Tesi etd-02152010-160422 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
MORELLI, LEONARDO
URN
etd-02152010-160422
Titolo
Interazioni del sistema immunitario e del sistema orexinergico nei disturbi del ciclo sonno-veglia
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof. Lucacchini, Antonio
Parole chiave
- ciclo sonno-veglia
- citochine
- narcolepsy
- orexin
- tripanosomiasi africana umana
Data inizio appello
10/03/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/03/2050
Riassunto
Costanti ricerche, nella storia dell’uomo, hanno permesso di far luce sul complicato stato del sonno. Il quadro certamente non è ancora completo, ma perora siamo in grado di descrivere la struttura, la regolazione fisiologica del sonno, i meccanismi in esso implicati e i neuroni che intervengono ad influenzare il ritmo sonno-veglia. Infatti le scoperte dei neuroni della melatonina, prima, e dell’orexina (ipocretina), poi, hanno illuminato meccanismi alla base del ritmo sonno-veglia che rimanevano ancora sconosciuti. L’orexina, in realtà la sua assenza, si è visto essere implicata nei disordini del sonno e ci ha quindi permesso di rivisitare e valutare meglio malattie del passato, come l’encefalite letargica e malattie che tuttora affliggono una parte della popolazione mondiale, come tripanosomiasi africana e narcolessia. Ha aperto nuove strade sugli studi di queste malattie e si è potuto arrivare a pensare che questi disordini siano correlati a reazioni immunitarie. Infatti anche se queste tre patologie differiscono in eziologia, interazioni sinaptiche, derivate da risposte di molecole immunitarie, potrebbero svolgere un ruolo patogenetico.
Queste conoscenze si sono viste poi essere implicate anche nei disturbi del sonno degli anziani. Comunque se tali studi ancora in corso venissero confermati porterebbero a nuovi approcci verso malattie ancora molto difficili da curare e decifrare. Inoltre la crescente conoscenza dell’intero sistema circadiano può migliorare la qualità di vita anche di individui depressi (sui quali approfondiremo soprattutto il sistema melatoninergico), e di individui la cui organizzazione temporale risulta alterata (desincronizzazione interna).
Queste conoscenze si sono viste poi essere implicate anche nei disturbi del sonno degli anziani. Comunque se tali studi ancora in corso venissero confermati porterebbero a nuovi approcci verso malattie ancora molto difficili da curare e decifrare. Inoltre la crescente conoscenza dell’intero sistema circadiano può migliorare la qualità di vita anche di individui depressi (sui quali approfondiremo soprattutto il sistema melatoninergico), e di individui la cui organizzazione temporale risulta alterata (desincronizzazione interna).
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