Tesi etd-02062023-004102 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CIPOLLONE, NICCOLÒ
URN
etd-02062023-004102
Titolo
La questione dello Xinjiang nelle relazioni tra Unione Europea e Repubblica Popolare Cinese
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Paoli, Simone
Parole chiave
- Asia Centrale
- Central Asia
- China
- Cina
- European Parliament
- European Union
- genocide
- genocidio
- Parlamento Europeo
- Uighurs
- uiguri
- Unione Europea
- Xinjiang
- Xinjiang
Data inizio appello
20/02/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/02/2093
Riassunto
La questione degli uiguri e dello Xinjiang ha recentemente visto un riesame a livello globale. L’argomento é probabilmente destinato a ritagliarsi un ruolo speciale nelle relazioni tra Repubblica Popolare Cinese e Unione Europea. Ciononostante, è allarmante notare che a quasi cinquant’anni dall’avvio delle relazioni sino-europee e a venticinque dalla scoperta delle condizioni di maltrattamento degli uiguri, l’UE abbia iniziato a formulare una posizione chiara da adottare nei confronti di questa questione solamente nell’ultimo biennio. Particolarmente interessante è la posizione del Parlamento Europeo e, sopratttutto, di un gruppo di eurodeputati che hanno tentato, con piu o meno successo, di mantenere viva l’attenzione sul problema nell’ambito dei dibattiti nelle commissioni parlamentari cosi come nelle sedute plenarie di Strasburgo e Bruxelles.
Altro aspetto che non ha contribuito alla diffusione di notizie sulla condizione degli uiguri è costituito dallo scarso interesse mostrato dalla comunità internazionale e dalla difficoltà di reperire informazioni veritiere o attinenti. In effetti, notizie sugli avvenimenti che si sono susseguiti nello Xinjiang sono rimasti quasi del tutto circoscritti al contesto geografico di appartenenza; ciò ha permesso di creare, nel tempo, una visione distorta degli uiguri e, in maniera specifica, della loro relazione con la Cina imperiale e comunista. Grazie a un nuovo interesse da parte di alcuni studiosi negli ultimi quattro decenni, è stato possibile mostrare quanto complessa e unica la questione del “genocidio” degli uiguri sia stata non solo per la Cina, ma anche e soprattuto per gli attori occidentali che ne vogliono parlare, inclusa l’Unione Europea.
In particolar modo, questo lavoro ha come obiettivo principale quello di analizzarela storia della regione dello Xinjiang nel contestodell’evoluzione storica della Cina e del bacino geografico dell'Asia Centrale. In seguito, verrà esaminato, in una prospettiva diacronica, il modo in cui le relazioni tra UE e RPC si sono deteriorate nel contesto della politica di sicurezza e di sviluppo adottata da Pechino durante il regime di Xi Jinping e della conseguente risposta delle istituzioni europee.
The issue of the Uyghurs and Xinjiang has recently seen a global reexamination. The topic is likely to carve out a special role for itself in PRC-EU relations. Nonetheless, it is alarming to note that nearly fifty years after the inception of Sino-European relations and twenty-five years after the discovery of the mistreatment conditions of the Uyghurs, the EU has only begun to formulate a clear position to take toward this issue in the last two years. Particularly interesting is the position of the European Parliament and, above all, of a group of MEPs who have tried, with more or less success, to keep attention on the issue alive in the context of debates in parliamentary committees as well as in plenary sessions in Strasbourg and Brussels.
Another aspect that has not contributed to the dissemination of news about the condition of the Uighurs is the lack of interest shown by the international community and the difficulty of finding truthful or relevant information. Indeed, news about the events unfolding in Xinjiang have remained almost entirely confined to their geographic context; this has allowed for the creation, over time, of a distorted view of the Uighurs and, specifically, of their relationship with imperial and communist China. Thanks to a new interest on the part of some scholars over the past four decades, it has been possible to show how complex and unique the issue of Uyghur "genocide" has been not only for China, but also and especially for Western actors who want to talk about it, including the European Union.
Specifically, this paper's main objective is to analyze the history of the Xinjiang region in the context of the historical evolution of China and the Central Asian geographic basin. It will then examine, from a diachronic perspective, how EU-PRC relations have deteriorated in the context of the security and development policy adopted by Beijing during the Xi Jinping regime and the subsequent response of European institutions.
Altro aspetto che non ha contribuito alla diffusione di notizie sulla condizione degli uiguri è costituito dallo scarso interesse mostrato dalla comunità internazionale e dalla difficoltà di reperire informazioni veritiere o attinenti. In effetti, notizie sugli avvenimenti che si sono susseguiti nello Xinjiang sono rimasti quasi del tutto circoscritti al contesto geografico di appartenenza; ciò ha permesso di creare, nel tempo, una visione distorta degli uiguri e, in maniera specifica, della loro relazione con la Cina imperiale e comunista. Grazie a un nuovo interesse da parte di alcuni studiosi negli ultimi quattro decenni, è stato possibile mostrare quanto complessa e unica la questione del “genocidio” degli uiguri sia stata non solo per la Cina, ma anche e soprattuto per gli attori occidentali che ne vogliono parlare, inclusa l’Unione Europea.
In particolar modo, questo lavoro ha come obiettivo principale quello di analizzarela storia della regione dello Xinjiang nel contestodell’evoluzione storica della Cina e del bacino geografico dell'Asia Centrale. In seguito, verrà esaminato, in una prospettiva diacronica, il modo in cui le relazioni tra UE e RPC si sono deteriorate nel contesto della politica di sicurezza e di sviluppo adottata da Pechino durante il regime di Xi Jinping e della conseguente risposta delle istituzioni europee.
The issue of the Uyghurs and Xinjiang has recently seen a global reexamination. The topic is likely to carve out a special role for itself in PRC-EU relations. Nonetheless, it is alarming to note that nearly fifty years after the inception of Sino-European relations and twenty-five years after the discovery of the mistreatment conditions of the Uyghurs, the EU has only begun to formulate a clear position to take toward this issue in the last two years. Particularly interesting is the position of the European Parliament and, above all, of a group of MEPs who have tried, with more or less success, to keep attention on the issue alive in the context of debates in parliamentary committees as well as in plenary sessions in Strasbourg and Brussels.
Another aspect that has not contributed to the dissemination of news about the condition of the Uighurs is the lack of interest shown by the international community and the difficulty of finding truthful or relevant information. Indeed, news about the events unfolding in Xinjiang have remained almost entirely confined to their geographic context; this has allowed for the creation, over time, of a distorted view of the Uighurs and, specifically, of their relationship with imperial and communist China. Thanks to a new interest on the part of some scholars over the past four decades, it has been possible to show how complex and unique the issue of Uyghur "genocide" has been not only for China, but also and especially for Western actors who want to talk about it, including the European Union.
Specifically, this paper's main objective is to analyze the history of the Xinjiang region in the context of the historical evolution of China and the Central Asian geographic basin. It will then examine, from a diachronic perspective, how EU-PRC relations have deteriorated in the context of the security and development policy adopted by Beijing during the Xi Jinping regime and the subsequent response of European institutions.
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