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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02162021-114538


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CANCELLI, LORENZO
URN
etd-02162021-114538
Titolo
Efficacia di Bifidobacterium longum ES1 in pazienti celiaci a dieta aglutinata con sintomi persistenti
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Marchi, Santino
correlatore Dott.ssa Mumolo, Maria Gloria
Parole chiave
  • celiachia
  • sintomi persistenti
  • probiotici
  • Bifidobacterium longum ES1
Data inizio appello
09/03/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/03/2091
Riassunto
La celiachia è una malattia multisistemica immuno-mediata caratterizzata dalla presenza di enteropatia a seguito dell'ingestione di glutine in pazienti geneticamente predisposti. Il trattamento richiede una stretta aderenza ad una dieta priva di glutine e un follow-up annuale. Tuttavia, una quota di questi pazienti non raggiunge la completa remissione clinica anche dopo un anno di aderenza alla dieta, mostrando persistenti sintomi gastrointestinali ed extraintestinali. I sintomi persistenti più diffusi sono diarrea, dolore addominale e meteorismo tra i gastrointestinali e astenia tra gli extraintestinali.
L'obiettivo di questo studio è stato quello di valutare l'efficacia di una integrazione con probiotici a base di Bifidobacterium longum ES1 nel raggiungimento della remissione clinica. Studi sul ceppo Bifidobacterium longum ES1 hanno dimostrato che esso dispone di un'azione di degradazione nei confronti della gliadina, anti-infiammatoria e di protezione sulla mucosa intestinale dei pazienti celiaci.
I pazienti reclutati sono stati assegnati a tre gruppi: nel primo i pazienti celiaci con sintomi persistenti a dieta aglutinata hanno assunto un probiotico a base di Bifidobacterium longum ES1, nel secondo, pazienti non celiaci con disturbi gastrointestinali di tipo funzionale hanno assunto lo stesso probiotico a base di Bifidobacterium longum ES1 del primo gruppo, nel terzo, pazienti celiaci con sintomi persistenti a dieta aglutinata hanno invece assunto un altro probiotico a base di vari ceppi batterici che non includeva Bifidobacterium longum ES1. A tutti e tre i gruppi di pazienti è stato sottoposto lo stesso questionario per dare una valutazione numerica dei sintomi, sia prima dell'inizio dell'assunzione del probiotico, sia una volta al mese per i tre mesi successivi.
I risultati hanno dimostrato una riduzione significativa di sintomi come meteorismo, dolore addominale e diarrea (ma anche, in misura minore, di stipsi e pirosi epigastrica) nei pazienti celiaci a dieta aglutinata che assumevano probiotico a base di Bifidobacterium longum ES1 rispetto ai controlli con probiotico diverso. Tranne il meteorismo, invece, non sono state rilevate differenze statisticamente rilevanti tra il gruppo dei casi e il gruppo dei pazienti con sintomatologia di tipo funzionale. Nessuna modifica di rilievo è stata osservata sui sintomi per il probiotico di controllo.
Il miglioramento clinico dei pazienti del gruppo dei casi può essere imputabile all'effetto specifico sul glutine del probiotico, mentre l'efficacia nei pazienti funzionali potrebbe essere spiegata con la nota capacità di B. longum ES1 di ristabilire l'integrità della barriera mucosa tramite up-modulation delle proteine delle giunzioni serrate. L'effetto sulla pirosi epigastrica invece potrebbe essere conseguente alla diminuzione della pressione addominale a seguito della riduzione del meteorismo.
Si può concludere che il probiotico a base di B. longum ES1 può essere aggiunto in terapia a pazienti celiaci con sintomi persistenti a dieta aglutinata ma anche a pazienti con sintomatologia intestinale di origine funzionale per via delle particolari proprietà di questo specifico ceppo.
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