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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02052012-184015


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
BERTOLINI, ILARIA
URN
etd-02052012-184015
Titolo
Studio randomizzato di fase III di chemioterapia di seconda linea con o senza bevacizumab in pazienti con carcinoma colorettale metastatico che abbiano ricevuto un trattamento chemioterapico di prima linea in associazione a bevacizumab.
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Falcone, Alfredo
Parole chiave
  • bevacizumab
  • carcinoma colorettale metastatico
  • chemioterapia di seconda linea
Data inizio appello
28/02/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
28/02/2052
Riassunto
Bevacizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che lega il vascular endothelial growth factor (VEGF), ligando naturale del VEGF receptor (VEGFr).
Impedendo il legame tra il fattore di crescita e il rispettivo recettore, bevacizumab inibisce la via del segnale che ha come evento finale l'attivazione della neoangiogenesi, processo chiave nella progressione e nella diffusione delle neoplasie.
Sulla base dei risultati ottenuti in diversi studi è stato dimostrato che l'impiego di bevacizumab in associazione alla terapia standard è vantaggioso nel trattamento di diverse neoplasie in fase metastatica, quali il tumore del colon retto, il tumore non a piccole cellule del polmone, il tumore del rene, il tumore della mammella ed il glioblastoma multiforme.
Diversi trials randomizzati hanno dimostrato che bevacizumab è sicuro ed efficace sia nel trattamento di prima linea che nel trattamento di seconda linea del carcinoma colo-rettale (CRC) metastatico. I risultati dello studio osservazionale BRiTE (Bevacizumab Regimens: Investigation of Treatment Effects and Safety) suggeriscono che proseguire il trattamento con bevacizumab anche dopo la progressione di malattia in pazienti che hanno ricevuto l'anticorpo nella terapia di prima linea sembra conferire un vantaggio in termini di sopravvivenza rispetto alla sola chemioterapia. Sulla base di queste considerazioni è stato disegnato lo studio BEBYP (Bevacizumab beyond progression), uno studio randomizzato di fase III in cui pazienti con CRC metastatico, già trattati con chemioterapia di prima linea in combinazione con bevacizumab, vengono sottoposti ad un trattamento di chemioterapia di seconda linea con (braccio A) o senza (braccio B) il farmaco anti-angiogenetico. Endpoint primario dello studio è la progression-free survival(PFS); obiettivi secondari sono i seguenti: overall survival (OS), response rate (RR) e profilo di tossicità. Lo studio è stato condotto grazie alla collaborazione di diciotto unità di Oncologia medica italiane, che hanno arruolato, da aprile 2008 a giugno 2011, 140 pazienti con CRC metastatico precedentemente trattati con chemioterapia e bevacizumab. Le caratteristiche principali dei pazienti esaminati sono le 5 seguenti (braccio A vs. braccio B): n. pazienti, 69 vs. 71; maschi/femmine, 54/15 vs. 39/32; età mediana, 66 anni (range 38-75) vs. 62 anni (range 42-75); ECOG performance status 0/1-2, 58/11 vs. 60/11. Ad un follow up mediano di 17.1 mesi la PFS mediana è di 6.0 mesi nel braccio A e di 8.1 mesi nel braccio B (p=0.0005; HR=1.987, 95% CI 1.346-2.933); la OS mediana è di 15.8 mesi nel braccio A contro 13.4 mesi nel braccio B (p=0.8152; HR=0.944, 95% CI 0.584-1.528). Il tasso di risposte obiettive (RR) nel braccio CT e nel braccio B è risultato rispettivamente del 22% e del 20%, mentre il disease control rate (DCR, derivante dalla somma delle risposte obiettive e delle stabilità di malattia) è risultato del 67% nel braccio A vs. il 78% del braccio B.
I dati di sicurezza indicano che la prosecuzione di bevacizumab con la chemioterapia di seconda linea è fattibile, con un profilo di tossicità sovrapponibile a quello atteso dagli studi di seconda linea in pazienti non precedentemente pretrattati con l’anticorpo. In particolare, bevacizumab si associa a uno spettro di tossicità caratteristico, quali ipertensione arteriosa, proteinuria e sanguinamenti, che soltanto in una minoranza di pazienti (<5% dei casi) raggiungono però un grado di severità di rilievo.
In conclusione l'aggiunta di bevacizumab alla chemioterapia di seconda linea in pazienti con CRC metastatico, già trattati con bevacizumab assieme alla chemioterapia di prima linea, sembra comportare un vantaggio in termini di PFS.
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