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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02062014-143440


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SANTINI, MARTINA
URN
etd-02062014-143440
Titolo
Il bisogno di salute mentale. Tensioni e criticita' nella risposta dei servizi.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Ruggeri, Fedele
Parole chiave
  • autonomia
  • bisogni
  • risposta dei servizi
  • Salute mentale
Data inizio appello
10/03/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’elaborato intende proporre, dopo una descrizione dell’evoluzione dei servizi a partire dal periodo manicomiale e con un accento sulle criticità inerenti ai vari servizi territoriali, l’analisi di un concetto complesso come quello del bisogno. L’offerta psichiatrica ha tentato, nel corso della storia, di rispondere alle esigenze dei soggetti con problemi mentali, ma non sempre facendo strettamente riferimento ai reali bisogni propri della persona. Così il concetto di malattia mentale, con tutte le sue implicazioni, si è evoluto in quello di salute mentale, contemplando aspetti precedentemente esclusi, quali la relazionalità e la responsabilità della società in merito alla disabilità del soggetto, con cambiamenti rilevanti dal punto di vista sia dei contenuti che delle modalità organizzative dei servizi.
Tema centrale resta quello dei bisogni, a proposito del quale è opportuno considerare, dopo il riferimento alla teoria dei bisogni umani di Doyal e Gough, tre degli aspetti a cui i servizi intendono fornire risposte: l’abitare, il lavoro e le relazioni sociali. Si tratta di un processo per soddisfare le esigenze dell’individuo e per riabilitarlo, in cui l’aspetto relazionale, ai vari livelli, diviene fondamentale per far sì che si possa parlare di salute in senso pieno.
Ma il lavoro dei servizi col soggetto non è sufficiente se il contesto sociale non è disponibile ad un reale reinserimento dello stesso. Ecco che diviene fondamentale anche il lavoro dei servizi col territorio, in termini di attivazione delle risorse esistenti e della loro inclusione all’interno della rete di presa in carico del soggetto; si deve inoltre lasciare lo spazio necessario all’iniziativa della collettività ed alla contestazione di ciò che non funziona. Allo stesso tempo, un’azione di sensibilizzazione contribuisce alla lotta contro il pregiudizio e lo stigma, concause del processo di esclusione ed emarginazione del soggetto fragile. In tale direzione si determina la possibilità di uno sviluppo adeguato del processo di ri-abilitazione.
Un territorio aperto ed inclusivo riesce finalmente ad accogliere l’individuo, il quale può puntare ad un ulteriore livello di partecipazione, più elevato, caratterizzato dall’autonomia critica: non si tratta solo di poter scegliere tra le opzioni già presenti (autonomia), ma della capacità/possibilità di mettere in discussione il sistema esistente e le sue concrete definizioni, portando un punto di vista diverso, che attraverso il dissenso permette definizioni diverse. Tale azione acquisisce maggior forza se è compiuta da soggetti collettivi, quali le associazioni di utenti, che possono contrastare ciò che non li soddisfa e partecipare alla programmazione, mentre i servizi, dal canto loro, dovrebbero accettare di essere valutati dagli utenti, per poter così offrire risposte più coerenti alle esigenze da essi sperimentate.
Esigenze che si pongono come occasione significativa per una dinamica sociale che si basi sull’affermazione delle potenzialità del soggetto, di tutti i soggetti, come risorsa per equilibri sociali più soddisfacenti, basati su autonomia e responsabilizzazione.
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