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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02092015-113320


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PAOLICCHI, MATTEO
URN
etd-02092015-113320
Titolo
La mutazione BRAFV600E nella tricoleucemia: due metodiche molecolari a confronto
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA APPLICATA ALLA BIOMEDICINA
Relatori
relatore Dott.ssa Galimberti, Sara
correlatore Prof.ssa Pellegrini, Silvia
correlatore Prof. Paolicchi, Aldo
relatore Prof. Petrini, Mario
Parole chiave
  • tricoleucemia
  • digital droplet PCR
  • BRAFV600E
Data inizio appello
02/03/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
La leucemia a cellule capellute (o "tricoleucemia", in sigla HCL dall'inglese " hairy cell leukemia") è una rara patologia linfoproliferativa cronica a cellule B, caratterizzata dall'espansione clonale di linfociti B maturi attivati e da un decorso indolente.
Coinvolge prevalentemente il midollo osseo e la milza dove si reperta un'infiltrazione significativa da parte di cellule neoplastiche, i tricoleucociti; a livello midollare sovente si riscontra una progressiva fibrosi che rende ragione della citopenia periferica bi- o tri-lineare, nonché della difficile aspirazione di sangue midollare dalla cresta iliaca. La HCL deve il suo nome alla presenza di caratteristiche estroflessioni citoplasmatiche (dette appunto "capelli", in greco "tricòs"), osservabili all'esame morfologico di uno striscio di sangue midollare o periferico a partenza dai linfociti B patologici.
Di recente è stata associata alla patogenesi della malattia una mutazione del gene B-RAF:le mutazioni di questo gene, che codifica per una serina treonina chinasi, sono per lo più attivanti e sono mutazioni puntiformi somatiche; questo porta ad un’eccessiva proliferazione a livello cellulare e ad un aumento della resistenza alla apoptosi. Circa il 90 % delle mutazioni di BRAF includono la sostituzione di acido glutammico (E) con la valina (V) in posizione 600 della catena proteica (V600E), con la conseguente attivazione costitutiva di BRAF.
Il nostro studio ha coinvolto 38 pazienti affetti da linfoma non Hodgkin indolente, di cui 19 con diagnosi di HCL in forma classica, 1 in forma variante e 18 con diagnosi di linfoma splenico della zona marginale.
L'analisi della mutazione BRAFV600E è stata condotta su sangue midollare mediante Real Time PCR (qPCR) e Droplet Digital PCR (ddPCR).
Lo scopo del nostro studio è stato il confronto delle due differenti tecniche molecolari e la valutazione della loro sensibilità e specificità: si è voluto infatti individuare quale delle due metodiche rappresentasse lo strumento più valido sia per la diagnosi differenziale di HCL sia per il monitoraggio dei pazienti sottoposti a trattamento chemio-immunoterapico.
Il nostro studio ha dimostrato che:
1)la sensibilità della dd-PCR è circa mezzo logaritmo superiore a quella della qPCR (5x10-5);
2)la specificità della dd-PCR è sovrapponibile a quella della qPCR (nessun paziente affetto da linfoma marginale splenico o HCL variante è risultato mutato su BRAF);
3)la sua elevata sensibilità consente di utilizzare la dd-PCR nel monitoraggio della malattia minima residua;
4)la fattibilità ed i costi della dd-PCR sono paragonabili a quelli della qPCR.
In conclusione, il nostro studio supporta l’introduzione della dd-PCR nello scenario delle tecniche molecolari utili alla diagnosi e follow-up dei linfomi B indolenti.

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