Tesi etd-02092019-113630 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RIZZO, MARIA
URN
etd-02092019-113630
Titolo
Ortoressia nervosa: analisi e rilevazione delle abitudini alimentari su un campione di popolazione generale
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Prof. Gravina, Giovanni
Parole chiave
- abitudini alimentari
- disturbi alimentari
- fattori di rischio
- Ortoressia Nervosa (ON)
- qualità degli alimenti
Data inizio appello
06/03/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Introduzione: L'Ortoressia Nervosa (ON) è un fenomeno emergente definito come una "malsana ossessione per un'alimentazione sana". Ufficialmente non è riconosciuto come un disturbo del comportamento alimentare, ON presenta caratteristiche patologiche che sono oggi oggetto di studio.
Obiettivo: Questo studio ha lo scopo di indagare la presenza di tratti ortoressici nelle abitudini alimentari della popolazione.
Materiali e metodi: L'indagine è stata condotta su 733 partecipanti che hanno risposto a un questionario online composto da quattro sezioni: dati personali, abitudini alimentari, test ORTO-15 e EAT-26. ORTO-15 è stato utilizzato per valutare il rischio di ON, EAT-26 per lo screening dei disturbi alimentari (ED) e le prime due sezioni per caratterizzare la popolazione sulla base dei risultati dei test. I questionari sono stati ampiamente diffusi attraverso i social media e i risultati sono stati analizzati con RapidMiner Studio.
Risultati: 129 partecipanti (17,6%) sono positivi a ORTO-15 (cut-off score < 35), 55 soggetti (7,5%) sono positivi a EAT-26 (cut-off score ≥ 20), 32 partecipanti (4,4%) sono positivi ad entrambi i test. I risultati dei test variavano da 25 a 48 (media 38,3, SD 4,0) per ORTO-15 e da 0 a 52 (media 6,8, SD 7,8) per EAT-26. Inoltre, c'è una moderata correlazione di Pearson tra i punteggi (r = .51, p < .001.). L'accordo percentuale è dell'83,6 % e Kappa Brennan & Prediger è 0,67 che indica un buon accordo tra i due test.
La diffusione delle malattie in specifici sottogruppi è osservata calcolando la misura del tasso di prevalenza. I partecipanti che seguono quotidianamente un influencer sui social media hanno un rischio di ON del 41% e del 22% di ED. Per quanto riguarda la qualità degli alimenti, chi acquista sempre in un supermercato biologico ha un rischio di ON del 30% e del 7% di ED. Invece, i partecipanti che abitualmente mangiano nei fast food hanno una prevalenza dello 0% e 25% di disturbi da ON e ED rispetto a quelli che li evitano con una percentuale del 24% (ON) e 12% (ED). Infine, un consumatore vegano ha un rischio del 40% per l'ON e del 20% per l'ED e coloro che evitano il cibo dolce possono essere collegati al 40% dell'ON e al 37% dell'ED.
Conclusioni: Sebbene l'utilizzo dello strumento ORTO-15 possa sovrastimare la reale prevalenza dell'ortoressia nervosa, nel nostro campione non clinico la presenza di tratti ortoressici appare ampiamente diffusa nella popolazione, in particolare in relazione alla pressione sul mangiar sano. È emerso che la qualità del cibo è un segno distintivo del disturbo ON, a differenza dell'anoressia e della bulimia, dove il focus principale è la quantità di cibo, e in secondo luogo la qualità.
Obiettivo: Questo studio ha lo scopo di indagare la presenza di tratti ortoressici nelle abitudini alimentari della popolazione.
Materiali e metodi: L'indagine è stata condotta su 733 partecipanti che hanno risposto a un questionario online composto da quattro sezioni: dati personali, abitudini alimentari, test ORTO-15 e EAT-26. ORTO-15 è stato utilizzato per valutare il rischio di ON, EAT-26 per lo screening dei disturbi alimentari (ED) e le prime due sezioni per caratterizzare la popolazione sulla base dei risultati dei test. I questionari sono stati ampiamente diffusi attraverso i social media e i risultati sono stati analizzati con RapidMiner Studio.
Risultati: 129 partecipanti (17,6%) sono positivi a ORTO-15 (cut-off score < 35), 55 soggetti (7,5%) sono positivi a EAT-26 (cut-off score ≥ 20), 32 partecipanti (4,4%) sono positivi ad entrambi i test. I risultati dei test variavano da 25 a 48 (media 38,3, SD 4,0) per ORTO-15 e da 0 a 52 (media 6,8, SD 7,8) per EAT-26. Inoltre, c'è una moderata correlazione di Pearson tra i punteggi (r = .51, p < .001.). L'accordo percentuale è dell'83,6 % e Kappa Brennan & Prediger è 0,67 che indica un buon accordo tra i due test.
La diffusione delle malattie in specifici sottogruppi è osservata calcolando la misura del tasso di prevalenza. I partecipanti che seguono quotidianamente un influencer sui social media hanno un rischio di ON del 41% e del 22% di ED. Per quanto riguarda la qualità degli alimenti, chi acquista sempre in un supermercato biologico ha un rischio di ON del 30% e del 7% di ED. Invece, i partecipanti che abitualmente mangiano nei fast food hanno una prevalenza dello 0% e 25% di disturbi da ON e ED rispetto a quelli che li evitano con una percentuale del 24% (ON) e 12% (ED). Infine, un consumatore vegano ha un rischio del 40% per l'ON e del 20% per l'ED e coloro che evitano il cibo dolce possono essere collegati al 40% dell'ON e al 37% dell'ED.
Conclusioni: Sebbene l'utilizzo dello strumento ORTO-15 possa sovrastimare la reale prevalenza dell'ortoressia nervosa, nel nostro campione non clinico la presenza di tratti ortoressici appare ampiamente diffusa nella popolazione, in particolare in relazione alla pressione sul mangiar sano. È emerso che la qualità del cibo è un segno distintivo del disturbo ON, a differenza dell'anoressia e della bulimia, dove il focus principale è la quantità di cibo, e in secondo luogo la qualità.
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Tesi_Ort...RIZZO.pdf | 1.46 Mb |
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