Tesi etd-02092005-151612 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Giorgi, Nadia
Indirizzo email
nadia.giorgi@tin.it
URN
etd-02092005-151612
Titolo
Rilevamento geologico e studio dei fenomeni gravitativi dell'area di Arcidosso (Toscana Meridionale)
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Dott. D'Amato Avanzi, Giacomo Alfredo
relatore Prof. Marroni, Michele
relatore Prof. Marroni, Michele
Parole chiave
- fenomeni gravitativi
- Toscana Meridionale
Data inizio appello
25/02/2005
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il lavoro svolto in questa tesi consiste in un rilevamento geologico in scala 1:10000 della zona situata ad ovest dell’edificio vulcanico del Monte Amiata, in Toscana Meridionale.
Il rilevamento è stato eseguito utilizzando le nuove norme CARG del rilevamento geologico. L’area è compresa nel foglio 320 di Castel del Piano, e ricade nelle sezioni in scala 1:10000 numero 100, 110, 140 e 150.
La struttura generale che abbiamo studiato è data dall’impilamento di unità tettoniche appartenenti a domini paleogeografici differenti: il Dominio Ligure (di natura oceanica), quello del Dominio SubLigure e il Dominio Toscano (entrambi di natura continentale).
Dall’analisi litostratigrafica dell’area rilevata, abbiamo ricostruito la successione tipica che caratterizza i depositi appartenenti ai domini suddetti. L’unità Toscana, che giace tettonicamente al di sotto delle altre due unità, è rappresentata da una successione che si estende dal Dogger sino al Miocene Inferiore. Questa successione comprende le Marne a Posidonomya, i Diaspri, la Maiolica, la Scaglia Toscana e il Macigno. Vista l’estensione areale degli affioramenti appartenenti alla formazione della Scaglia Toscana, è stato necessario, dopo una revisione bibliografica, distinguere anche in carta i vari membri che la costituiscono. Al di sopra dell’unità Toscana, giace tettonicamente l’unità di Canetolo, costituito dalle due formazioni delle Argille e Calcari e del Flysch di Vico (Paleocene – Eocene Medio). Infine sopra a queste due unità si trovano le unità tettoniche derivanti dal dominio ligure, ovvero l’unità della Pietraforte e l’unità ofiolitica, entrambe caratterizzate da successioni cretacee.
Dal punto di vista tettonico l’area rilevata è costituita da grosse anticlinali e sinclinali ad andamento NNW-SSE e piano assiale verticale, delineate chiaramente dalle grandi strutture identificate durante il rilevamento geologico. Queste importanti megastrutture ripiegano un assetto strutturale più antico caratterizzato da superfici di sovrascorrimento e piegamenti alla scala meso- e magascopica.
Sono stati cartografati e distinti i movimenti di massa presenti nell’area (frane e DGPV) in base al tipo di movimento e allo stato di attività, desunti principalmente da indicatori morfologici, lesioni sui manufatti, eventuali dati geognostici e strumentali. A questo scopo è stata utilizzata la legenda proposta dalla Regione Toscana.
In particolare è stata analizzata la frana attiva che interessa parte dell’abitato di Arcidosso, inserito nei centri abitati instabili (progetto SCAI del GNCI). Allo scopo sono state utilizzate le relazioni geotecniche e le indagini geognostiche realizzate nell’ambito di un progetto di stabilizzazione dell’area in esame. Tale progetto ha portato alla realizzazione di varie opere volte a migliorare le condizioni di drenaggio della zona,quali setti drenanti, trincee drenanti ed un pozzo a drenaggi orizzontali.
Sono stati utilizzati, inoltre, i dati raccolti sul database IFFI- Inventario dei Fenomeni Franosi Italiani che, unitamente alle osservazioni raccolte in campagna, allo studio dei dati geotecnici e geognostici, e delle fotografie aeree, hanno permesso di reinterpretare con nuove geometrie il fenomeno franoso di Arcidosso, analizzandone le condizioni di stabilità e lo stato di rischio.
Il rilevamento è stato eseguito utilizzando le nuove norme CARG del rilevamento geologico. L’area è compresa nel foglio 320 di Castel del Piano, e ricade nelle sezioni in scala 1:10000 numero 100, 110, 140 e 150.
La struttura generale che abbiamo studiato è data dall’impilamento di unità tettoniche appartenenti a domini paleogeografici differenti: il Dominio Ligure (di natura oceanica), quello del Dominio SubLigure e il Dominio Toscano (entrambi di natura continentale).
Dall’analisi litostratigrafica dell’area rilevata, abbiamo ricostruito la successione tipica che caratterizza i depositi appartenenti ai domini suddetti. L’unità Toscana, che giace tettonicamente al di sotto delle altre due unità, è rappresentata da una successione che si estende dal Dogger sino al Miocene Inferiore. Questa successione comprende le Marne a Posidonomya, i Diaspri, la Maiolica, la Scaglia Toscana e il Macigno. Vista l’estensione areale degli affioramenti appartenenti alla formazione della Scaglia Toscana, è stato necessario, dopo una revisione bibliografica, distinguere anche in carta i vari membri che la costituiscono. Al di sopra dell’unità Toscana, giace tettonicamente l’unità di Canetolo, costituito dalle due formazioni delle Argille e Calcari e del Flysch di Vico (Paleocene – Eocene Medio). Infine sopra a queste due unità si trovano le unità tettoniche derivanti dal dominio ligure, ovvero l’unità della Pietraforte e l’unità ofiolitica, entrambe caratterizzate da successioni cretacee.
Dal punto di vista tettonico l’area rilevata è costituita da grosse anticlinali e sinclinali ad andamento NNW-SSE e piano assiale verticale, delineate chiaramente dalle grandi strutture identificate durante il rilevamento geologico. Queste importanti megastrutture ripiegano un assetto strutturale più antico caratterizzato da superfici di sovrascorrimento e piegamenti alla scala meso- e magascopica.
Sono stati cartografati e distinti i movimenti di massa presenti nell’area (frane e DGPV) in base al tipo di movimento e allo stato di attività, desunti principalmente da indicatori morfologici, lesioni sui manufatti, eventuali dati geognostici e strumentali. A questo scopo è stata utilizzata la legenda proposta dalla Regione Toscana.
In particolare è stata analizzata la frana attiva che interessa parte dell’abitato di Arcidosso, inserito nei centri abitati instabili (progetto SCAI del GNCI). Allo scopo sono state utilizzate le relazioni geotecniche e le indagini geognostiche realizzate nell’ambito di un progetto di stabilizzazione dell’area in esame. Tale progetto ha portato alla realizzazione di varie opere volte a migliorare le condizioni di drenaggio della zona,quali setti drenanti, trincee drenanti ed un pozzo a drenaggi orizzontali.
Sono stati utilizzati, inoltre, i dati raccolti sul database IFFI- Inventario dei Fenomeni Franosi Italiani che, unitamente alle osservazioni raccolte in campagna, allo studio dei dati geotecnici e geognostici, e delle fotografie aeree, hanno permesso di reinterpretare con nuove geometrie il fenomeno franoso di Arcidosso, analizzandone le condizioni di stabilità e lo stato di rischio.
File
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