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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02122024-095316


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PIERI, MARTINA
URN
etd-02122024-095316
Titolo
La performance nel sistema giudiziario: analisi dell’impiego di uno strumento aziendalistico al servizio dell’interesse pubblico
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof.ssa Talarico, Lucia
Parole chiave
  • performance
  • rapporto cepej
  • riforma Brunetta
  • sistema giudiziario
Data inizio appello
26/02/2024
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Questo elaborato si propone di esaminare l’adozione da parte della sfera amministrativa del concetto inedito di performance, soffermandosi dapprima sul contesto storico-giuridico che ha portato a questa apertura verso il mondo aziendalistico, per poi passare allo studio del testo principe in materia ovvero la “riforma Brunetta”. Successivamente viene analizzato il sistema giudiziario italiano, mettendolo anche a confronto con altri Paesi.
Il testo è suddiviso in tre capitoli, ognuno dei quali affronta una tematica specifica. Il primo capitolo ripercorre i principali interventi legislativi che a partire dagli anni ’90 hanno coinvolto la pubblica amministrazione, caratterizzati dal comune proposito del legislatore di aprire, e dunque far dialogare, la dimensione privata con il contesto pubblico. Uno dei testi normativi che maggiormente incarnano questo spirito è il decreto legislativo n. 150/2009, conosciuto come “riforma Brunetta”. La riforma Brunetta ha portato delle significative novità nella pubblica amministrazione a partire dall’introduzione del concetto di performance; è un termine che proviene dal mondo aziendalistico per poter essere utilizzato in ambito pubblico, nello specifico in ambito giuridico. Il testo normativo ha introdotto il ciclo di gestione della performance (suddiviso in sei fasi), riporta quelli che sono gli strumenti utilizzati nel ciclo stesso, i più importanti sono sicuramente la Relazione sulla performance e il Piano della performance, ed infine individua i soggetti coinvolti nel ciclo stesso specificando il ruolo da essi ricoperto. La riforma Brunetta non è però riuscita a portare i risultati sperati, per questo, nel 2017, è stato emanato il decreto legislativo n. 74 per apportare delle modifiche al decreto n. 150/2009, tuttavia, anche in questo caso gli effetti positivi attesi rimangono limitati.
Il secondo capitolo introduce il sistema giudiziario italiano descrivendone la struttura, per poi passare all’analisi dei principi del processo. Entra successivamente nello specifico delle performance del sistema giudiziario, approfondendo la tematica della lentezza dei processi, che rappresenta uno dei principali problemi del nostro ordinamento, tant’è che l’Italia è il Paese ad aver ricevuto il maggior numero di condanne dalla Corte EDU, infatti, nell’arco temporale che va dal 1959 al 2022 l’Italia ha ricevuto 1.230 condanne. Valuta quindi le tempistiche anche considerando il fenomeno della pandemia di Covid-19, e introduce il tema della digitalizzazione, in quanto gli strumenti tecnologici sono stati di fondamentale importanza per non fermare la macchina giudiziaria.
La terza parte apre lo sguardo al contesto giuridico internazionale, adottando un approccio comparatistico. Il capitolo è dedicato all’analisi dell’ultimo rapporto CEPEJ (del 2022) finalizzato a fotografare lo stato di salute del sistema giudiziario dei Paesi aderenti. La prima parte della relazione CEPEJ esamina il budget stanziato dai singoli Stati che è essenziale per il buon funzionamento della giustizia, riportando l’ammontare degli investimenti che vengono previsti. Successivamente approfondisce l’organizzazione della giustizia, ovvero il numero di tribunali di ogni grado, come questo numero si è evoluto nel tempo, ma anche la tipologia di tribunali presenti nei diversi Paesi. Passa poi all’analisi dell’implementazione della tecnologia, la cui importanza è cresciuta considerevolmente negli ultimi anni per via della pandemia di Covid-19, permettendo un miglior accesso alla giustizia e una migliore qualità dei servizi erogati a favore dei cittadini. Nei sistemi giudiziari già da tempo si è provveduto all’utilizzo della tecnologia, in quanto permette di automatizzare le operazioni svolte dal personale e facilita l’accesso alle informazioni e ai dati. Tuttavia, durante la pandemia la tecnologia ha assunto un ruolo addirittura centrale, in quanto in assenza di essa non sarebbe stato possibile continuare le attività relative al settore e l’intero sistema giudiziario sarebbe stato bloccato, comportando di conseguenza una lesione dei diritti dei cittadini. L’ultimo aspetto preso in considerazione è quello relativo all’efficienza dei sistemi giudiziari; individua due indicatori, ovvero il Disposition Time e il Clearance rate, rispettivamente il tempo di disposizione e l’indice di rotazione dei procedimenti iscritti, sui quali ha inciso il Covid-19 anche se in maniera differente.
In generale, la pandemia ha avuto un ruolo predominante sui dati prodotti nel periodo preso in considerazione e, sicuramente, ha inciso sulle tempistiche, tuttavia, dovremo aspettare i prossimi cicli per comprendere la reale portata di tale evento sul sistema giudiziario.
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