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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02122021-214442


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
ACIERNO, DONATELLA
URN
etd-02122021-214442
Titolo
VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARITMICO NEL PAZIENTE PSICHIATRICO
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Franzoni, Ferdinando
relatore Prof. Miniati, Mario
Parole chiave
  • HRV
  • qtc
  • qtd
  • TCA
  • Bazett
  • antipsicotici tipici vs atipici
  • quetiapina
  • lqts
  • torsione di punta
  • aloperidolo
  • chlorpromazine
  • antipsychotics
  • quetiapine
  • haloperidol
  • heart rate variability.
  • torsades de pointes
  • antipsicotici
  • typical vs. atypical antipsychotics
  • tdp
  • qt / qtc interval prolongation
  • clorpromazina
  • antidepressivi
  • psychotic spectrum disorders
Data inizio appello
09/03/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/03/2091
Riassunto
Background
NRL e TCA sono farmaci correlati ad un aumentato rischio di prolungamento del QT.
Il QT prolongation viene considerato come indice di rischio aritmico e ciò porta ad uno stretto monitoraggio elettrocardiografico del paziente in terapia. Ad oggi, l’effettivo rischio di VA e\o SCD associata alla mono o politerapia non è definito in modo univoco in letteratura. Il meccanismo fisiopatologico alla base dell’allungamento del tratto QT indotto da questi farmaci è correlato ad un blocco dei hERG del K+ e non è classe dipendente. Il QT è un parametro strettamente dipendente dalla frequenza cardiaca e per tale motivo va corretto (QTc). La formula più utilizzata è la formula di Bazett, che tende a sovrastimarne l’allungamento. In letteratura, ad ogni modo, il QTc appare come un marker di rischio aritmico imperfetto. La QTd è la dispersione dell'intervallo QT sull'ECG ed è considerata un’importante fattore predittivo di mortalità cardiovascolare qualora risulti >58; ne viene raccomandato l’uso come marker di rischio aritmico. L’HRV è la variabilità della frequenza cardiaca e la sua analisi ci fornisce un indice del bilancio simpatico/vagale, del rischio di aritmie e di IMA. L’Heart Rate Variability sembra sia ridotta nel paziente psichiatrico indipendentemente dalla terapia in atto. L’unica categoria di farmaci che determina una sua significativa riduzione appare, in letteratura, quella dei TCA.
Materiale e Metodo
Valutare, in 3 fasi, l’effetto dei farmaci NRL e TCA sui markers di rischio aritmico: QT Interval, QTc corretto tramite tre formule alternative alla Bazett (Fridericia, Framingham e Hodges), QT Dispersion e HRV, tramite ECG dinamico Holter.
FASE 1: revisione delle cartelle di 84 pazienti ricoverati in DH, per rilevare: sesso, età, BMI, diagnosi, terapia, FC, RR, QTc e calcolare la QT dispersione a mano sui tracciati.
FASE 2: reclutamento di 83 inpatients, per i quali si è proceduto, oltre alla revisione delle cartelle, ad eseguire un ECG al momento della dimissione, come confronto.
FASE 3: esecuzione di un ECG dinamico Holter delle 24h in 17 pazienti selezionati, per la valutazione dell’incidenza di aritmie e lo studio della HRV (LF power, HF power, TOTAL power, LF/HF, SDNN, pNN50, RMSSD).
L’analisi statistica è stata eseguita usando il pacchetto SPSS.
Risultati
La popolazione idonea è risultata essere composta da 167 pazienti, tutti volontari, di sesso maschile e femminile, di età compresa tra 16 e 80 anni, affetti da differenti disturbi mentali e trattati con NRL, TCA, Litio e stabilizzanti dell’umore. La distribuzione dell’età e del sesso erano normali, gli esami ematochimici e il BMI risultavano nel range. Non sono state riscontrate differenze significative dei markers aritmici tra i campioni male e female, né in correlazione alla terapia in atto al ricovero, o confrontandola con quella in dimissione; nemmeno i confronti tra mono e politerapia hanno evidenziato un impatto sui markers analizzati. L’applicazione di formule alternative ha confermato che la formula di Bazett sovrastima il QTc. La QTd è lievemente alterata in 51 pazienti su 167 (QTd ≥50), di questi solo 12 pazienti presentano un valore superiore a 60, ma il valore di QTd non sembra correlato alla terapia. L’HRV risulta leggermente più basso nel paziente psichiatrico in terapia.
Conclusioni
La terapia con NRL e TCA non determina significative interferenze sugli indicatori di rischio aritmico presi in analisi. Tali farmaci appaiono abbastanza sicuri dal punto di vista cardiologico, anche a dosaggio pieno, nonostante la letteratura riporti la necessità di essere cauti nel loro utilizzo. Il rischio aritmico nel paziente psichiatrico è basso, in assenza di altri risk factors e patologie concomitanti, sebbene vi sia un warning sull’utilizzo dei NRL, soprattutto di prima generazione. Il numero di elettrocardiogrammi effettuati in questa popolazione è elevato rispetto alle evidenze cliniche, per questo motivo si propongono strategie alternative come: correzione del QT con la formula di FRI o HOD; calcolo della QTd, se QTc alterato (>450-470 ms.); studio della HRV, come indice alternativo di rischio aritmico. Il limite principale dello studio è legato al ristretto numero di pazienti per ciascun raggruppamento per terapie in atto. L’indicazione è quella di implementare i dati per QTd e HRV, in modo da estrapolare un algoritmico predittivo di rischio aritmico più utile del solo QT allo scopo di ridurre drasticamente il numero degli esami eseguiti su questa popolazione di pazienti.

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