Tesi etd-02102015-223841 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SANTI, GIULIA
URN
etd-02102015-223841
Titolo
L'habitat 9180* (alleanza Tilio-Acerion): caratterizzazione ed attività di conservazione nell'ambito del progetto LIFE+ "Renaix el Bosc"
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE AMBIENTALI
Relatori
relatore Lombardi, Tiziana
Parole chiave
- Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
27/02/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi rappresenta in massima parte quanto sviluppato ed elaborato nel corso di un tirocinio svolto in Spagna, presso il centro di ricerca e sperimentazione forestale CIEF di Valencia (Centro de Investigacion y Experimentacion Forestal).
In particolare vengono riportati alcuni dati relativi al monitoraggio effettuato sui boschi mesofili dell’alleanza Tilio-Acerion (Habitat 9180* sensu Direttiva Habitat), presenti in alcune aree di campionamento situate nelle zone settentrionali della Comunità Valenciana. Il lavoro si inserisce nell’ambito di un progetto LIFE+ denominato “Renaix el Bosc”, il cui obiettivo principale è proprio quello di tutelare e conservare questo peculiare habitat, almeno in alcuni contesti.
Il progetto nel suo complesso ha previsto fondamentalmente di 3 tipologie di azioni: a. conservazione in-situ, b. conservazione ex-situ, c. sensibilizzazione ambientale.
Per quanto riguarda gli obiettivi di conservazione, essi sono strettamente collegati l’uno all’altro.
La conservazione in-situ, come indica il termine stesso, è stata attuata direttamente nelle aree di studio, ponendo in atto azioni diverse a seconda della parcella monitorata. Sono state individuate tre diverse tipologie di parcelle, che principalmente si differenziano per quanto riguarda la struttura del bosco e, in uno dei tre casi, per le specie vegetali presenti.
Nelle prime due tipologie di parcelle si è reso necessario modificare la struttura del bosco, soprattutto tramite degli interventi di diradamento; l’obiettivo di questo trattamento è principalmente quello di creare lo spazio necessario per l’accrescimento delle piante dell’alleanza oggetto di studio (se già presenti), ed eventualmente per poter effettuare in un secondo momento l’impianto di specie tipiche dell’alleanza Tilio-Acerion.
Per l’ultima tipologia di parcella individuata come idonea, non sono stati necessari interventi di diradamento, ma si è invece cercato aumentare il grado di biodiversità tramite l’impianto di specie tipiche dell’alleanza oggetto di studio.
Su una delle parcelle selezionate, denominata Les Ferreres, è stata successivamente eseguita una valutazione del livello di sopravvivenza degli individui precedentemente impiantati: durante un’analisi di campo della parcella in questione, è stato valutato il numero di individui di ogni specie e soprattutto il livello qualitativo dei singoli individui, attribuendo un punteggio che va da 3 (valore che indica uno stato ottimale dell’individuo) a 0 (punteggio che sta ad indicare la morte, almeno apparente, della pianta).
La conservazione ex-situ è una fase che ha previsto prima di tutto la raccolta dei semi delle piante dell’alleanza studiata; la raccolta del materiale genetico è stata effettuata direttamente all’interno delle parcelle coinvolte dal progetto LIFE.
Una volta raccolto questo tipo di materiale, è stato indirizzato nelle strutture dell’ente ospitante, in particolar modo all’interno del Banco de Semillas Forestales della Generalitat Valenciana, dove è stato sottoposto ad idonei trattamenti di conservazione. Una parte di questo materiale verrà utilizzato per realizzare la fase di conservazione in-situ: vengono quindi fatti sviluppare i nuovi individui che verranno successivamente impiantati in altre parcelle; in percentuale minore, una parte dei semi raccolti resterà invece nella struttura del Banco de Semillas, per creare così un “fondo” di conservazione a medio e lungo termine, che potrebbe essere utile ai fini di altri progetti futuri.
Infine la fase di sensibilizzazione ambientale si è svolta secondo varie modalità; ad esempio sono state organizzate numerose giornate didattiche con l’obiettivo di far capire ai partecipanti l’importanza della tutela della biodiversità, piuttosto che l’organizzazione di visite delle scuole locali presso strutture dell’ente stesso.
Il lavoro di monitoraggio, prettamente di campo e di divulgazione, ha reso necessario anche l’approfondimento delle tematiche inerenti l’Habitat studiato a partire dalla sua diffusione in altre parti d’Europa con particolare riferimento all’Italia e alla sua caratterizzazione floristo-vegetazionale.
I primi studi sul territorio italiano, risalenti alla fine degli anni ’90, segnalano il Tilio-Acerion come alleanza poco diffusa in Italia probabilmente per le sue particolari esigenze ecologiche e per questo confinata nelle forre umide e strette della fascia prealpina del settore est alpino. Negli anni successivi sono rinvenibili in letteratura numerosi lavori dai quali emerge come in realtà questa formazione boschiva sia presente in più contesti anche peninsulari e soprattutto non solo alpini. L’esistenza di cenosi riferibili a questa alleanza sono state infatti accertate in varie aree appenniniche dell’Italia centrale e meridionale. Limitandoci alla Toscana diverse segnalazioni riguardano le Foreste Casentinesi, alcune zone limitrofe e anche la Valtiberina.
