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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02172020-101036


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
D'ERMO, ARCANGELO
URN
etd-02172020-101036
Titolo
Correlati clinici e funzionali dei tratti autistici in pazienti con Schizofrenia: uno studio multicentrico
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Dell'Osso, Liliana
Parole chiave
  • Autism spectrum disorder
  • psicosi
  • schizofrenia
  • tratti autistici sottosoglia
  • global functioning
  • psychosis
  • Disturbo dello spettro dell'autismo
  • schizophrenia
  • subthreshold autistic traits
  • adattamento globale
  • coping
  • resilience
  • self-esteem
Data inizio appello
10/03/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/03/2090
Riassunto
Introduzione: Il disturbo dello spettro autistico (autism spectrum disorder, ASD) è una condizione caratterizzata da compromissione della comunicazione e dell’interazione sociale, con deficit della reciprocità socio-emotiva, e da presenza di interessi ristretti e stereotipati, associata o meno a deficit intellettivo e a compromissione dello sviluppo del linguaggio. Se da una parte nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) si è enfatizzata l’importanza di un approccio dimensionale all’ASD, che comprende condizioni di gravità clinica estremamente diversa, ma qualitativamente simili, recentemente in letteratura si è accresciuto l’interesse per le forme sublicliniche del disturbo, studiate per la prima volta nei genitori e fratelli dei bambini affetti. Il rilevamento di una presenza significativa di tratti simil-autistici (autistic traits, AT), seppur non di intensità tale da soddisfare i criteri per patologia conclamata, in questi soggetti, ha portato alla coniazione del termine Broad Autism Phenotype (BAP) (fenotipo autistico allargato). D’altra parte, ulteriori studi hanno evidenziato come manifestazioni subcliniche di ASD (quali difficoltà comunicative, rigidità, comportamenti ripetitivi, ridotte capacità sociali) sembrino essere distribuite in modo continuo nella popolazione generale, con picchi in specifici gruppi ad alto rischio. Diversi studi hanno evidenziato come la presenza di tratti autistici (AT) possa essere un fattore implicato anche nella percezione di reddito e nella tipologia di lavoro svolta, oltre che nella compromissione degli aspetti sociali, personali e interpersonali. Un crescente numero di studi ha riportato inoltre come gli AT si possano riscontrare frequentemente in popolazioni cliniche affette da altri disturbi psichici. Il nostro lavoro si è concentrato principalmente sulla relazione tra AT e Schizofrenia. Nonostante le apparenti differenze, Schizofrenia e ASD condividono molteplici similitudini fenotipiche e fattori di rischio, entrambi sono stati considerati disturbi del neurosviluppo piuttosto che neurodegenerativi, e sono stati riportati in comorbidità molto frequentemente, inoltre, è stata mostrata un’associazione significativa tra Schizofrenia e ASD. Nello studio di queste due patologie e della loro relazione, un aspetto interessante da indagare è l’impatto che la presenza di AT, anche quando non raggiungono la soglia clinica per ASD conclamato, hanno sul funzionamento globale dei pazienti, sui loro stili di adattamento, resilienza e autostima. Numerosi studi hanno evidenziato l’influenza degli AT sul funzionamento globale delle persone, siano queste di una popolazione clinica o meno, riscontrando implicazioni significative dalle funzioni esecutive più semplici, fino al lavoro svolto e al reddito percepito. L’autostima e la resilienza sono ulteriori aspetti che la letteratura ha valutato in relazione agli AT, sottolineandone il rapporto sia nell’ambito delle risorse personali espresse dall’individuo, sia in merito agli outcome raggiunti. Gli AT sono anche risultati determinanti nell’adozione di alcune strategie di coping piuttosto che di altre, sia adattative che maladattative, ed è stato dimostrato come le stesse strategie adottate influiscano direttamente sulla qualità della vita, sul funzionamento, nonché sull’adattamento al disturbo mentale o fisico degli individui. È in questo contesto, dunque, che si inserisce il nostro studio.

Scopo: Questo studio si propone di investigare i correlati clinici e funzionali dell’ASD in un campione di pazienti con Schizofrenia (SCZ), concentrando particolarmente l’attenzione sulle risorse personali e le abilità di coping dei pazienti.

Campione: 164 pazienti ambulatoriali con SCZ sono stati reclutati in 7 cliniche psichiatriche universitarie a Pisa, Brescia, Cagliari, Catania, L’Aquila, Roma “Tor Vergata”e Siena come parte dell’add-on – aggiunta - allo studio sullo spettro autistico da parte dell’Italian Network for Research on Psychosis (Mucci et al., 2014). Il campione ha incluso soggetti visti consecutivamente nelle unità ambulatoriali delle 7 cliniche psichiatriche universitarie italiane menzionate.

