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ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02092023-094231


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
PUCCINELLI, CATERINA
URN
etd-02092023-094231
Titolo
Ecografia con mezzo di contrasto ed elastosonografia shear wave in cani nefropatici: studio delle modificazioni parenchimali e di perfusione renali
Settore scientifico disciplinare
VET/09
Corso di studi
SCIENZE VETERINARIE
Relatori
tutor Prof.ssa Citi, Simonetta
Parole chiave
  • malattia renale cronica
  • danno renale acuto
  • cane
  • two dimensional shear wave elastography
  • contrast enhanced ultrasound
Data inizio appello
13/02/2023
Consultabilità
Completa
Riassunto
l progetto di ricerca sviluppato durante i tre anni di Dottorato si è incentrato sulla valutazione dell’applicabilità dell’ecografia con mezzo di contrasto (CEUS) ed dell’elastosonografia shear wave (2D-SWE) nello studio delle modificazioni parenchimali e di perfusione renali in cani nefropatici; a tale scopo sono stati condotti due studi in parallelo.
Il primo studio ha avuto come obbiettivo quello di valutare la fattibilità ed il valore diagnostico della 2D-SWE in cani con danno renale acuto (AKI), malattia renale cronica (CKD) e riacutizzazzione di malattia renale cronica AKI/CKD; il secondo obiettivo è stato quello di valutare le possibili correlazioni tra i valori di 2D-SWE e i parametri di perfusione qualitativi e quantitativi della CEUS, al fine di indagare la possibile influenza delle modificazioni della perfusione renale sulla rigidità parenchimale renale. Sono stati inclusi nello studio 64 cani, 24 cani sani e 40 cani patologici, di cui 17 cani con CKD, 11 cani con AKI e 12 cani con AKI/CKD. In questo studio, sebbene la 2D-SWE non sia riuscita a discriminare tra cani con AKI, AKI/CKD e CKD, si è dimostrata una tecnica ecografica utile per rilevare anomalie parenchimali renali, con un cut-off ottimale ≥ 1.51 m/s e ≥ 6.75 kPa. Inoltre, in un sottogruppo di pazienti (n=16) con AKI è stato eseguito anche l'esame CEUS renale, dove è stata trovata una significativa correlazione positiva tra i valori renali di 2D-SWE e i valori di AUC e WoAUC corticali, dimostrando come le modificazioni di perfusione che si instaurano in corso di AKI possano avere un’influenza sulla rigidità parenchimale.
Lo scopo del secondo studio è stato quello di valutare il possibile valore prognostico della CEUS in cani con AKI trattati con terapia emodialitica, e di valutare la presenza di eventuali differenze significative fra pazienti con AKI e AKI/CKD. Sono stati inclusi nello studio 41 cani, 30 sottoposti a terapia emodialitica (gruppo A) ed 11 sottoposti a terapia medica (gruppo B). Nel gruppo A (n=30), 10 soggetti sono sopravvissuti a 30 giorni (S), mentre 20 soggetti non sono sopravvissuti (NS); non sono state messe in evidenza differenze significative fra i valori CEUS all’ammissione dei pazienti (T0) fra pazienti S e NS. Nel sottogruppo dei pazienti S, in 6 soggetti sono stati effettuati esami renali CEUS ripetuti. Questi pazienti hanno presentato valori di intensità di enhancement al picco (PI) corticale significativamente più alto a T0 rispetto all’esame CEUS effettuato dopo la prima dialisi (T1). In 12 soggetti dei pazienti NS che hanno superato la prima dialisi, sono stati effettuati esami CEUS a T0 e a T1, dove non è stata messa in evidenza una differenza significativa fra i valori di PI corticale. Considerando la totalità dei pazienti inclusi nello studio, non sono state messe in evidenza differenze significative per i parametri CEUS a T0 fra pazienti con AKI e AKI/CKD. In conclusione, la CEUS potrebbe essere uno strumento utile per inquadrare dal punto di vista prognostico cani con AKI sottoposti ad emodialisi durante la terapia emodialitica. Infine, tramite l’esame CEUS non è risulta possibile differenziare fra paziente con AKI e con AKI/CKD.
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