I dati riportati in alcuni di questi lavori sono stati analizzati e posti a confronto sia con indagini personali condotte nei siti toscani sia con quanto è stato possibile rilevare nelle aree di studio monitorate in Spagna.
In particolare l’indagine floristica, a seguito della quale è stato possibile realizzare anche i vari spettri corologici e biologici, è stata condotta su aree sia spagnole che italiane scelte per il loro alto livello di biodiversità.
Quanto ottenuto nel corso delle indagini per lo svolgimento della tesi, ha permesso innanzitutto di valutare il successo della strategia di conservazione attuata dal progetto LIFE+ posto in atto nelle zone oggetto di studio, oltre a permettere varie ipotesi su come poter rendere ancora più efficiente questo tipo di azioni di conservazione.
Le giornate di divulgazione ambientale hanno chiaramente evidenziato un grande interesse delle persone, soprattutto dei residenti nelle zone limitrofe a quelle coinvolte dal progetto, alle tematiche ambientali ed al progetto LIFE+ stesso, come testimoniato dalla grande partecipazione ai vari eventi organizzati.
Infine l’analisi corologica e biologica delle diverse parcelle sia italiane che spagnole ha permesso di poter effettuare dei paragoni tra le aree di studio, evidenziandone le differenze e/o le caratteristiche in comune. Mentre in tutte e 4 le parcelle spagnole è evidente l’abbondanza di fanerofite, in quelle italiane gli spettri biologici mostrano abbondanza di emicriptofite; questa differenza è probabilmente da collegare alla diversità climatica delle zone considerate. E’ inoltre da segnalare la scarsità di camefite nelle cenosi italiane (valori sempre minori al 6%), mentre nelle zone spagnole i tipi biologici meno abbondanti sono quasi sempre quelli delle terofite e delle geofite, eccezione fatta per la parcella Barranc de l’Avellaner dove non si presentano specie geofite ma sono invece presenti elofite, anche se con lo scarso valore del 4%.
Per quanto riguarda invece l’analisi degli spettri corologici, nelle parcelle spagnole risulta evidente che la maggior parte delle piante appartiene al corotipo “mediterranee”, mentre nei rilievi italiani la maggioranza delle specie è di areale “euroasiatico”, eccezione fatta per il “rilevamento 3” dove si ritrovano soprattutto specie di corotipo “boreali”.
Va inoltre fatta notare la presenza di alcuni casi particolari: per esempio nel “rilevamento 12” appare anche la categoria “atlantiche”, che fa riferimento unicamente a due sole specie, Digitalis lutea e Cardamine heptaphylla; nel “rilevamento 1” si ritrova la categoria “altre”, alla quale appartiene solo la specie Polypodium inerjectum.
In particolare vengono riportati alcuni dati relativi al monitoraggio effettuato sui boschi mesofili dell’alleanza Tilio-Acerion (Habitat 9180* sensu Direttiva Habitat), presenti in alcune aree di campionamento situate nelle zone settentrionali della Comunità Valenciana. Il lavoro si inserisce nell’ambito di un progetto LIFE+ denominato “Renaix el Bosc”, il cui obiettivo principale è proprio quello di tutelare e conservare questo peculiare habitat, almeno in alcuni contesti.
Il progetto nel suo complesso ha previsto fondamentalmente di 3 tipologie di azioni: a. conservazione in-situ, b. conservazione ex-situ, c. sensibilizzazione ambientale.
Per quanto riguarda gli obiettivi di conservazione, essi sono strettamente collegati l’uno all’altro.
La conservazione in-situ, come indica il termine stesso, è stata attuata direttamente nelle aree di studio, ponendo in atto azioni diverse a seconda della parcella monitorata. Sono state individuate tre diverse tipologie di parcelle, che principalmente si differenziano per quanto riguarda la struttura del bosco e, in uno dei tre casi, per le specie vegetali presenti.
Nelle prime due tipologie di parcelle si è reso necessario modificare la struttura del bosco, soprattutto tramite degli interventi di diradamento; l’obiettivo di questo trattamento è principalmente quello di creare lo spazio necessario per l’accrescimento delle piante dell’alleanza oggetto di studio (se già presenti), ed eventualmente per poter effettuare in un secondo momento l’impianto di specie tipiche dell’alleanza Tilio-Acerion.
Per l’ultima tipologia di parcella individuata come idonea, non sono stati necessari interventi di diradamento, ma si è invece cercato aumentare il grado di biodiversità tramite l’impianto di specie tipiche dell’alleanza oggetto di studio.
Su una delle parcelle selezionate, denominata Les Ferreres, è stata successivamente eseguita una valutazione del livello di sopravvivenza degli individui precedentemente impiantati: durante un’analisi di campo della parcella in questione, è stato valutato il numero di individui di ogni specie e soprattutto il livello qualitativo dei singoli individui, attribuendo un punteggio che va da 3 (valore che indica uno stato ottimale dell’individuo) a 0 (punteggio che sta ad indicare la morte, almeno apparente, della pianta).
