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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02032020-163835


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DINI, FEDERICO
URN
etd-02032020-163835
Titolo
"Cyber Risk e Disruption del Sistema Finanziario"
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof.ssa Cappiello, Antonella
Parole chiave
  • gdpr
  • psd2
  • finance
  • cyber resilience
  • nis
  • open banking
  • fintech
  • insurtech
  • sistema finanziario
  • disruption
  • cyber risk
  • api
  • IoT
  • blockchain
Data inizio appello
24/02/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/02/2090
Riassunto
L’analisi proposta in questo elaborato si prefigge lo scopo di approfondire, cercando di delinearne tutti i principali aspetti, il nuovo scenario competitivo che si è venuto a creare negli ultimi anni, in seguito al processo di digitalizzazione che ha investito e tutt’ora continua ad investire ogni settore dell’Economia, al punto tale de essersi guadagnato l’appellativo di Industry 4.0.
Il processo di digitalizzazione in corso è andato ad impattare ogni settore dell’Economia, al punto tale da non avere precedenti nella storia recente, probabilmente proprio in questo periodo si stanno andando a ridefinire le dinamiche di un mercato che seguirà gli attuali trend di sviluppo da qua ai prossimi trent’anni.
Il termine “Disruptive innovation”, quanto di più calzante si possa usare per descrivere questo processo rivoluzionario, è stato creato dal Professore Clayton Christensen , ed è definito come l’effetto di una nuova tecnologia, o di un nuovo modo di operare su un modello di business, che porta a modificare completamente la logica fino a quel momento presente nel mercato, introducendo comportamenti e interazioni nuove e rivoluzionando quindi le logiche correnti. L’impatto di una innovazione di rottura è in qualche modo imprevedibile: puoi definirla “disruptive” solo dopo che ne hai visto riconoscere in modo diffuso il valore e portare reali cambiamenti nel modello in cui si è inserita .
Si può affermare con certezza che questi cambiamenti radicali siano già in atto nel Settore Finanziario, basti pensare al fermento che si è creato in seguito all’introduzione della Direttiva PSD2, la quale ha dato un’ulteriore spinta a un mercato già da qualche tempo florido, dinamico come quello dei pagamenti e dei servizi finanziari offerti, aprendo le porte a una serie di Newcomers, addirittura non necessariamente Istituti Bancari
Questa ondata di innovazione in tutti i campi deve però fare i conti con il sorgere di nuovi rischi, legati all’utilizzo di nuove tecnologie (quali ad esempio IoT , la Blockchain, Big Data) le quali andando definitivamente a rompere il confine tra lo spazio reale e il cyberspace, rendendo i dispositivi sempre più connessi tra loro e andando a creare una enorme mole di dati si portano con se anche criticità, tra le quali prima tra tutte il Cyber Risk.
Questa tipologia di rischio è passata negli ultimi anni dall’essere quasi sconosciuta o sottovalutata dalle aziende e dagli Istituti Finanziari, ad occupare le posizioni più alte del podio nella particolare classifica in merito alla sensibilità dei rischi.
Non essendo un rischio unico e ben definito può assumere diverse sfaccettature e proprio questo lo rende trasnazionale, ibrido e ancora più temuto e dannoso in termini economici. Esso può esser fatto rientrare tra i rischi operativi per gli aspetti riguardanti la prevenzione e per ciò che concerne la messa in sicurezza, mentre porta con se effetti terribilmente devastanti dal punto di vista economico in quanto può portare al blocco dell’operatività. Porta inoltre fortissime conseguenze anche dal punto di vista reputazionale, andando così ad impattare ancora di più dal punto di vista economico.
La preoccupazione crescente intorno a questo nuova fonte di rischio ha portato la stessa Comunità Europea a emanare tempestivamente Norme (quali la NIS, il GDPR, e il Cybersecurity Act), allo scopo di delineare un quadro dal punto di vista Regolamentare entro il quale i Paesi, e in particolare le imprese e le Società Finanziarie possano essere maggiormente tutelate.
Si può affermare con certezza che, non è possibile, ne tantomeno conveniente fermare questa ondata di progresso, innovazione tecnologica e digitalizzazione, infatti, la stessa comunità Europea, muovendosi prima degli altri paesi, ha aperto il mercato attraverso l’emanazione della nuova direttiva sui Pagamenti (PSD2) inizinad così un processo che si prefigge come obiettivo il raggiungimento del modello Open Banking.
Questo modello, infatti, ha portato un approccio propositivo all'innovazione attraverso l'elaborazione di leggi e normative ad-hoc al fine di creare condizioni eque di competizione e le circostanze necessarie per lo sviluppo dell'Open Banking .
Nello scenario che si è venuto a creare, sta alle stesse Società finanziarie ed Istituti Bancari saper sfruttare a proprio vantaggio questa situazione, cercando di non vedere la progressiva ed inarrestabile digitalizzazione come una possibile minaccia o rischio da affrontare con un approccio prevalentemente difensivo, bensì nel riuscire ad avere un atteggiamento resiliente e proattivo verso questa rivoluzione in atto.
Se viene affrontato il cambiamento nel verso giusto, ciò può sicuramente diventare un punto di forza da sfruttare al fine di esser competitivi sul mercato. Per far ciò oltre che dotarsi delle più innovative tecnologie è fondamentale anche puntare molto sul fattore capitale umano, e cioè avere all’interno della propria organizzazione personale altamente specializzato e formato in materia di tecnologie innovative, il quale oltre a garantire un buon posizionamento sul mercato da parte della stessa impresa, potrà affrontare in maniera più adeguata e magari riuscire a prevenire una forte esposizione per quanto riguarda il Cyber Risk.
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