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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02122018-161649


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
GILIO, DONATELLA
URN
etd-02122018-161649
Titolo
EFFETTI DELLA TERAPIA CON LEPTINA UMANA RICOMBINANTE IN UN GRUPPO DI PAZIENTI AFFETTI DA LIPODISTROFIA
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Santini, Ferruccio
Parole chiave
  • lipodistrofia parziale
  • leptina
  • lipodistrofia generalizzata
  • tessuto adiposo
  • sindromi lipodistrofiche
Data inizio appello
13/03/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/03/2088
Riassunto
Le sindromi lipodistrofiche rappresentano un gruppo eterogeneo di malattie molto rare, caratterizzate dalla perdita più o meno estesa di tessuto adiposo sottocutaneo, in assenza di uno stato di deprivazione nutrizionale o di aumentato catabolismo.
Nei soggetti sani il tessuto adiposo, in qualità di organo endocrino, produce adipocitochine tra le quali leptina e adiponectina.
Nelle lipodistrofie l’assenza completa o parziale del tessuto adiposo sottocutaneo comporta una riduzione più o meno marcata della concentrazione sierica di leptina con conseguente iperfagia, simulando un quadro analogo a quello del digiuno prolungato.
La leptina è una proteina di 167 aminoacidi, viene prodotta prevalentemente dal tessuto adiposo bianco e la sua concentrazione nel sangue è direttamente correlata alla quantità di grasso corporeo, riflettendo l'entità dei depositi energetici.
Questo ormone agisce a livello ipotalamico dove induce il senso di sazietà, riduce l'introito calorico ed aumenta la spesa energetica, regolando la produzione di peptidi come l’-MSH, derivato dal clivaggio della pro-opiomelanocortina (POMC), il neuropeptide Y (NPY) e l’Agouti related protein AgRP. A livello periferico favorisce l'utilizzo del glucosio da parte del muscolo scheletrico.
Nei soggetti lipodistrofici, data la ridotta espandibilità del tessuto adiposo e quindi la sua incapacità di accumulare un surplus energetico anche a fronte di apporti calorici minimi, i lipidi tendono ad accumularsi in sedi ectopiche quali fegato, muscolo, pancreas e probabilmente altri organi.
Questi depositi ectopici contribuiscono in maniera rilevante all’insorgenza di numerose comorbidità principalmente di tipo endocrino-metabolico, cardiovascolare, epatico e pancreatico.
Avendo l’ipoleptinemia un ruolo cruciale nello sviluppo del quadro clinico dei pazienti lipodistrofici, si comprende come la terapia sostitutiva con Metreleptina (leptina umana ricombinante) sia la modalità di trattamento più fisiologica.
L’impiego della Metreleptina in tali quadri sindromici si è dimostrato estremamente efficace portando, nella maggior parte dei pazienti trattati, alla remissione o comunque al controllo delle comorbidità.
Per le lipodistrofie generalizzate (CGL e AGL) la Metreleptina è attualmente approvata negli Stati Uniti ed in Giappone; in quest’ultimo Paese è approvata anche per le forme parziali.
In Italia, invece, il trattamento con leptina è disponibile solo all'interno di programmi di terapia compassionevole o per disposizione dell'AIFA, in base alla legge 326 del 2003.
In questa tesi viene presentata la casistica di 5 pazienti affetti da lipodistrofia seguiti presso il Centro Obesità dell’U.O. Endocrinologia 1 dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e trattati con Metreleptina.
Di questi 5 pazienti, 2 sono affetti da lipodistrofia generalizzata acquisita (AGL), 1 è affetto da lipodistrofia generalizzata congenita (CGL-1) e 2 presentano lipodistrofia acquisita parziale (APL).
In analogia con quanto riportato in letteratura, anche nella nostra casistica abbiamo potuto rilevare una notevole efficacia della terapia con Metreleptina potendo evidenziare dei marcati miglioramenti dei parametri ematochimici, antropometrici e strumentali.
Nello specifico, in riferimento ai principali parametri metabolici, abbiamo registrato in media una riduzione di circa il 70% dell’emoglobina glicata, di circa il 60% della trigliceridemia e di circa il 40% delle transaminasi rispetto ai valori pre-terapia. In tutti i pazienti trattati, inoltre, si è avuta una riduzione media di circa il 45% del volume epatico.
In conclusione, i risultati ottenuti nella nostra casistica di pazienti, sia in quelli affetti dalla forma generalizzata che da quella parziale, indicano che questa terapia con leptina umana ricombinante è molto efficace nel controllo delle comorbidità associate alle lipodistrofie.
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