La conservazione ex-situ è una fase che ha previsto prima di tutto la raccolta dei semi delle piante dell’alleanza studiata; la raccolta del materiale genetico è stata effettuata direttamente all’interno delle parcelle coinvolte dal progetto LIFE.
Una volta raccolto questo tipo di materiale, è stato indirizzato nelle strutture dell’ente ospitante, in particolar modo all’interno del Banco de Semillas Forestales della Generalitat Valenciana, dove è stato sottoposto ad idonei trattamenti di conservazione. Una parte di questo materiale verrà utilizzato per realizzare la fase di conservazione in-situ: vengono quindi fatti sviluppare i nuovi individui che verranno successivamente impiantati in altre parcelle; in percentuale minore, una parte dei semi raccolti resterà invece nella struttura del Banco de Semillas, per creare così un “fondo” di conservazione a medio e lungo termine, che potrebbe essere utile ai fini di altri progetti futuri.
Infine la fase di sensibilizzazione ambientale si è svolta secondo varie modalità; ad esempio sono state organizzate numerose giornate didattiche con l’obiettivo di far capire ai partecipanti l’importanza della tutela della biodiversità, piuttosto che l’organizzazione di visite delle scuole locali presso strutture dell’ente stesso.
Il lavoro di monitoraggio, prettamente di campo e di divulgazione, ha reso necessario anche l’approfondimento delle tematiche inerenti l’Habitat studiato a partire dalla sua diffusione in altre parti d’Europa con particolare riferimento all’Italia e alla sua caratterizzazione floristo-vegetazionale.
I primi studi sul territorio italiano, risalenti alla fine degli anni ’90, segnalano il Tilio-Acerion come alleanza poco diffusa in Italia probabilmente per le sue particolari esigenze ecologiche e per questo confinata nelle forre umide e strette della fascia prealpina del settore est alpino. Negli anni successivi sono rinvenibili in letteratura numerosi lavori dai quali emerge come in realtà questa formazione boschiva sia presente in più contesti anche peninsulari e soprattutto non solo alpini. L’esistenza di cenosi riferibili a questa alleanza sono state infatti accertate in varie aree appenniniche dell’Italia centrale e meridionale. Limitandoci alla Toscana diverse segnalazioni riguardano le Foreste Casentinesi, alcune zone limitrofe e anche la Valtiberina.
I dati riportati in alcuni di questi lavori sono stati analizzati e posti a confronto sia con indagini personali condotte nei siti toscani sia con quanto è stato possibile rilevare nelle aree di studio monitorate in Spagna.
In particolare l’indagine floristica, a seguito della quale è stato possibile realizzare anche i vari spettri corologici e biologici, è stata condotta su aree sia spagnole che italiane scelte per il loro alto livello di biodiversità.
Quanto ottenuto nel corso delle indagini per lo svolgimento della tesi, ha permesso innanzitutto di valutare il successo della strategia di conservazione attuata dal progetto LIFE+ posto in atto nelle zone oggetto di studio, oltre a permettere varie ipotesi su come poter rendere ancora più efficiente questo tipo di azioni di conservazione.
Le giornate di divulgazione ambientale hanno chiaramente evidenziato un grande interesse delle persone, soprattutto dei residenti nelle zone limitrofe a quelle coinvolte dal progetto, alle tematiche ambientali ed al progetto LIFE+ stesso, come testimoniato dalla grande partecipazione ai vari eventi organizzati.
Infine l’analisi corologica e biologica delle diverse parcelle sia italiane che spagnole ha permesso di poter effettuare dei paragoni tra le aree di studio, evidenziandone le differenze e/o le caratteristiche in comune. Mentre in tutte e 4 le parcelle spagnole è evidente l’abbondanza di fanerofite, in quelle italiane gli spettri biologici mostrano abbondanza di emicriptofite; questa differenza è probabilmente da collegare alla diversità climatica delle zone considerate. E’ inoltre da segnalare la scarsità di camefite nelle cenosi italiane (valori sempre minori al 6%), mentre nelle zone spagnole i tipi biologici meno abbondanti sono quasi sempre quelli delle terofite e delle geofite, eccezione fatta per la parcella Barranc de l’Avellaner dove non si presentano specie geofite ma sono invece presenti elofite, anche se con lo scarso valore del 4%.
Per quanto riguarda invece l’analisi degli spettri corologici, nelle parcelle spagnole risulta evidente che la maggior parte delle piante appartiene al corotipo “mediterranee”, mentre nei rilievi italiani la maggioranza delle specie è di areale “euroasiatico”, eccezione fatta per il “rilevamento 3” dove si ritrovano soprattutto specie di corotipo “boreali”.
Va inoltre fatta notare la presenza di alcuni casi particolari: per esempio nel “rilevamento 12” appare anche la categoria “atlantiche”, che fa riferimento unicamente a due sole specie, Digitalis lutea e Cardamine heptaphylla; nel “rilevamento 1” si ritrova la categoria “altre”, alla quale appartiene solo la specie Polypodium inerjectum.
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