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ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02162018-112333


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
LECCE, VALERIO
URN
etd-02162018-112333
Titolo
Valutazione del Precondizionamento Ischemico Remoto nella prevenzione della nefropatia indotta da mezzo di contrasto in UTI
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Forfori, Francesco
Parole chiave
  • prevenzione
  • CI-AKI
  • RIPC
  • creatininemia
  • TC con MdC
Data inizio appello
13/03/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
La CI-AKI (Contrast Induced - Acute Kidney Injury) si correla ad un aumento di mortalità e morbidità. Il danno renale causato dal mezzo di contrasto (MdC) si estrinseca mediante tossicità diretta e attraverso un meccanismo vascolare. Lo studio si prefigge lo scopo di valutare l’impatto del precondizionamento ischemico remoto sull’incidenza di CI-AKI.
Metodi e Risultati- 20 pazienti ricoverati nel reparto di Anestesia e Rianimazione Interdipartimentale dello Stabilimento Ospedaliero di Cisanello sottoposti ad esame TC con MdC, sono stati suddivisi in due gruppi: un primo gruppo di 9 pazienti, sottoposti alla procedura di RIPC (4 cicli composti da 5 minuti di ischemia con gonfiaggio del bracciale applicato all'arto superiore a 50 mmHg al di sopra del valore basale di pressione arteriosa sistolica, alternati a 5 minuti di sgonfiaggio del bracciale); un secondo gruppo di controllo, di 11 pazienti, sottoposti a cure standard. Entrambi i gruppi presentavano fattori di rischio per lo sviluppo di CI-AKI.
Il primo obiettivo è stato valutare l’incidenza di CI-AKI, definita come incremento della creatinina sierica relativo del 25% o assoluto di 0,5 mg/dl rispetto al valore basale entro 72h dalla somministrazione del MdC. Non sono stati rilevati eventi avversi associati al RIPC.
Conclusioni- Il RIPC si è dimostrato efficace nel prevenire la CI-AKI nei pazienti esaminati: 4/20 pazienti hanno sviluppato la CI-AKI, di cui 1/9 pazienti nel gruppo RIPC e 3/11 pazienti nel gruppo NO-RIPC. Il nostro lavoro richiederebbe un trial più ampio per risultati statisticamente più significativi e per la valutazione dell’outcome clinico.
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