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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02082022-131109


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
COSTA, ELIA
URN
etd-02082022-131109
Titolo
L'Action 1 del progetto Base Erosion and Profit Shifting: le sfide della tassazione nell'era digitale
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Guidi, Marco Enrico Luigi
Parole chiave
  • Action 1
  • ads
  • ADS
  • Azione 1
  • base erosion
  • Base Erosion
  • Base Erosion and Profit Shifting
  • BEPS
  • beps
  • Carroll
  • cfb
  • CFB
  • digitale
  • digitalizzazione
  • internazionale
  • Pilastro
  • pilastro
  • Pillar
  • pillar
  • Profit Shifting
  • Profit Shifting
  • stabile organizzazione
  • tassazione
Data inizio appello
24/02/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/02/2062
Riassunto
La tesi ha l’obiettivo di analizzare l'Action 1 del progetto Base Erosion and Profit Shifting, che attualmente è riconosciuto come il più grande sforzo, a livello internazionale, nell’affrontare le sfide derivanti dalla tassazione nell'era della digitalizzazione.
La base di partenza è il rapporto Carroll e ciò che fu deciso dalla Lega delle Nazioni dall’inizio delle discussioni nel 1920, fino al 1933 anno in cui fu approvata la convenzione dedicata alle regole di allocazione del profitto per le imprese commerciali e industriali. Tra i principi che emersero inizialmente alcuni dei più importanti furono: “Arm’s length principle”, “Transfer pricing” e “Permanent Establishment”, successivamente modificati ed integrati per adattarsi all’evoluzione dell’economia. I suddetti principi, con l’avvento della digitalizzazione hanno iniziato a mostrare i loro limiti, e la loro obsolescenza li ha resi inadatti per affrontare le nuove sfide che l’evoluzione della tecnologia pone. Per questo motivo si è sentita la necessità di iniziare discussioni miranti ad apportare modifiche che siano più efficaci rispetto alla tassazione delle società attuali.
Queste discussioni, iniziate nel 2012, hanno portato all’ideazione, nel 2013, del Progetto Base Erosion and Profit Shifting dell’OCSE, che è ancora attualmente in discussione, quindi molto mutevole e in continuo divenire. Il Progetto si prefigge l’obiettivo di far evolvere la tassazione rimasta troppo ancorata a principi ideati quasi 100 anni fa, e il raggiungimento di questo scopo si pensa possa realizzarsi tramite le 15 Actions del Progetto BEPS. Sono state coinvolte nel tempo più giurisdizioni possibili, fino alle attuali, che superano le 140, questo allo scopo di ottenere regole più condivise possibile a livello globale.
Nello specifico la tesi tratta dell’Action 1 del BEPS, denominata: “Action 1 Tax Challenges Arising from Digitalisation”. La suddetta azione è incentrata sull’affrontare le sfide fiscali poste dalla digitalizzazione, come dice il suo titolo, e per questo è fondamentale, visto che questo è probabilmente il tema più scottante a livello internazionale.
L’Action 1 si divide in due direttrici, denominate Pillar One e Pillar Two; entrambe sono un insieme di complesse proposte che si prefiggono due obiettivi separati, ma in un certo senso complementari.
Il Primo “Pilastro” mira ad adattare il sistema fiscale internazionale ai nuovi modelli di business attraverso una revisione coerente e simultanea delle regole di allocazione degli utili e del “nexus”. Lo stesso intende ampliare i diritti di tassazione delle “market jurisdictions” (per alcuni “business models” è la giurisdizione in cui è localizzato l'utente) dove vi è una partecipazione attiva e sostenuta di un'impresa all' interno dell’economia delle stesse attraverso attività dirette, fisicamente o a distanza. Il primo pilastro, inoltre, ha l’obbiettivo di migliorare in modo significativo la certezza fiscale, introducendo meccanismi innovativi di prevenzione e risoluzione delle controversie.
Il secondo “Pilastro” affronta le restanti sfide BEPS ed è progettato per garantire che le grandi imprese operanti a livello internazionale paghino un livello minimo di imposta indipendentemente da dove hanno sede o dalle giurisdizioni in cui operano. Tutto ciò è realizzato attraverso una serie di norme interconnesse che mirano a (1) garantire una tassazione minima evitando la doppia imposizione o quella in assenza di profitto economico, (2) fronteggiare la sfida che deriva dai diversi disegni dei sistemi fiscali da parte delle giurisdizioni e agli svariati modelli operativi da parte delle imprese, (3) garantire trasparenza e parità di condizioni e (4) ridurre al minimo i costi amministrativi e di conformità.
Di questi due Pillar, il focus maggiore è stato posto nella tesi sul primo. Esso possiede alcuni elementi chiave che possono essere raggruppati in tre componenti principali:
1) Un nuovo diritto di imposizione: per le “giurisdizioni di mercato” su una quota di utile residuo calcolata a livello di gruppo (o segmento) di imprese multinazionali basato su un “formulaic approach” (“Amount A”, ovvero Importo A).
2) Un rendimento fisso per le attività di marketing e distribuzione che si svolgono fisicamente all'interno di una giurisdizione di mercato, in linea con “l’arm’s length principle” (“Amount B”, ovvero Importo B).
3) Il miglioramento dei processi di certezza sui sistemi fiscali, al fine di incrementare la chiarezza, ridurre contrasti e possibili costi burocratici, attraverso meccanismi innovativi di prevenzione e risoluzione delle controversie (componente di certezza fiscale).
La componente analizzata nel dettaglio è la prima, ovvero l’importo A, mentre per le altre due sono fornite solo panoramiche generali in quanto l’OCSE stesso le ha definite come “più difficili da quantificare a causa delle limitazioni dei dati e sfide metodologiche” e a causa di questo non ha fornito studi dettagliati sul tema.
Il focus sull’Amount A comprende un’analisi minuziosa della formula utilizzata per calcolarlo, che a sua volta è composta da sei componenti, di cui si discute per ognuno: la funzione, il metodo di calcolo e di stima e le possibili implicazioni.
Due tipi di attività sono fondamentali nella trattazione dell’Importo A, in quanto si applicherebbe a due specifiche casistiche, suddivise in base alla natura in: ADS, CFB o fuori ambito.
Nel testo, più volte saranno richiamate le “digital services taxes”, quindi è stato necessario fornirne una definizione, e alcuni esempi per far comprendere appieno il tema.
Nella tesi vengono anche proposte alcune riflessioni sulle stime prodotte dall’OCSE riguardanti una serie di implicazioni che l’attuazione o meno delle proposte può generare, e anche sulle differenze tra le varie idee in campo, al fine ultimo di apprezzare e confrontare l'ordine di grandezza delle potenziali implicazioni sul gettito fiscale dell'importo A del Pillar One.
In particolare, dagli studi fatti sul tema, è emerso come sia probabile che l'ADS diventi relativamente più importante in futuro di quanto non lo sia attualmente, riflettendo l'accelerazione della digitalizzazione dell’economia mondiale. E proprio per quest’ultimo motivo l’analisi tende a concentrarsi sulle implicazioni che l’aumento delle attività classificate come “Automated digital services” potrebbero avere sull’economia globale.
La tesi si conclude con la formulazione di quella che ho chiamato “un’ipotesi utopistica”, che tenga conto della probabile crescente importanza di queste attività, al fine di proporre idee per la risoluzione delle problematiche derivanti dalla tassazione di queste ultime e dalle difficoltà, esplicitate nel testo, che si riscontrano nel calcolare l’Amount A.
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