• art. 22 c.c.i.i.
• d. l. 118/2021
• finanziamenti prededucibili
• composizione negoziata
• nuova finanza

Con l’istituzione della composizione negoziata ad opera del d. l. 118/2021 e la successiva trasposizione della relativa disciplina nel Codice della crisi, l’ordinamento si è dotato di un nuovo strumento per la soluzione della crisi d’impresa, che trova nella volontarietà e nella stragiudizialità i suoi tratti qualificanti.
Il legislatore, preso atto dell’irrinunciabilità della nuova finanza al fine del buon esito della ristrutturazione, ha dotato il nuovo istituto di un ventaglio di incentivi alla sua erogazione, prima fra tutti la possibilità di riconoscere il beneficio della prededuzione ai crediti vantati dai soggetti sovventori. In tal modo, la disciplina dei finanziamenti all’impresa in crisi si è arricchita di un ulteriore tassello che, se da un lato può essere meglio inquadrato alla luce di un raffronto rispetto alla previgente disciplina, dall’altro contribuisce a fornire soluzione ad alcune questioni rimaste aperte anche dopo l’entrata in vigore del Codice della crisi.
Il presente lavoro mira ad approfondire la disciplina della nuova finanza erogata nel contesto della composizione negoziata, alla luce degli orientamenti della dottrina e della giurisprudenza di merito che si sono espresse sul tema.
Dopo un inquadramento della prededucibilità ai sensi dell’art. 22, primo comma, c.c.i.i. e dei presupposti per il suo riconoscimento, si cercherà di definirne la portata applicativa, anche in considerazione della ridefinizione della prededuzione operata dal Codice, che pare aprire alla sua qualificazione come caratteristica sostanziale del credito a cui è attribuita.
Da ultimo, non potendosi ignorare il ruolo essenziale nella ristrutturazione rivestito dai soci o dalle società del gruppo, saranno oggetto di approfondimento le specifiche ipotesi in cui il sostegno finanziario alla composizione negoziata sia erogato da tali soggetti.