Tesi etd-02052024-152302 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PARDI, ASIA
URN
etd-02052024-152302
Titolo
Le piante officinali quali fonte di composti nutraceutici: valutazione dell'effetto di diverse tipologie di essiccazione sul contenuto di alcune sostanze nutraceutiche (fenoli totali e acido ascorbico) e sulla capacità antiossidante in diversi organi di Calendula officinalis L. e Passiflora incarnata L.
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Guidi, Lucia
Parole chiave
- acido ascorbico
- antioxidant activity.
- ascorbic acid
- Calendula officinalis L.
- capacità antiossidante. Calendula officinalis L.
- drying
- essiccazione
- fenoli totali
- Passiflora incarnata L.
- Passiflora incarnata L.
- total phenolic
Data inizio appello
21/02/2024
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente elaborato di tesi è finalizzato alla valutazione dell’effetto di diverse tipologie di essiccazione su alcuni principi attivi di Calendula officinalis L. e Passiflora incarnata L., due piante officinali appartenenti alla medicina tradizionale europea e centro-sudamericana. In particolare, sono stati valutati il contenuto di alcune sostanze nutraceutiche (acido ascorbico, fenoli totali) e la capacità antiossidante in diversi organi delle due specie, nello specifico foglie e fiori. Il lavoro fa parte di un progetto tra l’Università di Pisa e l’Università dell’Avana (Cuba) finalizzato alla comparazione delle sostanze attive nelle due suddette specie anche in relazione al metodo di essiccamento utilizzato. In aggiunta, nella tesi per C. officinalis sono stati valutati gli stessi principi attivi e la capacità antiossidante in campioni gentilmente concessi dal Dott. Maurizio Gioli.
Nella prima parte della tesi è stata condotta un’ampia e approfondita recensione dello stato dell’arte sull’uso delle erbe officinali anche in riferimento alle normative vigenti. Sono state quindi descritte le due specie, non solo da un punto di vista botanico ma anche l’uso e l’efficacia come specie medicinali/officinali. A motivare lo studio e la ricerca di metaboliti attivi in queste piante vi sono alla base i loro usi tradizionali. Nella medicina popolare dei luoghi d'origine, infatti, queste specie vegetali sono ampiamente conosciute e consumate per la cura di molteplici disturbi, tra i più interessanti per questa trattazione quelli legati all’apparato gastro-intestinale. Dunque, dopo una breve descrizione botanica della pianta, l'interesse viene indirizzato agli usi etnobotanici e infine agli studi scientifici che ne confermano l'efficacia come potenziali agenti coadiuvanti nel trattamento dell’ulcera gastro-duodenale, del diabete mellito di tipo 2, delle dislipidemie e delle condizioni di disbiosi intestinale.
Successivamente, è presentato il lavoro svolto nel laboratorio del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa. I risultati delle analisi sul contenuto in fenoli totali e acido ascorbico, così come la valutazione della capacità antiossidante sono in consonanza con quanto riportato nella letteratura scientifica pertinente. Tale coerenza sottolinea la validità e la consistenza delle nostre conclusioni. Inoltre, per le foglie di C. officinalis, non sono state riscontrate differenze significative nei contenuti di fenoli totali, acido ascorbico totale e capacità antiossidante (DPPH) tra i campioni sottoposti a trattamenti di essiccazione tradizionale e in stufa a 40 °C, né in base al metodo di essiccazione né alla provenienza geografica. Tuttavia, è emersa una differenza significativa nella capacità antiossidante dei fiori di C. officinalis provenienti da Cuba, essiccati secondo il metodo tradizionale rispetto a quelli essiccati in stufa a 40 °C. Questo suggerisce che il processo tradizionale di essiccazione potrebbe conservare in modo più efficace le sostanze antiossidanti presenti nella pianta, una conclusione supportata da ricerche precedenti. Analogamente, le analisi sulla parte aerea di P. incarnata non hanno mostrato differenze significative né in base ai diversi metodi di essiccazione né alla provenienza geografica dei campioni.
Nella prima parte della tesi è stata condotta un’ampia e approfondita recensione dello stato dell’arte sull’uso delle erbe officinali anche in riferimento alle normative vigenti. Sono state quindi descritte le due specie, non solo da un punto di vista botanico ma anche l’uso e l’efficacia come specie medicinali/officinali. A motivare lo studio e la ricerca di metaboliti attivi in queste piante vi sono alla base i loro usi tradizionali. Nella medicina popolare dei luoghi d'origine, infatti, queste specie vegetali sono ampiamente conosciute e consumate per la cura di molteplici disturbi, tra i più interessanti per questa trattazione quelli legati all’apparato gastro-intestinale. Dunque, dopo una breve descrizione botanica della pianta, l'interesse viene indirizzato agli usi etnobotanici e infine agli studi scientifici che ne confermano l'efficacia come potenziali agenti coadiuvanti nel trattamento dell’ulcera gastro-duodenale, del diabete mellito di tipo 2, delle dislipidemie e delle condizioni di disbiosi intestinale.
Successivamente, è presentato il lavoro svolto nel laboratorio del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa. I risultati delle analisi sul contenuto in fenoli totali e acido ascorbico, così come la valutazione della capacità antiossidante sono in consonanza con quanto riportato nella letteratura scientifica pertinente. Tale coerenza sottolinea la validità e la consistenza delle nostre conclusioni. Inoltre, per le foglie di C. officinalis, non sono state riscontrate differenze significative nei contenuti di fenoli totali, acido ascorbico totale e capacità antiossidante (DPPH) tra i campioni sottoposti a trattamenti di essiccazione tradizionale e in stufa a 40 °C, né in base al metodo di essiccazione né alla provenienza geografica. Tuttavia, è emersa una differenza significativa nella capacità antiossidante dei fiori di C. officinalis provenienti da Cuba, essiccati secondo il metodo tradizionale rispetto a quelli essiccati in stufa a 40 °C. Questo suggerisce che il processo tradizionale di essiccazione potrebbe conservare in modo più efficace le sostanze antiossidanti presenti nella pianta, una conclusione supportata da ricerche precedenti. Analogamente, le analisi sulla parte aerea di P. incarnata non hanno mostrato differenze significative né in base ai diversi metodi di essiccazione né alla provenienza geografica dei campioni.
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TESI_ASI...67520.pdf | 3.46 Mb |
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