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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02172012-002019


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione
Autore
NARDI, ELISABETTA
URN
etd-02172012-002019
Titolo
L'assetto nutrizionale in terapia intensiva studiato con la calorimetria indiretta
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
ANESTESIA E RIANIMAZIONE
Relatori
relatore Prof. Giunta, Francesco
relatore Dott. Forfori, Francesco
Parole chiave
  • supporto nutrizionale
  • malato critico
  • calorimetria indiretta
  • bilancio energetico
Data inizio appello
27/03/2012
Consultabilità
Completa
Riassunto
Molti pazienti al momento del ricovero in terapia intensiva sono malnutriti e molti altri sono ad elevato rischio di malnutrizione conseguente allo stato catabolico prodotto dalla risposta neuroendocrina che fa seguito allo stress medico/chirurgico al quale sono sottoposti.
Il vero marker del rischio nutrizionale è il debito energetico che spesso si viene a verificare già durante la prima settimana di degenza nelle aree critiche.
La spesa energetica varia in funzione del motivo di ammissione in terapia intensiva, della sua gravità e delle comorbidità presenti; per questo risulta molto difficile determinare la richiesta energetica di un malato critico e nessuna delle moltissime formule predittive sviluppate negli anni, come quelle basate su dati antropometrici (Harris-Benedict) o specifici come i parametri ventilatori (Ireton-Jones), è riuscita a fornire una stima reale delle necessità caloriche di questi pazienti.
La letteratura internazionale concorda che la calorimetria indiretta rappresenti il gold-standard nel monitoraggio nutrizionale. La misura del quoziente respiratorio, calcolato grazie a questa metodica, indica quali sono i substrati energetici utilizzati e rappresenta una guida fondamentale per stabilire il corretto supporto calorico nei malati critici.
L’utilizzo routinario della calorimetria indiretta consente l’ottimizzazione dello stato nutrizionale in terapia intensiva che è dimostrato associarsi ad un ridotto numero di giorni di degenza, minor incidenza di complicanze (con particolare riferimento a quelle di tipo infettivo) ed indici di mortalità più bassi.
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