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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02052024-143145


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PENNISI, SILVIA
URN
etd-02052024-143145
Titolo
Uno sguardo critico al “Positivity bias”: Conduzione di uno studio pilota sul rilevamento di espressioni facciali a intensità controllata
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Prof. Cecchetti, Luca
correlatore Dott.ssa Bucci, Erika
Parole chiave
  • intensità
  • Positivity bias
  • emozioni
  • visual search
  • espressioni facciali
Data inizio appello
22/02/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/02/2094
Riassunto
Le espressioni facciali emotive sono una componente fondamentale della vita quotidiana e contribuiscono alla buona riuscita delle interazioni sociali. Nel panorama scientifico sono stati molteplici gli studi che si sono posti l’obiettivo di indagare se ce ne sono alcune che godono di un qualche vantaggio rispetto alle altre. Il nostro studio si propone di analizzare in una prospettiva critica il fenomeno noto come Positivity Bias, una predisposizione cognitiva che porta a riconoscere e rilevare prevalentemente gli stimoli a valenza positiva. Al nostro esperimento hanno preso parte 52 soggetti divisi in due gruppi, a cui abbiamo chiesto di rilevare il più velocemente e accuratamente possibile volti dall’emozione di rabbia o gioia tra una maggioranza di espressioni neutre. L’unica differenza fra i due gruppi consiste nell’intensità degli stimoli presentati, una variabile spesso ignorata dalla letteratura scientifica di riferimento. Al primo gruppo, sono state mostrate espressioni alla massima intensità, mentre il secondo gruppo è stato esposto a volti ad intensità minore ma resa pari tra le due emozioni, selezionando quei momenti delle espressioni di gioia in cui non si rendevano ancora visibili i denti, una caratteristica estremamente saliente dal punto di vista percettivo. I volti felici sono stati rilevati più velocemente e accuratamente nel gruppo ad intensità non-equivalente (p<0.05), mentre non è stata riscontrata alcuna differenza significativa nei tempi di reazione e nell’accuratezza del secondo gruppo (p>0.05). Le altre variabili indagate, come i tratti autistici, la fobia sociale e l’ansia di tratto, non hanno mostrato alcuna relazione con la performance (p>0.05). I risultati ci permettono di far luce sull’apparente vantaggio riscontrato in letteratura nei confronti degli stimoli a valenza positiva, sottolineando il ruolo modulatore dell'intensità delle espressioni facciali emotive nei compiti di rilevamento.
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