Tesi etd-02142019-114904 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
LEANZA, GLORIA
URN
etd-02142019-114904
Titolo
ANALISI PROTEOMICA SU VESCICOLE EXTRACELLULARI PER L'IDENTIFICAZIONE DI BIOMARCATORI DI SINDROME DI SJOGREN
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
CHIMICA E TECNOLOGIA FARMACEUTICHE
Relatori
relatore Prof.ssa Nencetti, Susanna
relatore Prof.ssa Morales, Maria Aurora
relatore Dott.ssa Rocchiccioli, Silvia
relatore Prof.ssa Morales, Maria Aurora
relatore Dott.ssa Rocchiccioli, Silvia
Parole chiave
- malattia autoimmune
- proteomica
- sindrome di Sjogren
- vescicole extracellulari
Data inizio appello
06/03/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/03/2089
Riassunto
La Sindrome di Sjögren è una malattia rara, reumatica, autoimmune e sistemica che colpisce le ghiandole esocrine, delineando un quadro clinico di xerostomia e xeroftalmia. Il danno tissutale deriva dalla presenza di infiltrati linfocitari, per una eccessiva responsività del sistema immunitario verso autoantigeni, da cui scaturisce anche uno stato infiammatorio cronico.
La diagnosi, finora, ha fatto uso di vari strumenti, come analisi del sangue, biopsia ed ecografia delle ghiandole parotidi, scialometria e test di Schirmer. Recentemente, è stata spostata l’attenzione sull’analisi proteomica della saliva, poiché, è stato dimostrato che questo fluido biologico, che può essere raccolto in modo semplice e non invasivo, fornisce importanti e valide informazioni sullo stato di salute dell’organismo.
Più precisamente, in questo lavoro di tesi sono stati ricercati biomarker nelle vescicole extracellulari (EV) presenti nella saliva di pazienti, confrontando i risultati con quelli di controlli sani. Tutte le cellule producono e rilasciano esternamente vescicole che sono classificate in base alla loro genesi, morfologia e dimensione in: esosomi (40-100 nm); microvescicole (100-1000 nm).
Queste vescicole contengono proteine, fattori di crescita, citochine, lipidi bioattivi ed anche acidi nucleici.
Le EV svolgono varie funzioni biologiche importanti e sono coinvolte nei processi di comunicazione intercellulare, nell’infiammazione, segnalazione immunitaria, angiogenesi e riparo tissutale e per questo rappresentano una utile fonte di biomarcatori diagnostici e prognostici. Il loro coinvolgimento nella patogenesi delle malattie autoimmuni rappresenta una nuova e importante area di interesse.
Per isolare le EV dalle salive è stato utilizzato un protocollo di centrifugazioni differenziali a velocità sempre crescenti, in modo da eliminare, nei diversi step, detriti cellulari e corpi apoptotici. Dopodiché, è stata operata una sonicazione, allo scopo di distruggere le microvescicole e liberare in soluzione tutte le sostanze in esse contenute, tra cui le proteine. Così, è stato possibile effettuare la determinazione proteica quantitativa, tramite il saggio dell’acido bicinconinico. Le proteine sono state, quindi, digerite con tripsina e trattate per la successiva analisi allo spettrometro di massa.
Questa analisi ha permesso l’identificazione di circa 300 proteine, di cui un terzo è espresso in modo differenziale nella saliva dei pazienti rispetto a quella dei controlli sani e, in particolar modo, l’82% delle proteine è risultato up-regolata nei pazienti Sjögren e il 18% down-regolata. L’analisi di gene ontology (GO) e dei network di interazione proteina-proteina ha evidenziato un arricchimento significativo di processi biologici prevalentemente coinvolti nella risposta immunitaria nei pazienti, indicando un possibile ruolo chiave per le EV nel processo di infiammazione e suggerendo potenziali biomarcatori diagnostici di patologia.
La diagnosi, finora, ha fatto uso di vari strumenti, come analisi del sangue, biopsia ed ecografia delle ghiandole parotidi, scialometria e test di Schirmer. Recentemente, è stata spostata l’attenzione sull’analisi proteomica della saliva, poiché, è stato dimostrato che questo fluido biologico, che può essere raccolto in modo semplice e non invasivo, fornisce importanti e valide informazioni sullo stato di salute dell’organismo.
Più precisamente, in questo lavoro di tesi sono stati ricercati biomarker nelle vescicole extracellulari (EV) presenti nella saliva di pazienti, confrontando i risultati con quelli di controlli sani. Tutte le cellule producono e rilasciano esternamente vescicole che sono classificate in base alla loro genesi, morfologia e dimensione in: esosomi (40-100 nm); microvescicole (100-1000 nm).
Queste vescicole contengono proteine, fattori di crescita, citochine, lipidi bioattivi ed anche acidi nucleici.
Le EV svolgono varie funzioni biologiche importanti e sono coinvolte nei processi di comunicazione intercellulare, nell’infiammazione, segnalazione immunitaria, angiogenesi e riparo tissutale e per questo rappresentano una utile fonte di biomarcatori diagnostici e prognostici. Il loro coinvolgimento nella patogenesi delle malattie autoimmuni rappresenta una nuova e importante area di interesse.
Per isolare le EV dalle salive è stato utilizzato un protocollo di centrifugazioni differenziali a velocità sempre crescenti, in modo da eliminare, nei diversi step, detriti cellulari e corpi apoptotici. Dopodiché, è stata operata una sonicazione, allo scopo di distruggere le microvescicole e liberare in soluzione tutte le sostanze in esse contenute, tra cui le proteine. Così, è stato possibile effettuare la determinazione proteica quantitativa, tramite il saggio dell’acido bicinconinico. Le proteine sono state, quindi, digerite con tripsina e trattate per la successiva analisi allo spettrometro di massa.
Questa analisi ha permesso l’identificazione di circa 300 proteine, di cui un terzo è espresso in modo differenziale nella saliva dei pazienti rispetto a quella dei controlli sani e, in particolar modo, l’82% delle proteine è risultato up-regolata nei pazienti Sjögren e il 18% down-regolata. L’analisi di gene ontology (GO) e dei network di interazione proteina-proteina ha evidenziato un arricchimento significativo di processi biologici prevalentemente coinvolti nella risposta immunitaria nei pazienti, indicando un possibile ruolo chiave per le EV nel processo di infiammazione e suggerendo potenziali biomarcatori diagnostici di patologia.
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