Tesi etd-02032010-194240 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
DE PAOLA, GAIA
URN
etd-02032010-194240
Titolo
Risultati del trattamento delle fratture del pilone tibiale con fissatore esterno
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Scaglione, Michelangelo
Parole chiave
- fissatore esterno
- fratture pilone tibiale
Data inizio appello
23/02/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/02/2050
Riassunto
Il trattamento delle fratture del pilone tibiale è tutt’oggi una sfida per molti chirurghi ortopedici sia per la difficoltà di trattamento che per le diverse classificazioni esistenti che a fronte di una maggior precisione sono sempre meno pratiche e veloci da utilizzare.
Questo tipo di frattura può verificarsi a causa di traumi a bassa o ad alta energia . Sempre più frequenti sono quelli ad alta energia che si verificano a seguito di incidenti stradali e che comportano ferite complesse, esposte, comminute e articolari e molte volte complicano il quadro di un paziente politraumatizzato.
Presso la Clinica Ortopedica dell’Università di Pisa sono stati seguiti dal gennaio 2001 al giugno 2009 ben 75 pazienti che sono stati trattati mediante l’applicazione di un fissatore esterno ibrido Hoffman-Tenxor della ditta Stryker previa riduzione e stabilizzazione del perone. Grazie ad un lungo follow-up, è stato possibile valutare non solo i vantaggi del fissatore rispetto alla tecnica ORIF ma abbiamo potuto mettere in luce i limiti di questa tecnica e analizzare i fallimenti che si sono presentati nell’arco di questi anni. Ogni paziente è stato valutato dal punto di vista clinico sia soggettivo che oggettivo e per ognuno sono stati valutati i reperti radiografici. Per una comparabilità con altri studi è stata utilizzata la scheda di valutazione di Tornetta PIII pubblicata sul Journal of Orthopaedic Trauma nel 1993 e solo un 9% dei pazienti in osservazione ha avuto un risultato scarso, ciascuno per motivazioni diverse.
I risultati ottenuti ci permettono di affermare che con le giuste indicazioni la fissazione esterna è un’ottima possibilità di trattamento ottenendo risultati soddisfacenti; mentre quando sono presenti controindicazioni o scarsa compliance del paziente è preferibile evitarla per non inciampare in fallimenti e complicanze.
Questo tipo di frattura può verificarsi a causa di traumi a bassa o ad alta energia . Sempre più frequenti sono quelli ad alta energia che si verificano a seguito di incidenti stradali e che comportano ferite complesse, esposte, comminute e articolari e molte volte complicano il quadro di un paziente politraumatizzato.
Presso la Clinica Ortopedica dell’Università di Pisa sono stati seguiti dal gennaio 2001 al giugno 2009 ben 75 pazienti che sono stati trattati mediante l’applicazione di un fissatore esterno ibrido Hoffman-Tenxor della ditta Stryker previa riduzione e stabilizzazione del perone. Grazie ad un lungo follow-up, è stato possibile valutare non solo i vantaggi del fissatore rispetto alla tecnica ORIF ma abbiamo potuto mettere in luce i limiti di questa tecnica e analizzare i fallimenti che si sono presentati nell’arco di questi anni. Ogni paziente è stato valutato dal punto di vista clinico sia soggettivo che oggettivo e per ognuno sono stati valutati i reperti radiografici. Per una comparabilità con altri studi è stata utilizzata la scheda di valutazione di Tornetta PIII pubblicata sul Journal of Orthopaedic Trauma nel 1993 e solo un 9% dei pazienti in osservazione ha avuto un risultato scarso, ciascuno per motivazioni diverse.
I risultati ottenuti ci permettono di affermare che con le giuste indicazioni la fissazione esterna è un’ottima possibilità di trattamento ottenendo risultati soddisfacenti; mentre quando sono presenti controindicazioni o scarsa compliance del paziente è preferibile evitarla per non inciampare in fallimenti e complicanze.
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