Materiali e Metodi: Il livello di tratti autistici (AT) lifetime – registrato utilizzando l’Adult Autism Subthreshold Spectrum (AdAs Spectrum) – è stato usato per categorizzare il campione di pazienti SCZ in due gruppi: soggetti con o senza presenza di significativi AT. Sono state investigate le relazioni tra AT e la psicopatologia correlata alla SCZ, così come le relazioni tra AT e i livelli di funzionamento, autostima, resilienza e stili di adattamento (coping). Il funzionamento nella vita reale dei pazienti è stato valutato usando lo Specific Levels of Functioning (SLOF) scale, mentre l’autostima, la resilienza e il coping sono stati valutati rispettivamente con il Self-esteem Rating Scale (SERS), la Resilience Scale for Adults (RSA) e la brief-COPE scale. Sono state inoltre anche ricercate le correlazioni tra le specifiche dimensioni di spettro autistico e i profili di funzionamento, l’autostima, i domini della resilienza e gli stili di coping adottati.

Risultati: Il nostro studio non ha evidenziato un impatto significativo degli AT specificamente sui sintomi della SCZ. Per quanto riguarda la SLOF scale, i pazienti con AT hanno fatto registrare punteggi significativamente più elevati nella sottocategoria Attività nella Vita di Comunità ma marcatamente più bassi nella sottocategoria di Abilità Lavorative. I pazienti con AT hanno totalizzato punteggi significativamente più bassi anche nella valutazione complessiva SERS. Confrontando i punteggi RSA e COPE tra i pazienti con e senza AT, abbiamo riscontrato punteggi significativamente più bassi nella dimensione Percezione di Sé dell’RSA tra i pazienti con AT, i quali hanno anche ottenuto punteggi significativamente più alti nei domini Autoaccusa, Umorismo, Uso di Supporto Emotivo della scala COPE. Dal nostro studio sono emerse correlazioni positive significative tra la maggior parte delle dimensioni di spettro autistico e l’area di funzionamento Attività nella Vita di Comunità, mentre correlazioni negative significative sono state evidenziate specialmente tra alcune aree di spettro autistico e sia il Funzionamento Fisico, sia le Abilità Lavorative dei pazienti studiati. In merito alla minore autostima mostrata dai soggetti AT, invece, le principali correlazioni negative significative emerse sono con i domini di comunicazione dell’AdAS Spectrum. Le stesse dimensioni di comunicazione dello spettro autistico si sono dimostrate significativamente correlate negativamente alle aree di resilienza Percezione di Sé e Competenza Sociale. Gli stili di coping più impiegati dai soggetti con AT (Autoaccusa, Umorismo, Uso di Supporto Emotivo) sono risultati correlati a punteggi più elevati alle dimensioni dell’AdAS SpectrumComunicazione Non-Verbale, Inflessibilità e Aderenza alla Routine, Interessi Ristretti e Ruminazione.

Conclusioni: Dallo studio sono emersi dei profili specifici di funzionamento nei pazienti con AT, lasciandoci ipotizzare che questi possano avere un ruolo significativo nel determinare l’adattamento globale di questi soggetti. I pazienti schizofrenici con AT studiati, sembrerebbero mostrare una maggiore capacità di svolgere i compiti quotidiani nella vita di comunità, pur mostrando una certa compromissione nell’adattamento lavorativo. La presenza di ruminatività e aderenza alla routine, le difficoltà nella comunicazione non verbale e l'anomala sensibilità agli stimoli sensoriali sembrano associati a un miglior adattamento alla vita di comunità, che potremmo ipotizzare essere basato sul ricorso al supporto emotivo e sulla maggior rigorosità nell'eseguire compiti semplici. I soggetti con AT inoltre, sembrerebbero avere minori livelli di autostima - risultata essere collegata a maggiori difficoltà nella comunicazione verbale e non verbale - e minori risorse di resilienza – anch’essa collegata alle difficoltà nella comunicazione, così come ad una compromissione dell’empatia -, in particolare una maggiore predisposizione ad avere una percezione di sé più negativa. Dal presente studio emerge anche la tendenza dei soggetti con AT ad adottare particolari strategie di coping, alcune maladattative, come l’autoaccusa, altre più ambigue come lo humor, e infine la ricerca di supporto emotivo, come unica strategia di coping positivo. I nostri dati suggeriscono che la tendenza ad attuare queste strategie di coping sia in relazione con la compromissione delle aree di spettro autistico della Comunicazione Non-Verbale, dell’Inflessibilità e Aderenza alla Routine, e degli Interessi Ristretti e Ruminazione.
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