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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02122016-022337


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CAROSSO, LARA
URN
etd-02122016-022337
Titolo
Influenza del traffico marittimo sulla distribuzione dei cetacei nel Mar Tirreno Settentrionale
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Prof. Castelli, Alberto
relatore Dott.ssa Arcangeli, Antonella
Parole chiave
  • cetacei
  • Mar mediterraneo
  • pressioni antropiche
  • traffico marittimo
Data inizio appello
29/02/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
I cetacei vivono in un ambiente estremamente vasto e ampiamente contaminato dall’uomo: i cambiamenti climatici e l’inquinamento antropico hanno progressivamente modificato le caratteristiche dell’ecosistema marino, andando ad influenzare il loro comportamento. Si è reso quindi sempre più necessario ottenere maggiori informazioni su questi animali e sul loro habitat. Ad oggi, le conoscenze in merito sono ancora limitate e gli studi volti a fornire più dettagli riguardo tali organismi si basano soprattutto su osservazioni dirette e differenti tipi di campionamento. Il ruolo primario dei cetacei nell’ecosistema marino, così come le diverse interazioni con le attività antropiche, hanno prodotto nella comunità scientifica attuale un interesse via via crescente: lo studio dello status delle popolazioni di cetacei è essenziale per promuovere piani di conservazione e corrette politiche di gestione per limitare gli effetti che l’uomo inevitabilmente ha sull’ambiente, e il monitoraggio garantisce un controllo continuo sulla loro efficacia.
Il lavoro svolto mira ad incrementare quelle che sono le conoscenze attuali mediante l’utilizzo di un metodo standardizzato denominato Fixed Line Transect: esso prevede ripetute osservazioni lungo rotte fisse finalizzate all’avvistamento e all’identificazione delle specie di cetacei. I transetti lineari fissi possono essere indagati sia con imbarcazioni dedicate sia con navi che percorrono più volte lo stesso tragitto: in particolar modo, i traghetti di linea si prestano ad essere utilizzati come piattaforma di osservazione, permettendo all’operatore di avere una visuale ampia, stabile e sopraelevata rispetto alla superficie del mare. Inoltre garantiscono la ripetibilità della rotta e bassi costi di gestione, consentendo un monitoraggio su larga scala e a lungo termine.
Il progetto di monitoraggio dei cetacei coordinato dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e sviluppato in collaborazione con altri enti, consiste in una rete di osservazioni costituita da diversi transetti trans-regionali fissi, che forniscono dati stagionali e annuali su tutto il Mediterraneo. Questa attività, riproposta e riattivata a partire dal 2007, ha avuto un buono sviluppo e, anche se con difficoltà, è riuscita ad espandersi considerevolmente: è stato istituito un vero e proprio network, basato su di un protocollo, che lavora su 10 tratte differenti e che ha la capacità di condividere i dati e i risultati ottenuti.
Nel presente lavoro di tesi sono state considerate due delle 10 tratte coordinate dall’Università di Pisa, Livorno-Bastia e Livorno-Golfo Aranci, entrambe collocate nel Mar Tirreno settentrionale e situate all’interno del Santuario Pelagos (la prima interamente, la seconda per i ¾).
Il santuario dei mammiferi marini Pelagos è un’area marina protetta che si estende per circa 87.500 km2 nel Mediterraneo nord occidentale fra Italia, Francia e Principato di Monaco e comprende il Mar Ligure, parte del Mar Tirreno e del Mare di Corsica. Nato nel 1999, ha assunto valenza istituzionale solo dopo essere stato ufficialmente riconosciuto dalle Parti della Convenzione di Barcellona per la Protezione del Mediterraneo e solo nel 2001 è stato inserito nell’elenco delle Aree Specialmente Protette di Interesse Mediterraneo (ASPIM), acquistando importanza a livello internazionale.
Lo studio è volto ad indagare quali siano le specie di cetacei nelle aree prese in considerazione e la loro distribuzione in questa sezione di mare, ma soprattutto le eventuali pressioni e condizionamenti che possono subire tali specie: in particolare è stato analizzato il potenziale impatto del traffico marittimo. Esso rappresenta una delle molte minacce antropogeniche a cui sono sottoposti questi organismi e il Mediterraneo è tra i mari più trafficati.
Quindi, successivamente alla fase di monitoraggio avvenuta durante il biennio 2013/2014, i dati sono stati elaborati ed il lavoro è stato poi così implementato: a partire dai parametri meteorologici rilevati sono stati determinati il numero totale di transetti, le ore totali di navigazione e le miglia totali percorse; inoltre sono state calcolate le ore totali di navigazione in condizioni meteo-marine buone (mare di forza inferiore o uguale a 3 della scala Beaufort) e la velocità media di navigazione, allo scopo di ottenere le miglia nautiche totali percorse con mare favorevole.
Sono state svolte analisi riguardanti i cetacei avvistati, soprattutto S.coeruleoalba, T.truncatus, B.physalus e P.macrocephalus, determinando il numero di avvistamenti totale e per specie, l’abbondanza relativa ed il tasso d’incontro (Encounter rate) definito in base al numero di avvistamenti per specie e ai chilometri percorsi in osservazione per ogni singola traversata effettuata; inoltre, tramite il Mann-Whitney test, sono state confrontate le medie dei vari tassi d’incontro.
Per quanto riguarda il traffico marittimo è stata indagata la possibile correlazione tra la presenza di navi e gli avvistamenti, registrando e comparando il numero totale di imbarcazioni in presenza e in assenza di avvistamento di cetacei. Un’analisi statistica, che ha previsto l’utilizzo del Kolmogorov-Smirnov test, ha permesso di verificare tale ipotesi.
I risultati ottenuti evidenziano che durante l’avvistamento di tutte le specie, eccetto che per il T.truncatus, il numero di navi è inferiore rispetto alla quantità d’imbarcazioni rilevata in assenza di avvistamento.
Le mappe delle varie distribuzioni sono state ottenute mediante l’utilizzo del software ArcGIS 10.1 mentre le analisi statistiche sono state effettuate tramite PAST 2.17c.
I risultati conseguiti mediante l’applicazione di questa metodologia d’indagine potrebbero contribuire ad individuare, nell’ambito dell’interazione uomo-animale, quelle che sono le principali problematiche e quindi le possibili misure di conservazione e mitigazione del disturbo, ed a salvaguardare gli organismi e il loro ambiente.
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