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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02032011-111428


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
DOCCINI, VIOLA
URN
etd-02032011-111428
Titolo
L'array-CGH nella valutazione della Disabilità Intellettiva in Età Evolutiva
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Cioni, Giovanni
Parole chiave
  • Array-CGH
  • utilità diagnostica
  • tratti dismorfici
  • Disabilità Intellettiva
Data inizio appello
22/02/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/02/2051
Riassunto
Le anomalie genetiche ed i riarrangiamenti strutturali dei cromosomi sono considerati una delle cause più frequenti di Ritardo globale dello Sviluppo, soprattutto quando associato a malformazioni maggiori, anomalie minori multiple e tratti dismorfici. Fino a qualche anno fa, l’unica indagine laboratoristica per esaminare l’intero genoma era rappresentata dal Cariotipo, anche se ad alta risoluzione, che permette di identificare riarrangiamenti cromosomici di dimensioni superiori o uguali a 5-10 Mb. Lo sviluppo recente di tecnologie “genome profiling”, rappresentate principalmente dall’ array-CGH, ha consentito di rilevare la presenza e le caratteristiche (posizione, dimensione e coinvolgimento di geni noti) delle anomalie cromosomiche sbilanciate e dei riarrangiamenti submicroscopici che sfuggono al Cariotipo Standard in quanto di dimensioni inferiori al suo potere di risoluzione, perfino nei pazienti privi di elementi clinici o anamnestici indicativi.
In questa direzione, la presente tesi ha selezionato 308 bambini con diagnosi di Ritardo dello Sviluppo, Disabilità Intellettiva associati a cosiddette “anomalie minori” e/o malformazioni maggiori, ad eziologia ignota, al fine di rilevare l’utilità diagnostica dell’array-CGH. Il campione era composto da 198 maschi (63,7%) e 113 femmine (36,3%), di età compresa tra 5 mesi e 19 anni, scelti tra i pazienti afferiti all’IRCSS Stella Maris tra Maggio 2004 e Maggio 2010. Dopo un’accurata valutazione clinica, i pazienti ed i loro genitori sono stati sottoposti a prelievo ematico, inviato presso il laboratorio di Citogenetica e Genetica Molecolare dell’IRCCS “Mendel” di Roma e successivamente analizzato con metodiche di array-CGH a risoluzione variabile tra 1 Mb e 10 Kb. Compatibilmente con quanto atteso, la metodica che si è rivelata più sensibile ha una risoluzione di almeno 75 Kb, in quanto in grado di riconoscere alterazioni di dimensioni molto piccole. In accordo con la letteratura, sono state così individuate anomalie cromosomiche in circa il 20% dei pazienti studiati (61 su 308), in prevalenza maschi (43 vs 18). L’origine di tali alterazioni si è rivelata sia de novo (45%) che a segregazione familiare (45%). Abbiamo riconosciuto un numero di delezioni nettamente superiore al numero di duplicazioni (41 vs 22); queste ultime, oltre ad essere più rare e più difficilmente riconoscibili, esitano più frequentemente in un fenotipo clinico più lieve. Le anomalie rilevate hanno evidenziato un quadro sindromico noto (ad esempio: Invdup 15, Sindrome di Smith-Magenis, Neurofibromatosi 1) od una condizione clinica non precedentemente descritta. In conclusione, il nostro studio mostra la notevole utilità dell’array-CGH, ad una risoluzione di almeno 75 Kb, in casi clinici selezionati, al fine di raggiungere una diagnosi eziologica che possa consentire un counselling genetico mirato, un appropriato programma riabilitativo-terapeutico, ed un adeguato piano per la supervisione della salute in pazienti in precedenza classificati come Developmental Delay/Intellectual Disability idiopatici (DD/ID).
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