Tesi etd-02102019-161955 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
OLIVIERI, IRENE
URN
etd-02102019-161955
Titolo
La dieta a basso contenuto di FODMAPs: valutazione dell'aderenza, dell'accettabilità e dell'efficacia a lungo termine nei pazienti con sindrome dell'intestino irritabile.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Bellini, Massimo
relatore Dott.ssa Rossi, Alessandra
relatore Dott.ssa Rossi, Alessandra
Parole chiave
- adapted low-FODMAP diet (AdLFD)
- Low Fodmap Diet (LFD)
- sindrome dell'intestino irritabile (IBS)
Data inizio appello
12/03/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/03/2089
Riassunto
La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è una patologia caratterizzata da una combinazione variabile di sintomi gastrointestinali cronici non spiegabili con alterazioni strutturali o biochimiche. E' definita dalla presenza di dolori addominali cronico-ricorrenti che migliorano con la defecazione e sono associati a un cambiamento nella frequenza o nella forma delle feci. Sintomi di supporto alla diagnosi sono la presenza di muco nelle feci e il gonfiore addominale. L'IBS interessa il 5-20% della popolazione nel mondo occidentale.
La diagnosi di IBS è basata prevalentemente sulla sintomatologia clinicai, non essendo possibile giungere alla diagnosi facendo riferimento alla presenza di anomalie strutturali (endoscopiche/radiologiche) o di biomarcatori validi 11. La dieta svolge un ruolo fondamentale nella fisiopatologia dell'IBS. Nonostante la relazione tra cibo e sintomi gastrointestinali sia difficile da determinare, molti studi hanno dimostrato la stretta relazione tra il consumo di determinati elementi e la comparsa dei sintomi tipici della sindromeii .
Il termine FODMAPs iii,43 (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili) indica un gruppo di carboidrati a catena corta presenti in molti dei cibi più comuni.
La dieta a basso contenuto di FODMAP o Low Fodmap Diet (LFD), rappresenta l’approccio nutrizionale maggiormente utilizzato negli ultimi anni nei pazienti con IBS.
L’obiettivo dello studio è stato quello di valutare, in pazienti affetti da IBS, gli effetti di una “adapted low-FODMAP diet” (AdLFD) a distanza di sei, otto, dodici mesi in base a: sintomatologia addominale, qualità della vita, sintomatologia ansioso – depressiva, qualità del sonno. Abbiamo studiato anche l'aderenza dei pazienti alla dieta e il conseguente grado di miglioramento e soddisfazione. Inoltre, sono stati valutati i pazienti dropout con le relative motivazioni della loro rinuncia.
Lo studio ha preso in esame 149 soggetti, affetti da IBS, afferenti alla U.O. di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria Pisana (AOUP). La diagnosi di IBS è stata posta in base ai criteri diagnostici Roma III.
Sono stati esclusi i pazienti con malattie organiche o psichiatriche note o sospette e coloro che assumevano, o che avevano assunto 4 settimane prima della diagnosi, farmaci lassativi e/o comunque attivi su dolore/fastidio addominale e gonfiore/distensione addominale.
Tutti i pazienti sono stati richiamati a visita presso l’ambulatorio nutrizionale dell’U.O. di Reumatologia Universitaria dell’AOUP.
Al termine di ogni visita è stato chiesto ai pazienti di compilare i questionari clinici per la valutazione della sintomatologia gastrointestinale, di un’eventuale sintomatologia ansioso – depressiva, della qualità del sonno e della qualità della vita.
I questionari sono stati compilati prima di iniziare la LFD (T0), dopo 8 settimane di dieta (T1), dopo la reintroduzione degli alimenti (T2), dopo 6 – 12 mesi, periodo in cui i pazienti seguivano l’AdLFD (T3). Questo studio ha confermato che la LFD migliora la sintomatologia gastrointestinale dei pazienti affetti da IBS e che questo controllo sintomatologico si mantiene anche a lungo termine. Si è osservato un miglioramento del punteggio totale del test IBS – SSS che si registra subito dopo i due mesi di dieta LFD per poi mantenersi costante anche a lungo termine. Durante la LFD sono stati registrati miglioramenti significativi anche per molti dei sintomi riferibili alle abitudini intestinali quali: feci molli, defecazione frammentata, urgenza defecatoria, incontinenza feci\gas, dolore addominale e meteorismo. Questi si sono mantenuti anche a lungo termine, infatti, i pazienti non hanno presentato esacerbazione della sintomatologia ma piuttosto una stabilizzazione del grado di benessere. Gli effetti positivi della LFD e della AdLFD sono confermati dalla valutazione della forma delle feci con la Bristol Stool Form Chart che ha evidenziato un aumento dei pazienti con feci di tipo 3, 4 e 5, indicatori di una corretta funzionalità intestinale. La LFD ha determinato anche un miglioramento dello stato di salute generale dei pazienti, come è evidente dai risultati del questionario SF–36. In particolare, a lungo termine, è emerso un incremento dei punteggi riguardanti la salute mentale del paziente, confermando così la stretta associazione tra componente psicologica e IBS.
