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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02132013-095307


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
CORUCCI, FRANCESCO
Indirizzo email
coru83@gmail.com
URN
etd-02132013-095307
Titolo
FRA PUBBLICO E PRIVATO: GESTIRE I BENI COMUNI
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
SVILUPPO E GESTIONE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO
Relatori
relatore Prof. Luzzati, Tommaso
Parole chiave
  • definizione di beni
  • economia istituzionale
  • Coase
  • il dilemma del prigioniero
  • Hardin
  • teoria dei giochi
  • Williamsom
  • analisi delle istituzioni
  • bene privato
  • esternalità
  • Ostrom
  • bene pubblico
  • l'organizzazione
  • i servizi pubblici
  • referendum
  • imprese sociali
  • costi di transazione
  • fallimenti di mercato
  • comunità
  • regole collettive
  • motivazioni
  • economia ecologica
  • economia capitalista
  • risorse e beni comuni
Data inizio appello
28/02/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
L'economia mondiale, ma soprattutto quella dei paesi sviluppati, dal 2008 sta attraversando una profonda crisi economica; identificata da molti come una crisi del modello liberista dominante, di certo la possiamo inquadrare come la prima crisi dell’era globale. Nel mutato contesto socio-economico stanno riacquisendo importanza nel dibattito pubblico i cosiddetti beni comuni; principale scopo di questo lavoro di tesi è passare in rassegna i modelli teorici di riferimento per la loro analisi e gestione.
Come primo passo (capitolo 1) si analizza il legame fra la crisi ambientale e quella economica, partendo dalla costatazione che il sistema economico, in quanto fondato sul mercato e sulla concorrenza, tende per sua natura a esternalizzare molti costi, i cosiddetti costi sociali, e ad un intenso sfruttamento delle risorse naturali, in molti casi ben oltre le capacità rigenerative della natura. Il processo economico è lineare, prelevando materia ed energia (fossile) in grandi quantità, espulse poi rapidamente in forma di scarto, mentre la natura è costituita da cicli i cui i tempi molto più lunghi rispetto a quelli economici e in cui il rifiuto di una componente è materia prima per l'altra. Queste differenze determinano, nel lungo periodo, il depauperimento delle risorse ambientali che oggi, insieme al manifestarsi della crisi, ha stimolato il dibattito sui beni e sulle risorse comuni.
Nel capitolo 2 si vede come la teoria dei giochi sia il principale strumento con il quale la teoria economica affronta questi temi, anche se gli esiti sono spesso in contrasto con molte esperienze concrete. Fra le varie idee, ha riscosso notevole successo quella che, ispirandosi a Ronald Coase, propone di regolare i beni e delle risorse comuni tramite la creazione di un mercato per lo scambio di diritti di proprietà, ovvero attraverso una loro valutazione monetaria decentralizzata.
Nel capitolo 3, dopo aver passato in rassegna critica le definizioni di beni e risorse comuni, considerando la complessità della compenetrazione fra elementi oggettivi (individuati dall'economia del benessere) e aspetti soggettivi (connessi ai processi sociali che ruotano intorno alla funzionalità dei beni e delle risorse al fine del benessere della collettività) la tesi illustra un approccio differente rispetto a quello tradizionale, quello istituzionalista della Ostrom e di Willianson.  
Nell'ultimo capitolo si mostra come le teorie descritte nei capitoli precedenti si integrano male con la realtà normativa italiana ed europea. E' inoltre evidente che il quadro politico e culturale che a partire dai primi anni ’90 ha prodotto la grande stagione delle privatizzazioni, è in contrasto con quello suggerito dalla teoria sui beni comuni. Con il referendum del 2011 per abrogare parti della legge 133 del 2008 sulla privatizzazione dei servizi pubblici, si è forse avviata una fase di inversione di tendenza. Il risultato della consultazione fornisce la possibilità di tornare a sistemi aziendali diversi dalle società di diritto comune, con la possibilità di istituire anche aziende speciali e con la volontà di approntare la gestione ad un platea più ampia di cittadini e associazioni, nel solco dell’esperienza che viene dai modelli di imprese sociali.
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