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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02062014-223822


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
DEL CARLO, DAVIDE
Indirizzo email
delcadavide@gmail.com
URN
etd-02062014-223822
Titolo
Progettazione integrata di ponti e infrastrutture viarie: i nuovi assi viari di Lucca
Dipartimento
INGEGNERIA CIVILE E INDUSTRIALE
Corso di studi
INGEGNERIA DELLE COSTRUZIONI CIVILI
Relatori
relatore Prof. Croce, Pietro
correlatore Prof. Lucchesi, Daniele
Parole chiave
  • viadotti
  • strutture
  • tangenziale
  • progettazione partecipata
  • ponti
  • paesaggio
  • estetica
Data inizio appello
25/02/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Quando ci riferiamo alle infrastrutture viarie spesso siamo portati a pensare che la loro progettazione sia racchiusa entro un ristretto campo della tecnica nel quale ci si preoccupi solamente di definire tracciati, pendenze, ingombri, volumi di scavo, velocità, ecc. Nel corso degli ultimi anni tale concezione è stata superata dalla presa di coscienza che, soprattutto per le opere a scala territoriale, le vie di comunicazione assumono funzioni che vanno al di là del rispetto di standard fissati da normative prestazionali. Anche l’approccio progettuale si è quindi dovuto necessariamente trasformare, interpretando le infrastrutture non solo in ottica puramente viabilistica, bensì prendendo in considerazione molteplici fattori ed aspetti che tali opere sono in grado di coinvolgere. Basti pensare agli effetti che un asse viario comporta sul territorio e sull’ambiente durante tutta la sua vita utile, a partire dalle fasi realizzative sino all’attuazione di programmi di gestione e manutenzione. Un tale approccio trova naturale sostegno sull’analisi degli impatti che l’opera esercita sulle componenti abiotiche, biotiche e umane dell’ambiente circostante.
Si comprende dunque che la realizzazione di opere infrastrutturali deve oggi coniugare le esigenze di mobilità con tutti i vincoli imposti dal territorio, non essendo più la strada un’opera specialistica indipendente. Questo obbliga a seguire un nuovo percorso progettuale che preveda il coinvolgimento e il contributo di molteplici discipline e conoscenze, attraverso la sinergia di soggetti diversi all’interno di in un approccio multidisciplinare, in una visione olistica della progettazione, alla fine del quale si può raggiungere quello che possiamo definire Progetto Ottimo [Fig. 1].
Oggigiorno infatti, all’interno del processo di progettazione di un opera viaria, inevitabilmente confluiscono i contributi derivanti da diversi settori, oltre a quelli indiscutibili dell’ingegneria e dell’architettura, quali ad esempio la geografia, la geologia, l’economia, l’urbanistica, ma anche la sociologia, ecc. Ogni disciplina che interviene in questo processo contribuisce con le proprie regole e leggi fondamentali, anche attraverso orientamenti e punti di vista differenti, che spesso si intrecciano e si intersecano fra loro.
Fra i molti aspetti progettuali coinvolti, abbiamo ritenuto necessario approfondirne due in particolare ovvero l’inserimento paesaggistico e il valore estetico.
Il presente lavoro di tesi si propone quindi di esaminare da vicino tali tematiche, tentandone una possibile applicazione al caso studio costituito dal progetto degli assi viari del nuovo Sistema Tangenziale della città di Lucca. L’intervento prevede la realizzazione di una nuova viabilità ad est della città, comprendente i collegamenti tra Ponte a Moriano ed i caselli dell’A11 del Frizzone, nel Comune di Capannori, e di Lucca Est.
La complessità dei concetti che si sono presentati approcciandosi al tema dell’inserimento paesaggistico e quindi del paesaggio in generale ci ha portato, inizialmente, a cercare di comprendere come negli anni si sia evoluto il significato di paesaggio stesso, attraverso una esamina della normativa in materia dai primi anni del ‘900 ad oggi, in Italia in generale e in Toscana in particolare.
L’interpretazione e il tentativo di molti ricercatori di dare una completa descrizione del complesso tema del paesaggio, ha suscitato lo sviluppo di numerosi metodi e modelli per una sua “valutazione”. In questo grande insieme, abbiamo pensato che l’approccio più logico fosse quello fondato sulla percezione visiva dell’uomo, essendo oltretutto presenti in letteratura ampi studi in proposito, supportati anche dallo sviluppo informatico di software specifici e quindi di tecniche computerizzate ad hoc quali, ad esempio, quelle di analisi visiva.
La scelta di tale criterio di valutazione è stata rafforzata dal fatto che la percezione del paesaggio che ci circonda è dovuta principalmente al senso della vista. In questi termini una completa valutazione del paesaggio dovrebbe essere in grado di rispondere alle domande: Chi vede/percepisce il paesaggio? Un turista o un cittadino del posto? Da dove si svolge l’attività di percezione? Dalla cima di una montagna o da un grattacielo? Come lo vede, in quali condizioni? Da fermo o in movimento? Quando lo vede, giornalmente od occasionalmente ? Il primo passo è stato quindi quello di cercare di fornire una descrizione dei paesaggi interessati dagli assi viari che tenesse presente le varie caratteristiche visive e cercando di rispondere ad alcune delle domande appena accennate.
Successivamente sono state determinate le zone di visibilità teorica (ZTV) relative al “Viadotto Ozzoretto”, ricadente nel tratto ovest-est dei nuovi assi viari, con l’ausilio di modelli digitali del terreno (DTM) implementati in un software GIS. Questi ultimi consentono l’applicazione di analisi di visibilità attraverso le quali, ad esempio, è possibile valutare le zone da cui è possibile vedere l’opera, o una sua parte.
Naturalmente la percezione di un paesaggio è un attività svolta per lo più dagli abitanti di un certo luogo, soprattutto in ambiti fortemente urbanizzati come quello della città di Lucca. Per questo è fondamentale che le scelte e le decisioni riguardo a modifiche e cambiamenti di un paesaggio siano attuate tenendo presente il parere e le osservazioni di chi vive quelle zone. Per questo abbiamo dedicato un capitolo alla cosiddetta Progettazione Partecipata, ovvero al coinvolgimento dell’opinione pubblica all’interno dei processi decisionali, in particolare di trasformazione del territorio, richiamando le numerose tecniche presenti in letteratura.
Strettamente collegato all’attività di percezione visiva di un paesaggio, si è evoluto col tempo, più diffusamente negli Stati Uniti, un interesse verso il contenuto estetico delle strutture, e quindi anche dei ponti, confermato dalle numerose pubblicazioni in merito. In effetti, oggigiorno, viene sempre più richiesta dalla società una specifica attenzione verso la massima integrazione delle opere pubbliche nel relativo contesto di appartenenza.
Storicamente, nell’arte, l’uomo ha da sempre ricercato una formulazione scientifica della bellezza, quasi nel tentativo di misurare il “bello”. Tale ricerca ha condotto a varie filosofie di pensiero, alcune delle quali ci forniscono indicazioni sui rapporti migliori fra proporzioni, forme e colori, delineando i fondamenti e le basi teoriche di quella che oggi indichiamo Progettazione Estetica. Queste considerazioni ci hanno spinto a sviluppare alcune applicazioni “estetiche” ai ponti del caso studio esaminato, proponendo alcune soluzioni relativamente ai muri di spalla, differenziate in base all’ambito paesaggistico di appartenenza, studiando e proponendo forme alternative per le pile, studiando la fattibilità di nuove tipologie di impalcato, coniugando valore estetico e funzione strutturale.
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