La totalità dei pazienti ha riportato, tramite la stima del grado di miglioramento, di “sentirsi molto meglio” in seguito alla LFD e questo risultato non si è modificato a lungo termine, come era già evidente dalla riduzione sintomatologica e dal miglioramento della qualità della vita. I pazienti si sono detti anche soddisfatti della dieta, dimostrando che la LFD è efficace e può essere mantenuta senza problemi di compliance anche per molto tempo.
È verosimile che l’alto grado di soddisfazione abbia influito sull’elevata aderenza alla dieta sia a breve che a lungo termine.
La diagnosi di IBS è basata prevalentemente sulla sintomatologia clinicai, non essendo possibile giungere alla diagnosi facendo riferimento alla presenza di anomalie strutturali (endoscopiche/radiologiche) o di biomarcatori validi 11. La dieta svolge un ruolo fondamentale nella fisiopatologia dell'IBS. Nonostante la relazione tra cibo e sintomi gastrointestinali sia difficile da determinare, molti studi hanno dimostrato la stretta relazione tra il consumo di determinati elementi e la comparsa dei sintomi tipici della sindromeii .
Il termine FODMAPs iii,43 (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili) indica un gruppo di carboidrati a catena corta presenti in molti dei cibi più comuni.
La dieta a basso contenuto di FODMAP o Low Fodmap Diet (LFD), rappresenta l’approccio nutrizionale maggiormente utilizzato negli ultimi anni nei pazienti con IBS.
L’obiettivo dello studio è stato quello di valutare, in pazienti affetti da IBS, gli effetti di una “adapted low-FODMAP diet” (AdLFD) a distanza di sei, otto, dodici mesi in base a: sintomatologia addominale, qualità della vita, sintomatologia ansioso – depressiva, qualità del sonno. Abbiamo studiato anche l'aderenza dei pazienti alla dieta e il conseguente grado di miglioramento e soddisfazione. Inoltre, sono stati valutati i pazienti dropout con le relative motivazioni della loro rinuncia.
Lo studio ha preso in esame 149 soggetti, affetti da IBS, afferenti alla U.O. di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria Pisana (AOUP). La diagnosi di IBS è stata posta in base ai criteri diagnostici Roma III.
Sono stati esclusi i pazienti con malattie organiche o psichiatriche note o sospette e coloro che assumevano, o che avevano assunto 4 settimane prima della diagnosi, farmaci lassativi e/o comunque attivi su dolore/fastidio addominale e gonfiore/distensione addominale.
Tutti i pazienti sono stati richiamati a visita presso l’ambulatorio nutrizionale dell’U.O. di Reumatologia Universitaria dell’AOUP.
Al termine di ogni visita è stato chiesto ai pazienti di compilare i questionari clinici per la valutazione della sintomatologia gastrointestinale, di un’eventuale sintomatologia ansioso – depressiva, della qualità del sonno e della qualità della vita.
I questionari sono stati compilati prima di iniziare la LFD (T0), dopo 8 settimane di dieta (T1), dopo la reintroduzione degli alimenti (T2), dopo 6 – 12 mesi, periodo in cui i pazienti seguivano l’AdLFD (T3). Questo studio ha confermato che la LFD migliora la sintomatologia gastrointestinale dei pazienti affetti da IBS e che questo controllo sintomatologico si mantiene anche a lungo termine. Si è osservato un miglioramento del punteggio totale del test IBS – SSS che si registra subito dopo i due mesi di dieta LFD per poi mantenersi costante anche a lungo termine. Durante la LFD sono stati registrati miglioramenti significativi anche per molti dei sintomi riferibili alle abitudini intestinali quali: feci molli, defecazione frammentata, urgenza defecatoria, incontinenza feci\gas, dolore addominale e meteorismo. Questi si sono mantenuti anche a lungo termine, infatti, i pazienti non hanno presentato esacerbazione della sintomatologia ma piuttosto una stabilizzazione del grado di benessere. Gli effetti positivi della LFD e della AdLFD sono confermati dalla valutazione della forma delle feci con la Bristol Stool Form Chart che ha evidenziato un aumento dei pazienti con feci di tipo 3, 4 e 5, indicatori di una corretta funzionalità intestinale. La LFD ha determinato anche un miglioramento dello stato di salute generale dei pazienti, come è evidente dai risultati del questionario SF–36. In particolare, a lungo termine, è emerso un incremento dei punteggi riguardanti la salute mentale del paziente, confermando così la stretta associazione tra componente psicologica e IBS.
La totalità dei pazienti ha riportato, tramite la stima del grado di miglioramento, di “sentirsi molto meglio” in seguito alla LFD e questo risultato non si è modificato a lungo termine, come era già evidente dalla riduzione sintomatologica e dal miglioramento della qualità della vita. I pazienti si sono detti anche soddisfatti della dieta, dimostrando che la LFD è efficace e può essere mantenuta senza problemi di compliance anche per molto tempo.
È verosimile che l’alto grado di soddisfazione abbia influito sull’elevata aderenza alla dieta sia a breve che a lungo termine.
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