Tesi etd-02122009-002148 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
ANGIOLOTTI, SARA
URN
etd-02122009-002148
Titolo
Valutazione della flusso limitazione a riposo in soggetti normali e affetti da BPCO mediante tecnica di Hyatt
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
Relatore Dott. Celi, Alessandro
Parole chiave
- broncopneumopatia cronica ostruttiva
Data inizio appello
17/03/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/03/2049
Riassunto
La flusso limitazione a riposo è una condizione in cui è presente una riduzione della riserva di flusso espiratorio per cui già in
condizioni di riposo il soggetto respira utilizzando i flussi espiratori massimi possibili ad ogni determinato volume polmonare. Nel caso che un paziente flusso limitato a riposo abbia la necessità di aumentare la ventilazione/minuto (per esempio a seguito di uno sforzo), dovrà necessariamente aumentare il volume a cui respira, visto che a volumi maggiori corrispondono flussi maggiori. Questo causa un aumento del livello di capacità funzionale residua, e quindi una riduzione della capacità inspiratoria, denominato insufflazione dinamica e
responsabile almeno in parte del sintomo dispnea.
La flusso limitazione può essere valutata sovrapponendo le curve flusso/volume di atti respiratori a volume corrente a riposo con una curva flusso/volume massimale.
La flusso limitazione si verifica se le curve si sovrappongono. Poiché questo approccio ha dei limiti teorici, è stata proposta una tecnica alternativa che consiste nell’applicare una pressione negativa alla bocca durante espirazione a volume corrente. La flusso limitazione si verifica se l’applicazione di tale pressione
non determina aumento del flusso espiratorio. Tuttavia, questa tecnica, pur teoricamente più valida, non è riuscita ad entrare nell’uso routinario, probabilmente per la sua relativa complessità concettuale e per il suo costo.
Lo scopo del presente lavoro è stato quello di valutare se la misura della flusso limitazione con la tecnica tradizionale, tecnica che non comporta costi aggiuntivi rispetto alla spirometria, consenta comunque una classificazione sufficientemente accurata dei soggetti per quanto riguarda la presenza o meno di flusso limitazione.
Sono stati sottoposti a test di funzione respiratoria, prima e dopo somministrazione di broncodilatatore, un gruppo di 30 soggetti.
La flusso limitazione è stata valutata con il metodo della sovrapposizione delle curve flusso/volume.
Si è ottenuto un incremento significativo della capacità inspiratoria dopo somministrazione di broncodilatatore solo nel gruppo di pazienti flusso limitati. Non è stato invece possibile
effettuare una correlazione tra dispnea e flusso limitazione a causa della eterogeneità del campione che era appunto costituito da soggetti con volume espiratorio massimale al primo secondo troppo diverso tra loro per poter essere paragonati.
L’osservazione che solo nei pazienti classificati come flusso limitati a riposo sulla base del metodo della sovrapposizione delle curve flusso/volume si è avuto un incremento significativo della capacità inspiratoria dopo broncodilatatore suggerisce comunque che questo approccio è clinicamente valido. Infatti, la teoria prevede che la capacità inspiratoria sia determinata dall’equilibrio delle forze di ritorno elastico della gabbia toracica e del polmone, e quindi non modificabile nel breve periodo dalla terapia nei soggetti non flusso limitati mentre nei pazienti flusso limitati la capacità inspiratoria è determinata dall’entità della flusso limitazione stessa ed è quindi passible di modifica dopo terapia.
condizioni di riposo il soggetto respira utilizzando i flussi espiratori massimi possibili ad ogni determinato volume polmonare. Nel caso che un paziente flusso limitato a riposo abbia la necessità di aumentare la ventilazione/minuto (per esempio a seguito di uno sforzo), dovrà necessariamente aumentare il volume a cui respira, visto che a volumi maggiori corrispondono flussi maggiori. Questo causa un aumento del livello di capacità funzionale residua, e quindi una riduzione della capacità inspiratoria, denominato insufflazione dinamica e
responsabile almeno in parte del sintomo dispnea.
La flusso limitazione può essere valutata sovrapponendo le curve flusso/volume di atti respiratori a volume corrente a riposo con una curva flusso/volume massimale.
La flusso limitazione si verifica se le curve si sovrappongono. Poiché questo approccio ha dei limiti teorici, è stata proposta una tecnica alternativa che consiste nell’applicare una pressione negativa alla bocca durante espirazione a volume corrente. La flusso limitazione si verifica se l’applicazione di tale pressione
non determina aumento del flusso espiratorio. Tuttavia, questa tecnica, pur teoricamente più valida, non è riuscita ad entrare nell’uso routinario, probabilmente per la sua relativa complessità concettuale e per il suo costo.
Lo scopo del presente lavoro è stato quello di valutare se la misura della flusso limitazione con la tecnica tradizionale, tecnica che non comporta costi aggiuntivi rispetto alla spirometria, consenta comunque una classificazione sufficientemente accurata dei soggetti per quanto riguarda la presenza o meno di flusso limitazione.
Sono stati sottoposti a test di funzione respiratoria, prima e dopo somministrazione di broncodilatatore, un gruppo di 30 soggetti.
La flusso limitazione è stata valutata con il metodo della sovrapposizione delle curve flusso/volume.
Si è ottenuto un incremento significativo della capacità inspiratoria dopo somministrazione di broncodilatatore solo nel gruppo di pazienti flusso limitati. Non è stato invece possibile
effettuare una correlazione tra dispnea e flusso limitazione a causa della eterogeneità del campione che era appunto costituito da soggetti con volume espiratorio massimale al primo secondo troppo diverso tra loro per poter essere paragonati.
L’osservazione che solo nei pazienti classificati come flusso limitati a riposo sulla base del metodo della sovrapposizione delle curve flusso/volume si è avuto un incremento significativo della capacità inspiratoria dopo broncodilatatore suggerisce comunque che questo approccio è clinicamente valido. Infatti, la teoria prevede che la capacità inspiratoria sia determinata dall’equilibrio delle forze di ritorno elastico della gabbia toracica e del polmone, e quindi non modificabile nel breve periodo dalla terapia nei soggetti non flusso limitati mentre nei pazienti flusso limitati la capacità inspiratoria è determinata dall’entità della flusso limitazione stessa ed è quindi passible di modifica dopo terapia.
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