Tesi etd-02092016-123749 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SOCCI, CARMEN
URN
etd-02092016-123749
Titolo
TRAUMA, CURA E PROTEZIONE
Modelli interpretativi sulle esperienze traumatiche infantili intrafamiliari.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Mazza, Roberto
Parole chiave
- cura
- minori
- modelli
- protezione
- trauma
Data inizio appello
14/03/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il concetto di trauma relazionale, subìto in età infantile, occupa un ruolo centrale nello studio dei comportamenti che possono portare un adulto a diventare un genitore maltrattante e quindi causa di nuove relazioni distorte e pregiudizievoli nei confronti dei figli. Gli studi inerenti al trauma psichico infantile sono stati
condotti da esperti appartenenti a diverse correnti psicosociali, che negli ultimi decenni hanno attribuito maggiore importanza al concetto di trauma infantile che si verifica all'interno di quelle famiglie multi-problematiche che spesso giungono ai servizi. In questo elaborato si fa riferimento al ruolo giocato sia dal
sistema di attaccamento sia dalle strategie controllanti, utili contributi per individuare i fattori di rischio e i fattori protettivi che influenzano la risposta al trauma e lo sviluppo del bambino che vive situazioni sfavorevoli. Inoltre, si prende in analisi una delle più recenti tecniche utilizzate nella terapia psicologica volta al superamento del trauma, ovvero la tecnica dell'EMDR (Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari).
Viene sottolineata l’importanza del contributo di Luigi Cancrini per la sua "classificazione delle infanzie infelici". Egli fa riferimento a situazioni di bambini inascoltati imprigionati all'interno di adulti che presentano gravi disturbi di personalità, ma anche di bambini vittime del comportamento di genitori che mai sono riusciti a dare voce al loro dolore. Da questa prospettiva si è cercato di evidenziare l’importanza del ruolo degli operatori con il fine di modificare il contesto in cui il bambino è inserito congiuntamente all'ascolto terapeutico. Il tentativo è quello di evitare che questi bambini ripetano la stessa sorte di infelicità di chi a quel trauma non è riuscito a dare voce.
In seguito si prende in considerazione il concetto di maltrattamento infantile, la sua evoluzione storica e gli indicatori che possono orientare l’operatore nella diagnosi del maltrattamento nelle sue varie forme.
Purtroppo, spesso accade che la famiglia, che dovrebbe essere il punto di riferimento e di protezione del minore, viene meno al suo compito educativo, perché genitori troppo distratti, eccessivamente imprigionati nel loro dolore, non riescono più, non sono riusciti o non riusciranno più ad adempiere al loro ruolo. Per
analizzare tale problematica si è scelto di descrivere tutti i passaggi metodologici che vanno dalla rilevazione del danno sofferto dal minore fino alla presa in carico, utilizzando il modello interpretativo di Stefano Cirillo.
In ultima analisi, vengono spiegate le differenze concettuali tra i vari modelli intergenerazionali che possono essere visti come una guida per ogni operatore che lavora con famiglie multi-problematiche, ricordando che anche la famiglia d’origine dei genitori maltrattanti può essere la causa di molti nodi irrisolti.
In conclusione si potrebbe affermare che gli interventi psicosociali debbano cercare di risolvere le situazioni disfunzionali dell’intero nucleo familiare e aiutare i bambini e i loro genitori a dar voce al loro dolore, quando possibile.
condotti da esperti appartenenti a diverse correnti psicosociali, che negli ultimi decenni hanno attribuito maggiore importanza al concetto di trauma infantile che si verifica all'interno di quelle famiglie multi-problematiche che spesso giungono ai servizi. In questo elaborato si fa riferimento al ruolo giocato sia dal
sistema di attaccamento sia dalle strategie controllanti, utili contributi per individuare i fattori di rischio e i fattori protettivi che influenzano la risposta al trauma e lo sviluppo del bambino che vive situazioni sfavorevoli. Inoltre, si prende in analisi una delle più recenti tecniche utilizzate nella terapia psicologica volta al superamento del trauma, ovvero la tecnica dell'EMDR (Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari).
Viene sottolineata l’importanza del contributo di Luigi Cancrini per la sua "classificazione delle infanzie infelici". Egli fa riferimento a situazioni di bambini inascoltati imprigionati all'interno di adulti che presentano gravi disturbi di personalità, ma anche di bambini vittime del comportamento di genitori che mai sono riusciti a dare voce al loro dolore. Da questa prospettiva si è cercato di evidenziare l’importanza del ruolo degli operatori con il fine di modificare il contesto in cui il bambino è inserito congiuntamente all'ascolto terapeutico. Il tentativo è quello di evitare che questi bambini ripetano la stessa sorte di infelicità di chi a quel trauma non è riuscito a dare voce.
In seguito si prende in considerazione il concetto di maltrattamento infantile, la sua evoluzione storica e gli indicatori che possono orientare l’operatore nella diagnosi del maltrattamento nelle sue varie forme.
Purtroppo, spesso accade che la famiglia, che dovrebbe essere il punto di riferimento e di protezione del minore, viene meno al suo compito educativo, perché genitori troppo distratti, eccessivamente imprigionati nel loro dolore, non riescono più, non sono riusciti o non riusciranno più ad adempiere al loro ruolo. Per
analizzare tale problematica si è scelto di descrivere tutti i passaggi metodologici che vanno dalla rilevazione del danno sofferto dal minore fino alla presa in carico, utilizzando il modello interpretativo di Stefano Cirillo.
In ultima analisi, vengono spiegate le differenze concettuali tra i vari modelli intergenerazionali che possono essere visti come una guida per ogni operatore che lavora con famiglie multi-problematiche, ricordando che anche la famiglia d’origine dei genitori maltrattanti può essere la causa di molti nodi irrisolti.
In conclusione si potrebbe affermare che gli interventi psicosociali debbano cercare di risolvere le situazioni disfunzionali dell’intero nucleo familiare e aiutare i bambini e i loro genitori a dar voce al loro dolore, quando possibile.
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