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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02172015-222022


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VITELLI, CLAUDIO
URN
etd-02172015-222022
Titolo
Lo sport "aumentato". Il dibattito bioetico su doping e sport
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof. Bartolommei, Sergio
Parole chiave
  • bioetica
  • doping
  • enhancement
  • sport
Data inizio appello
13/04/2015
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/04/2085
Riassunto
Sollecitato dal fervore mediatico intorno al tema del doping, questo lavoro mira a evidenziare come gli argomenti solitamente addotti per stigmatizzare questa pratica non risultino plausibili se analizzati in modo razionale, da un punto di vista consequenzialista: il punto di vista che verra assunto in questa tesi. Partendo da un'analisi preliminare del fenomeno sportivo (primo capitolo), proporrò una revisione critica dei princìpi morali solitamente richiamati per valutare i comportamenti degli atleti. Questa revisione è resa a mio parere necessaria dal fatto che scienza e tecnologia hanno profondamente modificato le nostre conoscenze dell'umano, i modi in cui si vive e si muore, e anche il mondo dello sport.
Riserverò al secondo capitolo l'analisi del concetto di "human enhancement", partendo dalla ricerca di una definizione calzante e da un breve excursus storico.
Tenterò poi di dimostrare la liceità in via di principio di questo tipo di interventi di "potenziamento" psico-fisico affrontando le obiezioni più diffuse contro di essi.Interpretando il doping come una forma di potenziamento umano in ambito sportivo, affronterò nel terzo capitolo questo argomento, con l'intento di sfatare alcuni miti ad esso associati e di mostrare la sua permissibilità. Tenterò infatti di evidenziare come non ci siano differenze moralmente rilevanti tra questo e altri tipi di potenziamento, vecchi e nuovi, comunemente accettati.Nel quarto capitolo tornerò a parlare di sport, alla luce delle analisi svolte nei capitoli precedenti, per mostrare che non esiste "Lo Sport" di cui parlano gli enti antidoping e che l'uso del doping da parte di alcuni non lede gli interessi degli altri atleti.
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