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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02072012-092414


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
SENNI, FLORENCE
URN
etd-02072012-092414
Titolo
Ricostruzione del legamento crociato anteriore nel cane: recenti acquisizioni
Dipartimento
MEDICINA VETERINARIA
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof. Carlucci, Fabio
correlatore Dott. Dini, Francesca
controrelatore Dott. Barsotti, Giovanni
Parole chiave
  • trattamento conservativo dopo lesione del LCA
  • tecniche chirurgiche LCA
  • cane
  • ricostruzione del LCA
Data inizio appello
09/03/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/03/2052
Riassunto

Premessa: la lesione del LCA nel cane è una patologia molto comune e la sua ricostruzione rappresenta un importante sfida nella pratica veterinaria. Per ottenere una ricostruzione che sia il più possibile simile al LCA nativo dovrebbero essere rispettate molte variabili. In ambito veterinario la maggior parte delle tecniche hanno come obbiettivo principale quello di ripristinare la funzione piuttosto che la anatomia e la biomeccanica articolare del LCA e dei suoi fasci.
Materiali e Metodi: Scopo di questa revisione di letteratura è stato quello di analizzare le principali tecniche per la lesione del LCA considerando gli studi più recenti con un buon livello di evidenza. Ciascuna tecnica è stata valutata tenendo in considerazione il rapporto costi-benefici per il paziente ed il proprietario, la curva di apprendimento, le complicazioni intra e post-operatorie a medio-lungo termine, i tempi di recupero e le indicazioni terapeutiche basate sulla variabilità della razza; il morfotipo; la taglia e l’attitudine.
Risultati: Ciascuna tecnica ha le sue complicazioni più comuni, i suoi vantaggi ed inconvenienti. Dalla letteratura internazionale non emerge alcuno studio significativo che mostri la superiorità di una tecnica piuttosto che di un'altra nel ripristinare l’anatomia, la funzione e la biomeccanica dell’articolazione del ginocchio in modo da ridurre il rischio di fallimento della tecnica utilizzata ed evitare l’evoluzione verso la malattia degenerativa articolare.
Conclusioni: Sono necessari un maggior numero di studi randomizzati controllati attenendosi alla medicina veterinaria basata sull’evidenza (EBVM).
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