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Fra il 1949 ed il 1990 la Germania fu divisa in due stati sovrani all’interno dei quali si formarono due identità distinte caratterizzate da stili di vita e prospettive molto differenti. Il 9 novembre 1989, a seguito della caduta del muro di Berlino, iniziò il processo di riunificazione delle due Germanie, guidato dal cancelliere della Germania Occidentale, Helmut Kohl, il quale si impegnò fortemente nella causa, tanto da venir rinominato “Cancelliere dell’unità”.
L’elaborato ha il compito di analizzare il complesso processo di riunificazione delle due Germanie, dalla caduta del muro di Berlino fino alla fine della cosiddetta “era Kohl”. L’analisi si concentra sia sulle problematiche nazionali dovute alle differenze sociali, economiche e culturali, che sul contesto internazionale riguardante il processo di accettazione della Germania riunificata. La riunificazione tedesca scatenò inizialmente le paure di molti leader europei ma il governo della Repubblica Federale tedesca seppe rassicurare il mondo sul fatto che la Germania avesse abbandonato le proprie aspirazioni imperialiste in favore di politiche pacifiche e di stampo europeista e atlantico. Ciò detto, nel corso dell’ultimo decennio del ventesimo secolo la Germania prese sempre più spazio sulla scena internazionale, mostrandosi come il motore economico d’Europa e come una sempre più assertiva “potenza civile”, capace di imporre un proprio ruolo egemone all’interno del continente. Per converso, a 35 anni dalla caduta del muro di Berlino, il divario tra le due Germanie sembra ancora ampio, tanto da far dubitare che una vera e propria riunificazione sia effettivamente avvenuta.