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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02032015-223848


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
VIZZUSO, SARA
URN
etd-02032015-223848
Titolo
Gemcitabina e docetaxel nell’Osteosarcoma e nel Sarcoma di Ewing recidivanti dopo fallimento della terapia standard multimodale in pazienti pediatrici e giovani adulti: profili di efficacia e sicurezza.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Dott. Favre, Claudio
Parole chiave
  • Osteosarcoma
  • docetaxel
  • gemcitabina
  • sarcoma di Ewing
Data inizio appello
24/02/2015
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/02/2085
Riassunto
Riassunto analitico
Introduzione. L’osteosarcoma (OS) e il sarcoma di Ewing (SE) rappresentano rispettivamente il 20–25% e il 6–10% di tutti i tumori maligni primitivi dell’osso. Colpiscono prevalentemente i bambini e i giovani adulti; infatti, il 75% degli OS insorge nei pazienti di età inferiore ai 19 anni, mentre gli SE nel 90% dei casi colpiscono pazienti di età compresa tra i 5 e i 25 anni. Attualmente la sopravvivenza a lungo termine di entrambi i tumori è del 60–70% e una terapia integrata chirurgica, farmacologica e radioterapica è il corrente standard di cura. Il 30–40% dei tumori si rivela purtroppo refrattario o recidivante dopo la terapia standard multimodale. Al fine di migliorare la prognosi, negli ultimi anni sono stati testati molti farmaci attivi nel trattamento dei sarcomi, dei tessuti molli e dell’osso. Tra i nuovi regimi chemioterapici in studio va annoverata la combinazione di gemcitabina e docetaxel (GEMDOX). Un primo studio sull’utilizzo di GEMDOX in pazienti adulti affetti da leiomiosarcoma (prevalentemente uterini) ha fornito risultati promettenti, e la combinazione è stata in seguito studiata come terapia di seconda linea in altri sarcomi e nei pazienti pediatrici affetti da sarcomi dei tessuti molli e dell’osso (soprattutto OS e SE).
Scopi. Obiettivi dello studio sono stati: valutare l’efficacia e la tossicità della combinazione di gemcitabina e docetaxel come terapia non di prima linea in pazienti pediatrici e giovani adulti affetti da osteosarcoma e sarcoma di Ewing recidivati dopo fallimento della terapia standard multimodale e confrontare la casistica dell’Unità Operativa di Oncoematologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana alle più recenti casistiche disponibili in letteratura e confrontabili per trattamento.
Metodi. Nel presente studio retrospettivo la popolazione studiata era costituita da sei pazienti affetti da OS e da SE recidivati dopo fallimento della terapia standard multimodale e sottoposti a trattamento con GEMDOX presso l’Unità Operativa di Oncoematologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana nel quinquennio giugno 2009 – giugno 2014. I pazienti affetti da OS hanno ricevuto gemcitabina alla dose di 900 mg/m2 in infusione endovenosa di 90 minuti e docetaxel alla dose di 75 mg/m2 in infusione endovenosa di 60 minuti. I pazienti con tumori della famiglia del SE hanno ricevuto la gemcitabina alla dose di 1000 mg/m2 in infusione endovenosa di 90 minuti e docetaxel alla dose di 100 mg/m2 in infusione endovenosa di 60 minuti.
Risultati. I pazienti (che alla diagnosi avevano dagli 8 ai 23 anni) hanno ricevuto un totale di 43 cicli di chemioterapia (mediana 5 cicli, range 3–12 cicli). Due pazienti erano affetti da OS e quattro da SE. Al termine del trattamento con GEMDOX il tasso di risposta globale è stato del 50%. Non si sono avute risposte complete (CR) ma 3 risposte parziali (PR). La sopravvivenza libera da malattia (PFS) mediana è stata di 3 mesi (range interquartile 3–7 mesi) e la sopravvivenza globale (SG) mediana dopo il trattamento è stata di 10 mesi (range interquartile 6–24 mesi). Il trattamento con GEMDOX è stato complessivamente ben tollerato. La tossicità di grado 3 o 4 riscontrata è stata infrequente e prevalentemente ematologica: in particolare l’incidenza di anemia, leucopenia e piastrinopenia di grado 3 o 4 è stata rispettivamente del 2.3%, 23.2% e 7%.
Conclusioni. Il profilo di efficacia di GEMDOX riscontrato nel presente studio è media-mente superiore a quello delineato negli studi precedenti simili. Va notato tuttavia come la coorte studiata fosse piccola e comprendesse prevalentemente pazienti affetti da SE. La sopravvivenza libera da progressione rilevata nel presente studio è comparabile a quella dei lavori precedenti in letteratura. Anche la tollerabilità di GEMDOX nel presente lavoro è risultata generalmente sovrapponibile a quella dei precedenti studi. Si può concludere che la combinazione GEMDOX può essere inclusa nell’armamentario terapeutico dell’OS e del SE recidivanti o refrattari come una linea chemioterapica attiva. È necessario tuttavia sperimentare la combinazione GEMDOX in coorti di pazienti più numerose. GEMDOX si è inoltre dimostrato un regime chemioterapico caratterizzato da un basso profilo di tossicità in grado di consentire una buona qualità di vita.
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