logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02072013-164315


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
SCIONTI, ALESSANDRA
URN
etd-02072013-164315
Titolo
CORRELAZIONE TRA RISPOSTA RADIOLOGICA PRECOCE E VARIAZIONI DI ALFA-FETOPROTEINA IN PAZIENTI CON EPATOCARCINOMA TRATTATI CON SORAFENIB
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Bartolozzi, Carlo
Parole chiave
  • EASL
  • Epatocarcinoma
  • HCC
  • mRECIST
  • RECIST
  • Sorafenib
Data inizio appello
26/02/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/02/2053
Riassunto
Riassunto
Scopo della tesi
Valutare retrospettivamente la correlazione tra risposta radiologica precoce,
variazioni di alfafetoproteina (AFP) e sopravvivenza in pazienti cirrotici in classe A
di Child-Pugh con epatocarcinoma (HCC) trattati con Sorafenib.
Materiali e metodi
Sono stati raccolti i dati clinici relativi a pazienti con HCC e cirrosi in classe A di
Child-Pugh trattati con Sorafenib (400mg due volte al giorno) dal 2008 al 2012. Sono
stati inclusi nello studio solo pazienti con misurazioni di AFP ed esami TC eseguiti
presso la nostra struttura prima del trattamento e a 3 mesi dall’inizio del trattamento.
Gli esami TC sono stati riesaminati per valutare la risposta radiologica secondo i
criteri RECIST 1.1, mRECIST ed EASL. È stato inoltre calcolato il volume della
lesione captante il mezzo di contrasto in fase arteriosa mediante software di
segmentazione semi-automatica. Infine, è stata calcolata la densità nelle acquisizioni
in fase arteriosa della lesione di maggiori dimensioni. È stata eseguita un’analisi
statistica per analizzare la correlazione tra la sopravvivenza dei pazienti e i parametri
raccolti, con particolare riferimento alla risposta radiologica precoce e alle variazioni
di AFP.
Risultati
Lo studio ha incluso 22 pazienti (18 maschi, età media 68 anni), di cui quattro
(18.2%) in classe A del BCLC, 12 (54.5%) in classe B e 6 (27.3%) in classe C. la
durata media del trattamento è stata di 10 mesi ed il follow-up medio di 14 mesi. È
stata registrata una buona riproducibilità intra-osservatore nella valutazione della
risposta radiologica (k=0,83-0,86) ed una buona concordanza tra mRECIST ed EASL
(k=0,86) a fronte di una bassa concordanza tra questi criteri e i RECIST 1.1 (k=0,48-
0,50). In un paziente il volume tumorale non è stato calcolabile per impegno esteso
miliariforme. La variazione media del volume tumorale a 3 mesi è stata di 1,76±2,17,
con incremento volumetrico in 12/21 pazienti (57,1%). Al termine dello studio sono
stati registrati undici decessi, con sopravvivenza cumulativa a 12 mesi di 65,9%.
All’analisi statistica non è stata osservata alcuna correlazione tra sopravvivenza e
variazioni di AFP o risposta radiologica secondo i diversi criteri proposti. Di contro
la sopravvivenza è risultata significativamente correlata alla durata del trattamento
con Sorafenib ed alle variazioni del volume tumorale. In particolare, la sopravvivenza
cumulativa a 12 mesi è stata del 90% in pazienti con volume ratio ≤1,17 e del 40% in
pazienti con volume ratio >1,17 (p=0,04).
Conclusioni: Pur con una buona riproducibilità, i criteri radiologici di risposta
tumorale non sembrano avere un valore prognostico in termini di sopravvivenza in
pazienti con HCC trattati con Sorafenib, non essendo in grado di stratificare
adeguatamente i pazienti. Al contrario, il calcolo della variazione volumetrica della
lesione, pur richiedendo un tempo di ricostruzione di alcuni minuti, consente di
identificare precocemente i pazienti con adeguata risposta al trattamento; in
particolare un incremento volumetrico a 3 mesi >1,17 rappresenta un fattore
prognostico sfavorevole.
File