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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02142014-132213


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ZUBLENA, SILVIA
URN
etd-02142014-132213
Titolo
Carthamus tinctorius L.: nuove opportunità per una coltura multifunzionale. Studio della variabilità genotipica e dell’epoca di semina per la produzione di olio e composti coloranti
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
correlatore Mazzoncini, Marco
relatore Prof.ssa Angelini, Luciana Gabriella
Parole chiave
  • acidi grassi polinsaturi
  • cartamina
  • cartamo
  • carthamus tinctorius
  • chinocalconi
  • coltura multifunzionale
  • componenti della resa
  • compositae
  • confronto varietale
  • epoche di semina
  • flavonoidi
  • natural dyes
  • oleaginose
  • olio
  • olio vegetale
  • omega 3
  • piante da tintura
  • resa in seme
  • tintura naturale
Data inizio appello
10/03/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il cartamo (Carthamus tinctorius L.) è una delle più antiche colture addomesticate dall’uomo, coltivato anticamente in aree ristrette per i suoi molteplici usi. Il principale prodotto che se ne ricava è l’olio, utilizzato come olio alimentare e come materia prima per diverse produzioni industriali.Carthamus tinctorius L. è una specie erbacea annuale, con fusto ramificato e molto spesso con foglie e brattee che rivestono le infiorescenze spinescenti. Appartiene alla famiglia delle Compositae ed è originaria del Medio e vicino Oriente, anche se è stata coltivato da tempi remoti in Cina e in tutta l’area del Mediterraneo, lungo la valle del Nilo fino all’Etiopia. Negli ultimi anni si sta assistendo ad un rinnovato interesse per questa coltura, principalmente per le interessanti proprietà salutistiche dell’olio ricavabile dai suoi acheni (in quantità dal 20 al 40%, in funzione della varietà e delle condizioni di coltivazione), ricco in acidi grassi polinsaturi tra cui gli omega-3, utili all’organismo umano. La ricerca di nuovi costituenti alimentari attivi nella prevenzione delle malattie e/o nella promozione della salute è un settore di crescente interesse a livello europeo e in tal senso il cartamo, grazie alle proprietà del suo olio, potrebbe attrarre un consumatore attento ad una corretta e bilanciata alimentazione, che preveda la riduzione dell’assunzione di acidi grassi saturi. Il presente lavoro di tesi si inserisce nell’ambito del progetto finanziato dal PSR della Regione Toscana “IMES-SEMI Misura 124 Sviluppo di prodotti e processi innovativi per la produzione di oli e panelli vegetali” che ha lo scopo principale di definire tecnicamente gli aspetti innovativi della filiera per la produzione di olio vegetale e alimentare derivato da semi di oleaginose. In particolare, questo lavoro di tesi ha riguardato il confronto tra sei varietà di cartamo, caratterizzate da diversa morfologia (varietà spinescenti e inermi) e composizione acidica dell’olio, in due epoche di semina, autunnale e primaverile. Presso il Centro di Ricerche Agro-ambientali “E. Avanzi” dell’Università di Pisa è stata allestita, nella stagione 2012-2013, una prova di coltivazione in pieno campo, allo scopo di valutare le principali caratteristiche biometriche, produttive (resa e componenti della resa), nonché la resa in olio e la sua composizione acidica, in funzione della varietà, dell’epoca di semina e della loro interazione. Un altro importante obiettivo di questo studio è stato quello di valorizzare la componente rappresentata dai fiori, quali importante co-prodotto derivante dalla coltivazione del cartamo. I piccoli fiori tubulari, separati dal capolino, costituiscono infatti una fonte importante di coloranti naturali, in particolare la cartamina (per il rosso) e i chinocalconi (appartenenti al gruppo dei flavonoidi per il giallo), utilizzati sia nella tintura del tessile che come coloranti alimentari. A tale proposito, in fase di piena fioritura, sono stati campionati fiori di ciascuna varietà in entrambe le epoche di semina, ed analizzati mediante HPLC al fine di quantificare i principali composti coloranti. I risultati ottenuti hanno dimostrato come la scelta della varietà rappresenti un aspetto critico della coltivazione del cartamo, in quanto in grado di influenzare, non solo le rese in seme, ma anche le caratteristiche qualitative delle produzioni. Parallelamente, anche l’epoca di semina ha giocato un ruolo significativo nel determinare le perfomance produttive della coltura, in relazione all’ambiente pedo-climatico di riferimento. Questo studio ha consentito di valutare le potenzialità produttive delle varietà in esame, individuando quelle migliori in termini di resa in seme, composizione in acidi grassi dell’olio e contenuto in composti coloranti. La coltura del cartamo potrebbe offrire interessanti opportunità per i sistemi agricoli toscani, rappresentando un valido strumento per aumentare la sostenibilità agro-ambientale, la differenziazione dei sistemi colturali tradizionali e, conseguentemente, concorrere a diversificare ed elevare il reddito aziendale.
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