• switch
• valenza
• linguaggio
• emozioni
• costruttivismo

L’esperienza emotiva permea ogni ambito della vita di ciascun essere umano. Nel corso di molte decadi numerosi autori si sono impegnati nello studio delle emozioni, contribuendo a generare diverse teorie nel tentativo di coglierne gli aspetti fondamentali. Nonostante i numerosi sforzi in ambito scientifico, rimangono dubbi e criticità relativi sia alla definizione dell’esperienza emotiva, sia a quali siano i suoi confini nell’ambito dell’esperienza umana. Dopo aver presentato una breve revisione introduttiva focalizzata sul concetto di emozione, con particolare riferimento alle teorie costruttiviste, la parte sperimentale del presente elaborato si focalizzerà sullo studio dell’esperienza emotiva elicitata dalla visione di parole singole (nomi e verbi) e di coppie di parole. In totale i materiali dello studio hanno incluso 161 stimoli, con 23 nomi accoppiati ciascuno a 3 verbi, per un totale di 69 coppie nome-verbo. Nello studio è stato chiesto ai partecipanti di valutare il tipo di sensazione in termini di piacevolezza/spiacevolezza che le parole/coppie di parole suscitavano nei soggetti partecipanti. Un sottoinsieme di coppie di parole è stato costruito con il seguente scopo: laddove parole singole avessero entrambe valenza positiva o negativa, si ipotizzava che dal loro accoppiamento risultasse l’elicitazione di uno stato emotivo a valenza opposta, fenomeno che è stato denominato valence switch. I risultati dello studio hanno anzitutto mostrato come sia possibile generare tale fenomeno attraverso la presentazione di stimoli verbali. Inoltre è stato evidenziato come la probabilità di tale switch derivi maggiormente da proprietà relative al soggetto che non da quelle dello stimolo e nello specifico, seppur marginalmente, dall’età dei partecipanti, per cui, in buona sostanza, all’aumentare dell’età diminuisce la probabilità che si verifichi il valence switch con le coppie nome-verbo. In linea con quanto dimostrato da precedenti studi sembra esistere una forte relazione lineare tra la variabile valenza attribuita agli stimoli e la variabile dominanza (percezione di controllo sugli eventi) attribuita ad essi, per cui a più alti valori di valenza attribuiti agli stimoli, corrispondono più alti valori di dominanza.