Tesi etd-02162020-231111 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MACRI', CARMEN
URN
etd-02162020-231111
Titolo
IDRATAZIONE E PERFORMANCE SPORTIVA: RUOLO DEL NUTRIZIONISTA
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Prof.ssa La Motta, Concettina
Parole chiave
- acqua
- attività fisica
- disidratazione
- idratazione
- performance sportiva
- ruolo nutrizionista
- sport
- sudorazione
- termodispersione
Data inizio appello
04/03/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/03/2090
Riassunto
L’acqua è un elemento fondamentale per la vita. Il 60% circa del nostro corpo è costituito da acqua. In un soggetto di 70 kg sono presenti circa 42 l di acqua. L’acqua viene continuamente persa e consumata, ma dovrebbe essere poi reintegrata di continuo dall’esterno in modo che il bilancio idrico si mantenga costante.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica nell’attività fisica praticata regolarmente uno degli strumenti più efficaci di prevenzione primaria delle malattie cronico-degenerative e porta ad un benessere non solo fisico e metabolico, ma anche psicologico e sociale.
Un’adeguata e regolare assunzione di acqua è fondamentale per tutti coloro che praticano attività fisica sia a livello agonistico che amatoriale, per avere buone prestazioni sportive. Un’adeguata idratazione durante l’attività sportiva è necessaria per mantenere un buono stato di salute, ma soprattutto per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.
Infatti una delle funzioni principali dell’acqua è quella di contribuire alla regolazione della temperatura corporea affinché si mantenga costante: quando la temperatura interna aumenta, ad esempio durante l’esercizio fisico, l’organismo risponde attivando dei meccanismi di compenso volti a favorire la dispersione del calore, di cui quello principale è rappresentato dall’evaporazione del sudore.
La sudorazione è un fenomeno potenzialmente in grado di determinare disidratazione e deplezione elettrolitica, la quale se non corretta in maniera tempestiva, può mettere a rischio il nostro stato di salute. In caso di intensa sudorazione e perdita idrica superiore ai 3 litri, oltre all’acqua, anche le perdite elettrolitiche attraverso il sudore non sono più trascurabili e devono essere reintegrate necessariamente per non correre rischi seri per la salute, anche potenzialmente mortali. Un’adeguata idratazione migliora inoltre la performance sportiva preservando la funzionalità muscolare, ritardando il senso di fatica e accelerando la fase di recupero.
Sarebbe desiderabile che l’idratazione iniziasse già prima dell’allenamento/gara, continuasse durante la gara, e proseguisse dopo lo sforzo.
Molti sportivi praticano attività fisica, anche intensa, pensando solo ai benefici dello sport senza conoscerne a fondo i rischi per la salute.
Ciò ha suscitato in me una riflessione che ha portato alla stesura di questa tesi.
Il punto cruciale è proprio l’acquisizione della consapevolezza da parte dell’atleta di un argomento così importante per conservare il proprio stato di salute e migliorare le proprie prestazioni sportive.
Sulla base di quanto visto nello svolgimento del tirocinio formativo pre-laurea svolto da ottobre 2019 a gennaio 2020 presso il “Centro Salus in Itinere”, a Livorno, gli atleti sembrerebbero poco consapevoli dell’importanza di una corretta idratazione affidandosi erroneamente allo stimolo della sete per guidare la reidratazione (ignorando del tutto il fatto che durante lo sforzo fisico intenso lo stimolo della sete è attenuato e ritardato a causa di fattori psicologici e ormonali).
Inoltre ho notato che c’è una scarsa conoscenza delle modalità di assunzione dei liquidi nel corso della giornata, sul tipo di acqua da bere, delle strategie per compensare la perdita di liquidi e di minerali post esercizio fisico, nonché sugli effetti negativi che gli squilibri idrici e salini possono provocare sulla salute e sulla prestazione fisica stessa.
Il ruolo del nutrizionista in ambito sportivo potrebbe quindi essere non solo quello di elaborare un piano nutrizionale personalizzato e adattato alle abitudini alimentari dell’atleta, al tipo di sport che pratica, agli orari ed impegni agonistici della stagione, ma potrebbe essere anche quello di sensibilizzarlo al tema dell’idratazione, di educarlo ad allenarsi e gareggiare in un buono stato di salute, per migliorarne l’efficienza e la capacità competitiva, adottando uno stile di vita che sia sostenibile nel tempo.
Sarebbe auspicabile che ogni sportivo fosse seguito da un nutrizionista in modo da minimizzare i rischi per la salute e ottimizzare le sue potenzialità per raggiungere la massima prestazione sportiva.
