Tesi etd-02032015-175507 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
TONINI, GIULIA
URN
etd-02032015-175507
Titolo
Relazione tra Ossitocina ed attaccamento romantico
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Dell'Osso, Liliana
correlatore Prof.ssa Marazziti, Donatella
correlatore Prof.ssa Marazziti, Donatella
Parole chiave
- ansia
- attaccamento
- attaccamento romantico
- comportamento sociale
- ossitocina
- questionario ECR
Data inizio appello
24/02/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
E’ noto da tempo che l’ossitocina gioca un ruolo chiave durante il parto, l’allattamento e le corrispondenti attività nell’ipotalamo, adenoipofisi e sistema nervoso autonomo. Negli ultimi anni, a queste funzioni “classiche”, si sono aggiunti numerosi dati che hanno evidenziato un suo spettro di azioni più ampie che riguardano principalmente la modulazione del cosiddetto comportamento sociale. In particolare, sembra che l’ossitocina sia uno dei mediatori principali dei meccanismi neurobiologici che sottendono ogni tipologia di attaccamento, da quello materno-infantile a quello tra due partner adulti.
Obiettivi: Dato che l’attaccamento romantico è uno dei prototipi delle relazioni sociali umane, scopo del presente studio è stato quello di valutare le possibili relazioni tra i livelli plasmatici di ossitocina e l’attaccamento romantico in un gruppo di soggetti sani.
Soggetti e Metodi: Sono stati inseriti nello studio quarantacinque soggetti fisicamente sani e con anamnesi negativa per disturbi psichiatrici, di cui dodici di sesso maschile e trentatré di sesso femminile, di età compresa tra i 31.5 +/- 6.2 anni, selezionati tra gli specializzandi della Clinica Psichiatrica dell’ospedale S.Chiara di Pisa. Tali soggetti hanno compilato il questionario “Experiences in Close Relationships” (ECR), per valutare l’attaccamento romantico. L’ECR permette di classificare ciascun partecipante secondo uno dei quattro stili di attaccamento romantico identificati, vale a dire “preoccupato”, “timoroso”, “distanziante” o “sicuro”.
Ai soggetti sono stati prelevati 20 cc di sangue, da cui si è ottenuto il plasma trattato con aprotinina e conservato a –70°C. Per l’estrazione del peptide ogni campione è stato acidificato con eguale quantità di soluzione A (1% acido trifluoracetico in H2O ) e poi centrifugato. Il sopranatante ottenuto è stato poi caricato su colonna cromatografica C18, al fine di ottenere un eluato contenente il peptide. Quest’ultimo è stato poi sottoposto a dosaggio radioimmunologico (RIA).
Risultati: I livelli plasmatici di ossitocina ottenuti erano compresi in un intervallo tra 0.13 e 4.59 pg/ml, senza differenze legate al sesso o tra soggetti che avevano o non avevano una relazione affettiva.
E’ stata osservata una correlazione significativa e positiva tra la scala “ansietà” dell’ ECR e i livelli plasmatici di ossitocina (r = 0.30, p = 0.045). Per quanto riguarda gli stili di attaccamento individuati, è stata osservata la tendenza a maggiori concentrazioni di ossitocina nel plasma dei soggetti “preoccupati”.
Conclusione: In accordo con la maggior parte dei dati attualmente disponibili, è possibile avanzare l’ipotesi che la relazione positiva tra i livelli di ossitocina e la scala “ansietà” dell’ ECR possa rappresentare un meccanismo compensatorio per favorire l’attaccamento verso un partner, ossia un estraneo che istintivamente genera timore e paura. L’ossitocina, quindi, modulando l’ansia e riducendola, promuoverebbe l’accettazione da parte dell’ individuo del rischio implicito nei legami sociali e, come tale, può essere considerata un elemento essenziale nell’assicurare il piacere ed i benefici insiti nell’incontro degli altri.
Obiettivi: Dato che l’attaccamento romantico è uno dei prototipi delle relazioni sociali umane, scopo del presente studio è stato quello di valutare le possibili relazioni tra i livelli plasmatici di ossitocina e l’attaccamento romantico in un gruppo di soggetti sani.
Soggetti e Metodi: Sono stati inseriti nello studio quarantacinque soggetti fisicamente sani e con anamnesi negativa per disturbi psichiatrici, di cui dodici di sesso maschile e trentatré di sesso femminile, di età compresa tra i 31.5 +/- 6.2 anni, selezionati tra gli specializzandi della Clinica Psichiatrica dell’ospedale S.Chiara di Pisa. Tali soggetti hanno compilato il questionario “Experiences in Close Relationships” (ECR), per valutare l’attaccamento romantico. L’ECR permette di classificare ciascun partecipante secondo uno dei quattro stili di attaccamento romantico identificati, vale a dire “preoccupato”, “timoroso”, “distanziante” o “sicuro”.
Ai soggetti sono stati prelevati 20 cc di sangue, da cui si è ottenuto il plasma trattato con aprotinina e conservato a –70°C. Per l’estrazione del peptide ogni campione è stato acidificato con eguale quantità di soluzione A (1% acido trifluoracetico in H2O ) e poi centrifugato. Il sopranatante ottenuto è stato poi caricato su colonna cromatografica C18, al fine di ottenere un eluato contenente il peptide. Quest’ultimo è stato poi sottoposto a dosaggio radioimmunologico (RIA).
Risultati: I livelli plasmatici di ossitocina ottenuti erano compresi in un intervallo tra 0.13 e 4.59 pg/ml, senza differenze legate al sesso o tra soggetti che avevano o non avevano una relazione affettiva.
E’ stata osservata una correlazione significativa e positiva tra la scala “ansietà” dell’ ECR e i livelli plasmatici di ossitocina (r = 0.30, p = 0.045). Per quanto riguarda gli stili di attaccamento individuati, è stata osservata la tendenza a maggiori concentrazioni di ossitocina nel plasma dei soggetti “preoccupati”.
Conclusione: In accordo con la maggior parte dei dati attualmente disponibili, è possibile avanzare l’ipotesi che la relazione positiva tra i livelli di ossitocina e la scala “ansietà” dell’ ECR possa rappresentare un meccanismo compensatorio per favorire l’attaccamento verso un partner, ossia un estraneo che istintivamente genera timore e paura. L’ossitocina, quindi, modulando l’ansia e riducendola, promuoverebbe l’accettazione da parte dell’ individuo del rischio implicito nei legami sociali e, come tale, può essere considerata un elemento essenziale nell’assicurare il piacere ed i benefici insiti nell’incontro degli altri.
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