri auxologici. Nel cut-off di PAPP-A MoM>1.5 vengono meno le significatività delle correlazioni con peso e circonferenza cranica del primo gruppo di feti; nel secondo gruppo, invece, la significatività delle correlazioni, permane.
Non si è trovata, invece, una significativa correlazione tra il valore percentuale della discordanza di peso tra il primo e il secondo gemello con PAPP-A MoM, mentre è linearmente correlato ai valori di PAPP-A MoM il peso totale alla nascita dei feti gemelli.
CONCLUSIONI: Dai nostri dati si evince il ruolo della PAPP-A nella crescita fetale, anche nelle gravidanze gemellari. Tale proteina materna, che deriva da fattori insulino simili e quindi anabolici, pare influire sulla crescita globale del feto e non sui singoli parametri auxologici come, invece, risulta maggiormente evidente nelle gravidanze singole
Abbiamo considerato 57 gravidanze gemellari bicoriali biamniotiche che si sono sottoposte al test di screening per la trisomia 21, mediante la misurazione combinata dello spessore della tralucenza nucale, della f-beta-HCG e PAPP-A durante il primo trimestre di gravidanza (11-13 settimane di gestazione), presso la Divisione di Ginecologia e Ostetricia della nostra U.O; i valori della PAPP-A sono stati convertiti in multipli della mediana (MoM), parametro specifico per quella gravidanza con quell’età gestazionale, quel peso materno, etnia, fumo, metodo di concepimento e corialità. Si è poi proceduto, attraverso l’analisi delle cartelle cliniche dei neonati ricoverati presso l’Unità Operativa di Neonatologia di Pisa nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2006 e il 31 dicembre 2009, a suddividere i neonati in due gruppi in base al loro peso alla nascita, lunghezza e circonferenza cranica: al primo gruppo appartengono i neonati con maggior peso, lunghezza e CC, mentre al secondo, quelli con parametri auxologici ai limiti inferiori. Si è ritenuto di correlare il peso alla nascita totale di entrambe i feti, con i valori ottenuti di PAPP-A MoM. Di tutte queste variabili è stata valutata la significatività, mediante studio statistico di regressione lineare.
Dall’analisi dei dati risulta che, in assenza di anomalie del cariotipo fetale, esiste una significativa correlazione statistica tra i livelli di PAPP-A MoM e i parametri auxologici valutati. Nello specifico, il peso, la lunghezza e la circonferenza cranica alla nascita dei neonati appartenenti ad entrambi i gruppi sono positivamente correlati con valori di PAPP-A MoM<1.
Per valori di PAPP-A MoM compresi tra 1-1.5, si perde la significatività della correlazione con il peso alla nascita, pur permanendo significative le correlazioni con gli altri parametri auxologici. Nel cut-off di PAPP-A MoM>1.5 vengono meno le significatività delle correlazioni con peso e circonferenza cranica del primo gruppo di feti; nel secondo gruppo, invece, la significatività delle correlazioni, permane.
Non si è trovata, invece, una significativa correlazione tra il valore percentuale della discordanza di peso tra il primo e il secondo gemello con PAPP-A MoM, mentre è linearmente correlato ai valori di PAPP-A MoM il peso totale alla nascita dei feti gemelli.
CONCLUSIONI: Dai nostri dati si evince il ruolo della PAPP-A nella crescita fetale, anche nelle gravidanze gemellari. Tale proteina materna, che deriva da fattori insulino simili e quindi anabolici, pare influire sulla crescita globale del feto e non sui singoli parametri auxologici come, invece, risulta maggiormente evidente nelle gravidanze singole
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