In prospettiva futura, mi piacerebbe affiancare una squadra di sportivi, concordare con loro delle strategie per ottimizzare lo stato di idratazione prima, durante e dopo le gare e cercare di quantificare i miglioramenti nelle loro performance sportive e nel loro stato di salute dimostrandolo scientificamente mediante la realizzazione di un vero e proprio studio clinico.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica nell’attività fisica praticata regolarmente uno degli strumenti più efficaci di prevenzione primaria delle malattie cronico-degenerative e porta ad un benessere non solo fisico e metabolico, ma anche psicologico e sociale.
Un’adeguata e regolare assunzione di acqua è fondamentale per tutti coloro che praticano attività fisica sia a livello agonistico che amatoriale, per avere buone prestazioni sportive. Un’adeguata idratazione durante l’attività sportiva è necessaria per mantenere un buono stato di salute, ma soprattutto per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.
Infatti una delle funzioni principali dell’acqua è quella di contribuire alla regolazione della temperatura corporea affinché si mantenga costante: quando la temperatura interna aumenta, ad esempio durante l’esercizio fisico, l’organismo risponde attivando dei meccanismi di compenso volti a favorire la dispersione del calore, di cui quello principale è rappresentato dall’evaporazione del sudore.
La sudorazione è un fenomeno potenzialmente in grado di determinare disidratazione e deplezione elettrolitica, la quale se non corretta in maniera tempestiva, può mettere a rischio il nostro stato di salute. In caso di intensa sudorazione e perdita idrica superiore ai 3 litri, oltre all’acqua, anche le perdite elettrolitiche attraverso il sudore non sono più trascurabili e devono essere reintegrate necessariamente per non correre rischi seri per la salute, anche potenzialmente mortali. Un’adeguata idratazione migliora inoltre la performance sportiva preservando la funzionalità muscolare, ritardando il senso di fatica e accelerando la fase di recupero.
Sarebbe desiderabile che l’idratazione iniziasse già prima dell’allenamento/gara, continuasse durante la gara, e proseguisse dopo lo sforzo.
Molti sportivi praticano attività fisica, anche intensa, pensando solo ai benefici dello sport senza conoscerne a fondo i rischi per la salute.
Ciò ha suscitato in me una riflessione che ha portato alla stesura di questa tesi.
Il punto cruciale è proprio l’acquisizione della consapevolezza da parte dell’atleta di un argomento così importante per conservare il proprio stato di salute e migliorare le proprie prestazioni sportive.
Sulla base di quanto visto nello svolgimento del tirocinio formativo pre-laurea svolto da ottobre 2019 a gennaio 2020 presso il “Centro Salus in Itinere”, a Livorno, gli atleti sembrerebbero poco consapevoli dell’importanza di una corretta idratazione affidandosi erroneamente allo stimolo della sete per guidare la reidratazione (ignorando del tutto il fatto che durante lo sforzo fisico intenso lo stimolo della sete è attenuato e ritardato a causa di fattori psicologici e ormonali).
Inoltre ho notato che c’è una scarsa conoscenza delle modalità di assunzione dei liquidi nel corso della giornata, sul tipo di acqua da bere, delle strategie per compensare la perdita di liquidi e di minerali post esercizio fisico, nonché sugli effetti negativi che gli squilibri idrici e salini possono provocare sulla salute e sulla prestazione fisica stessa.
Il ruolo del nutrizionista in ambito sportivo potrebbe quindi essere non solo quello di elaborare un piano nutrizionale personalizzato e adattato alle abitudini alimentari dell’atleta, al tipo di sport che pratica, agli orari ed impegni agonistici della stagione, ma potrebbe essere anche quello di sensibilizzarlo al tema dell’idratazione, di educarlo ad allenarsi e gareggiare in un buono stato di salute, per migliorarne l’efficienza e la capacità competitiva, adottando uno stile di vita che sia sostenibile nel tempo.
Sarebbe auspicabile che ogni sportivo fosse seguito da un nutrizionista in modo da minimizzare i rischi per la salute e ottimizzare le sue potenzialità per raggiungere la massima prestazione sportiva.
In prospettiva futura, mi piacerebbe affiancare una squadra di sportivi, concordare con loro delle strategie per ottimizzare lo stato di idratazione prima, durante e dopo le gare e cercare di quantificare i miglioramenti nelle loro performance sportive e nel loro stato di salute dimostrandolo scientificamente mediante la realizzazione di un vero e proprio studio clinico.
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