Thesis etd-02112024-123155 |
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Thesis type
Tesi di laurea magistrale
Author
BARILLÀ, VINCENZO
URN
etd-02112024-123155
Thesis title
IL LAVORO AGILE
Department
ECONOMIA E MANAGEMENT
Course of study
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Supervisors
relatore Prof.ssa Mortillaro, Giuseppina
Keywords
- il lavoro agile
- legge 81/2017.
- smart working
- south working
- telelavoro
Graduation session start date
26/02/2024
Availability
Full
Summary
«L’obsolescenza dell’organizzazione del lavoro ci porta a vivere una sorta di schizofrenia per cui, mentre come persone, consumatori e cittadini ci sentiamo flessibili e all’avanguardia, come lavoratori ci scontriamo quotidianamente con vincoli e rigidità di cui non conosciamo più alcuna ragione di esistere».1
La modificazione profonda del panorama lavoristico in Italia ed in Europa ci porta a riflettere
sulle potenzialità insite nell’impiego della tecnologia nel rapporto di lavoro, e sui suoi intrinseci rischi. Stando ai dati dell’ottobre 2022 dell’Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano, i lavoratori agili in Italia sarebbero 480.000
Al di là dei numeri il lavoro agile sembrerebbe costituire un istituto che realizza benefici sia alla parte datoriale che ai lavoratori, essendo fondato sulla volontà di responsabilizzare i lavoratori concedendo ampi margini di autonomia nell’organizzazione del tempo e della scelta del luogo di lavoro, e rendendoli maggiormente produttivi e fidelizzati all’azienda.
I lavoratori risulterebbero supportati nel bilanciamento necessario tra vita lavorativa e vita privata.
Il lavoro agile, introdotto dalla legge 22 maggio 2017, n. 81, costituisce una delle risposte attuali alla necessità di riformare l’organizzazione del lavoro. Questo istituto è stato
costruito come modalità di svolgimento del rapporto di lavoro subordinato e pare sposare le
spinte allo svecchiamento dell’impianto tradizionale del nostro ordinamento, basato sulla presenza fisica in azienda e sulla possibilità del datore di lavoro di controllare in modo costante l’operato del lavoratore. Attraverso il lavoro agile si è tentato di fornire una risposta alla necessità di progresso, in primo luogo ideologico e relativo ad una nozione di subordinazione di cui all’art. 2094 c.c. in lento, ma inevitabile declino, ed anche organizzativo: lavorare da remoto consente al lavoratore di conciliare in modo migliore le esigenze della vita professionale con quelle della vita privata.2
Le implicazioni dell’istituto sono molte, in quanto il lavoro agile pare porsi al centro di varie
dinamiche in cui è tangibile la spinta all’innovazione, a partire dalla contrattazione collettiva.
È proprio per questo che, attraverso la lettura di vari contratti collettivi di livello nazionale e
aziendale attinenti al tema, è stato possibile ricostruirne l’importanza.
Non solo: il lavoro agile, così come esplicitamente dispone l’art. 18, comma 1, della legge 81/2017 vuole realizzare il migliore bilanciamento tra vita lavorativa e vita privata, ponendosi inevitabilmente nel solco di tutte le misure volte a realizzare la gender equality.
Nella presente elaborato, viene dunque preso in esame il lavoro agile, dapprima ponendolo nel quadro degli atti anche comunitari volti a modernizzare il mondo del lavoro ed in particolare mettendolo a confronto con il suo antenato, il telelavoro, disciplinato dall’Accordo-Quadro europeo del 2002. Poi è analizzata la disciplina di cui agli artt. 18-23. Gli ultimi due capitoli vertono su due aspetti particolarmente rilevanti della disciplina del lavoro agile, per ragioni diverse. Il capitolo 3 è dedicato ad un focus sulla tutela della salute e sicurezza del lavoratore agile, la cui disciplina presenta delle problematicità che attengono al rapporto con il d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, per il fatto che l’art. 22 della legge 81/2017 non contiene un rinvio espresso allo stesso, ma disegna una disciplina assolutamente scarna ed insufficiente. Sono poi oggetto di analisi: la tutela dell’integrità psico-fisica con gli obblighi del datore di lavoro e del lavoratore; i poteri del datore di lavoro, la conciliazione vita-lavoro, gli incentivi, gli sgravi contributivi per le aziende e poi l’analisi di un contratto tipo.
Nel capitolo conclusivo invece, il lavoro agile è esaminato come strumento in relazione all’ambiente e quindi si cercherà di comprendere quale impatto ha avuto, se positivo o negativo; in relazione alla crisi energetica per fronteggiarla; all’aumento della produttività, alla sua importanza per aver migliorato la coesione sociale, territoriale ed economica.
