Tesi etd-02092005-152826 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Lapira, Chiara
Indirizzo email
chiara.lapi@libero.it
URN
etd-02092005-152826
Titolo
RILEVAMENTO GEOLOGICO DELL’AREA DI ARCIDOSSO (TOSCANA MERIDIONALE): ANALISI STRUTTURALE DELL’UNITA’ TOSCANA NON METAMORFICA.
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Prof. Marroni, Michele
Parole chiave
- fasi deformative
- Toscana Meridionale
Data inizio appello
25/02/2005
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro svolto in questa tesi consiste in un rilevamento geologico in scala 1:10000 della zona situata ad ovest dell’edificio vulcanico del Monte Amiata, in Toscana Meridionale.
Il rilevamento è stato eseguito utilizzando le nuove norme CARG del rilevamento geologico. L’area è compresa nel foglio 320 di Castel del Piano, e ricade nelle sezioni in scala 1:10000 numero 100, 110, 140 e 150.
La struttura generale che abbiamo studiato è data dall’impilamento di unità tettoniche appartenenti a domini paleogeografici differenti: il Dominio Ligure (di natura oceanica), quello del Dominio SubLigure e il Dominio Toscano (entrambi di natura continentale).
Dall’analisi litostratigrafica dell’area rilevata, abbiamo ricostruito la successione tipica che caratterizza i depositi appartenenti ai domini suddetti. L’unità Toscana, che giace tettonicamente al di sotto delle altre due unità, è rappresentata da una successione che si estende dal Dogger sino al Miocene Inferiore. Questa successione comprende le Marne a Posidonomya, i Diaspri, la Maiolica, la Scaglia Toscana e il Macigno. Vista l’estensione areale degli affioramenti appartenenti alla formazione della Scaglia Toscana, è stato necessario, dopo una revisione bibliografica, distinguere anche in carta i vari membri che la costituiscono. Al di sopra dell’unità Toscana, giace tettonicamente l’unità di Canetolo, costituito dalle due formazioni delle Argille e Calcari e del Flysch di Vico (Paleocene – Eocene Medio). Infine sopra a queste due unità si trovano le unità tettoniche derivanti dal dominio ligure, ovvero l’unità della Pietraforte e l’unità ofiolitica, entrambe caratterizzate da successioni cretacee.
Dal punto di vista tettonico l’area rilevata è costituita da grosse anticlinali e sinclinali ad andamento NNW-SSE e piano assiale verticale, delineate chiaramente dalle grandi strutture identificate durante il rilevamento geologico. Queste importanti megastrutture ripiegano un assetto strutturale più antico caratterizzato da superfici di sovrascorrimento e piegamenti alla scala meso- e magascopica.
È stata condotta un’analisi strutturale dell’unità Toscana, effettuando una raccolta sistematica della giacitura di tutti gli elementi strutturali delle varie fasi deformative riconoscibili in campagna. Tali dati sono stati poi elaborati con uno studio statistico, e, mediante lo stereonet, si è analizzata la distribuzione di queste misure nello spazio. Infine sono stati raccolti campioni per l’analisi microstrutturale, in modo da interpretare correttamente i rapporti reciproci tra le varie fasi deformative e descrivere più dettagliatamente la morfologia delle diverse foliazioni riconosciute. Tramite le analisi condotte sono state individuate quattro fasi deformative. La prima fase deformativa D1 ha portato alla formazione di una foliazione relitta nell’unità Toscana; a questa seguono la seconda e la terza fase deformativa, denominate rispettivamente D2 e D3 e caratterizzate da fasi plicative, rispettivamente a piano assiale subverticale e suborizzontale. La fase D2 sembre essersi sviluppata in ambiente compressivo, mentre la fase D3 può essere interpretata come legata a una fase estensionale, già descritta per la Toscana Meridionale. Infine l’intero edificio strutturale ha subito un piegamento blando, attribuibile all’ultima fase D4.
