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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02062022-162050


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DATI, GAIA
URN
etd-02062022-162050
Titolo
Farmaci per il trattamento del disturbo bipolare: efficacia, effetti avversi e sindrome metabolica
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Scarselli, Marco
Parole chiave
  • acido valproico
  • antipsicotici atipici
  • atypical antipsycothics
  • bipolar disorder
  • bipolar disorder treatment
  • disturbo bipolare
  • lithium
  • litio
  • metabolic syndrome
  • sindrome metabolica
  • trattamenti disturbo bipolare
  • valproic acid
Data inizio appello
24/02/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il disturbo bipolare (BD) è una psicopatologia ad eziologia multifattoriale, e si configura come una condizione complessa ed eterogenea nelle manifestazioni cliniche.
Questa patologia ha un notevole impatto sulla vita della persona e dei familiari, e i cambiamenti insoliti, spesso estremi e fluttuanti dell’umore, dell’energia e della concentrazione possono interferire significativamente con le relazioni interpersonali, sentimentali, in ambito lavorativo o scolastico; provocando una riduzione della qualità della vita globale della persona.
Il BD colpisce più del 2% della popolazione mondiale, indipendentemente dalla nazionalità, origine etnica o status socioeconomico, e rappresenta dunque una delle principali cause di disabilità tra i giovani, con elevato rischio di suicidio, ridotte aspettative di vita e multiple comorbidità mediche (cardiovascolari e metaboliche) e psichiatriche (p.es., disturbo da uso di sostanze).
La natura cronica life-long del disturbo bipolare richiede la somministrazione di una terapia che si protrae per lo stesso tempo.
La farmacoterapia è imprescindibile e costituisce la base per il successo del trattamento nel disturbo bipolare; per ottenere una gestione ottimale della patologia numerose evidenze consigliano un approccio multidisciplinare che preveda l’integrazione con interventi psicologici.
Gli interventi psicoeducativi e i percorsi di psicoterapia possono essere utili nel trattamento di mantenimento per prevenire le ricadute, migliorare l’aderenza alla terapia farmacologica, migliorare la qualità della vita dell'individuo e della famiglia.
Data la complessità della patologia bipolare, il clinico si trova a formulare la terapia non senza difficoltà, dove l’aderenza terapeutica è minacciata dalla natura stessa del disturbo.
Inoltre sono presenti alcuni effetti collaterali dei farmaci che tengono i pazienti lontani dal trattamento.
Con queste premesse, nel presente elaborato di tesi verranno descritte le principali strategie farmacologiche disponibili per il trattamento del disturbo bipolare.
Il trattamento farmacologico ha lo scopo di contenere la sintomatologia, prolungando il più a lungo possibile gli intervalli eutimici e tentando di prevenire le ricadute.
Per molti anni, il litio è stato l'unico stabilizzatore dell'umore di uso comune e rimane la prima scelta nel trattamento preventivo soprattutto del disturbo bipolare I e II.
Una ricerca di trattamenti aggiuntivi e alternativi al litio ha rivelato che altri farmaci, inclusi agenti anticonvulsivanti (acido valproico, carbamazepina, lamotrigina) e diversi antipsicotici atipici (AAP), hanno proprietà stabilizzatrici dell'umore.
Gli AAP hanno mostrato avere una maggiore rapidità d’azione, utile soprattutto nella mania acuta dove l’intervento rapido è fondamentale.
La terapia farmacologica per quanto indispensabile e potenzialmente efficace nella gestione della patologia, tuttavia comporta la comparsa di effetti indesiderati.
Il litio, gold standard per il trattamento del BD, ha un basso indice terapeutico che richiede un regolare monitoraggio delle concentrazioni plasmatiche (TDM).
Inoltre, può alterare la funzionalità renale e tiroidea per cui è doveroso effettuare gli appositi test prima e durante il trattamento.
L’acido valproico provoca invece sintomi gastro-intestinali, sonnolenza, tremore, incremento ponderale, nel lungo termine provoca alopecia, alterazioni della funzionalità epatica e pancreatica, disordini mestruali, oviaio policistico, ed è associato ad alto rischio teratogeno.
Il trattamento con gli AAP è associato a gravi alterazioni metaboliche e aumento di peso corporeo, che possono aumentare il rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2 e malattie cardiovascolari provocando un notevole aumento del rischio di mortalità.
Gli AAP interferiscono profondamente con l'omeostasi del glucosio e dei lipidi agendo principalmente su ipotalamo, fegato, cellule pancreatiche, tessuto adiposo e muscolo scheletrico.
Gli effetti avversi possono compromettere l’adesione al trattamento da parte del paziente.
L’aumento di peso è un effetto collaterale comune a molti farmaci utilizzati nel trattamento del BD, e secondo alcuni studi è l’effetto avverso più temuto dai pazienti poiché associato a stigma sociale.
Sugli effetti avversi dei farmaci, il TDM è uno strumento utile ed efficace che permette di verificare la concentrazione ottimale del farmaco per ottenere l’effetto desiderato e ridurre al minimo gli effetti avversi.
In una ottica moderna ottica di medicina personalizzata, il TDM permette di ottimizzare l’intervento sulla persona, tenendo conto delle caratteristiche soggettive del paziente.
Tuttavia, qualora sopraggiungano effetti collaterali, è sconsigliata la sospensione della terapia farmacologica, in quanto in assenza di trattamento possono verificarsi complicanze legate alla natura stessa del disturbo, quali rischio di suicidio, messa in atto di comportamenti a rischio verso sé stessi e gli altri.


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