In buona sostanza saranno analizzati i risvolti positivi e negativi, alla luce del nuovo che avanza, dell’intelligenza artificiale, di tutto ciò che richiede automatismi e regole da seguire molto precise e dei continui bisogni insorgenti nella società che si evolve velocemente.
La modificazione profonda del panorama lavoristico in Italia ed in Europa ci porta a riflettere
sulle potenzialità insite nell’impiego della tecnologia nel rapporto di lavoro, e sui suoi intrinseci rischi. Stando ai dati dell’ottobre 2022 dell’Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano, i lavoratori agili in Italia sarebbero 480.000
Al di là dei numeri il lavoro agile sembrerebbe costituire un istituto che realizza benefici sia alla parte datoriale che ai lavoratori, essendo fondato sulla volontà di responsabilizzare i lavoratori concedendo ampi margini di autonomia nell’organizzazione del tempo e della scelta del luogo di lavoro, e rendendoli maggiormente produttivi e fidelizzati all’azienda.
I lavoratori risulterebbero supportati nel bilanciamento necessario tra vita lavorativa e vita privata.
Il lavoro agile, introdotto dalla legge 22 maggio 2017, n. 81, costituisce una delle risposte attuali alla necessità di riformare l’organizzazione del lavoro. Questo istituto è stato
costruito come modalità di svolgimento del rapporto di lavoro subordinato e pare sposare le
spinte allo svecchiamento dell’impianto tradizionale del nostro ordinamento, basato sulla presenza fisica in azienda e sulla possibilità del datore di lavoro di controllare in modo costante l’operato del lavoratore. Attraverso il lavoro agile si è tentato di fornire una risposta alla necessità di progresso, in primo luogo ideologico e relativo ad una nozione di subordinazione di cui all’art. 2094 c.c. in lento, ma inevitabile declino, ed anche organizzativo: lavorare da remoto consente al lavoratore di conciliare in modo migliore le esigenze della vita professionale con quelle della vita privata.2
Le implicazioni dell’istituto sono molte, in quanto il lavoro agile pare porsi al centro di varie
dinamiche in cui è tangibile la spinta all’innovazione, a partire dalla contrattazione collettiva.
È proprio per questo che, attraverso la lettura di vari contratti collettivi di livello nazionale e
aziendale attinenti al tema, è stato possibile ricostruirne l’importanza.
Non solo: il lavoro agile, così come esplicitamente dispone l’art. 18, comma 1, della legge 81/2017 vuole realizzare il migliore bilanciamento tra vita lavorativa e vita privata, ponendosi inevitabilmente nel solco di tutte le misure volte a realizzare la gender equality.
Nella presente elaborato, viene dunque preso in esame il lavoro agile, dapprima ponendolo nel quadro degli atti anche comunitari volti a modernizzare il mondo del lavoro ed in particolare mettendolo a confronto con il suo antenato, il telelavoro, disciplinato dall’Accordo-Quadro europeo del 2002. Poi è analizzata la disciplina di cui agli artt. 18-23. Gli ultimi due capitoli vertono su due aspetti particolarmente rilevanti della disciplina del lavoro agile, per ragioni diverse. Il capitolo 3 è dedicato ad un focus sulla tutela della salute e sicurezza del lavoratore agile, la cui disciplina presenta delle problematicità che attengono al rapporto con il d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, per il fatto che l’art. 22 della legge 81/2017 non contiene un rinvio espresso allo stesso, ma disegna una disciplina assolutamente scarna ed insufficiente. Sono poi oggetto di analisi: la tutela dell’integrità psico-fisica con gli obblighi del datore di lavoro e del lavoratore; i poteri del datore di lavoro, la conciliazione vita-lavoro, gli incentivi, gli sgravi contributivi per le aziende e poi l’analisi di un contratto tipo.
Nel capitolo conclusivo invece, il lavoro agile è esaminato come strumento in relazione all’ambiente e quindi si cercherà di comprendere quale impatto ha avuto, se positivo o negativo; in relazione alla crisi energetica per fronteggiarla; all’aumento della produttività, alla sua importanza per aver migliorato la coesione sociale, territoriale ed economica.
In buona sostanza saranno analizzati i risvolti positivi e negativi, alla luce del nuovo che avanza, dell’intelligenza artificiale, di tutto ciò che richiede automatismi e regole da seguire molto precise e dei continui bisogni insorgenti nella società che si evolve velocemente.
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