La caratteristica principale della falda Toscana nella Toscana meridionale è indicata in letteratura con il termine di “serie ridotta”, che sta ad indicare un fenomeno di laminazione delle successioni sedimentarie a più livelli stratigrafici. I risultati di questa tesi indicano che tutti i fenomeni di laminazione identificati nell’area sono da riferirsi a processi tettonici.
Il rilevamento è stato eseguito utilizzando le nuove norme CARG del rilevamento geologico. L’area è compresa nel foglio 320 di Castel del Piano, e ricade nelle sezioni in scala 1:10000 numero 100, 110, 140 e 150.
La struttura generale che abbiamo studiato è data dall’impilamento di unità tettoniche appartenenti a domini paleogeografici differenti: il Dominio Ligure (di natura oceanica), quello del Dominio SubLigure e il Dominio Toscano (entrambi di natura continentale).
Dall’analisi litostratigrafica dell’area rilevata, abbiamo ricostruito la successione tipica che caratterizza i depositi appartenenti ai domini suddetti. L’unità Toscana, che giace tettonicamente al di sotto delle altre due unità, è rappresentata da una successione che si estende dal Dogger sino al Miocene Inferiore. Questa successione comprende le Marne a Posidonomya, i Diaspri, la Maiolica, la Scaglia Toscana e il Macigno. Vista l’estensione areale degli affioramenti appartenenti alla formazione della Scaglia Toscana, è stato necessario, dopo una revisione bibliografica, distinguere anche in carta i vari membri che la costituiscono. Al di sopra dell’unità Toscana, giace tettonicamente l’unità di Canetolo, costituito dalle due formazioni delle Argille e Calcari e del Flysch di Vico (Paleocene – Eocene Medio). Infine sopra a queste due unità si trovano le unità tettoniche derivanti dal dominio ligure, ovvero l’unità della Pietraforte e l’unità ofiolitica, entrambe caratterizzate da successioni cretacee.
Dal punto di vista tettonico l’area rilevata è costituita da grosse anticlinali e sinclinali ad andamento NNW-SSE e piano assiale verticale, delineate chiaramente dalle grandi strutture identificate durante il rilevamento geologico. Queste importanti megastrutture ripiegano un assetto strutturale più antico caratterizzato da superfici di sovrascorrimento e piegamenti alla scala meso- e magascopica.
È stata condotta un’analisi strutturale dell’unità Toscana, effettuando una raccolta sistematica della giacitura di tutti gli elementi strutturali delle varie fasi deformative riconoscibili in campagna. Tali dati sono stati poi elaborati con uno studio statistico, e, mediante lo stereonet, si è analizzata la distribuzione di queste misure nello spazio. Infine sono stati raccolti campioni per l’analisi microstrutturale, in modo da interpretare correttamente i rapporti reciproci tra le varie fasi deformative e descrivere più dettagliatamente la morfologia delle diverse foliazioni riconosciute. Tramite le analisi condotte sono state individuate quattro fasi deformative. La prima fase deformativa D1 ha portato alla formazione di una foliazione relitta nell’unità Toscana; a questa seguono la seconda e la terza fase deformativa, denominate rispettivamente D2 e D3 e caratterizzate da fasi plicative, rispettivamente a piano assiale subverticale e suborizzontale. La fase D2 sembre essersi sviluppata in ambiente compressivo, mentre la fase D3 può essere interpretata come legata a una fase estensionale, già descritta per la Toscana Meridionale. Infine l’intero edificio strutturale ha subito un piegamento blando, attribuibile all’ultima fase D4.
La caratteristica principale della falda Toscana nella Toscana meridionale è indicata in letteratura con il termine di “serie ridotta”, che sta ad indicare un fenomeno di laminazione delle successioni sedimentarie a più livelli stratigrafici. I risultati di questa tesi indicano che tutti i fenomeni di laminazione identificati nell’area sono da riferirsi a processi tettonici.
File
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