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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02032010-114120


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
RIGHI, MARIANNA
URN
etd-02032010-114120
Titolo
Ipoglicemia nel furetto - eziopatogenesi, diagnosi e terapia
Dipartimento
MEDICINA VETERINARIA
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof. Bizzeti, Marco
correlatore Dott. Salvadori, Marco
controrelatore Prof. Guidi, Grazia
Parole chiave
  • ipoglicemia
  • pancreas
  • glucosio
  • prednisone
  • furetto
Data inizio appello
05/03/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/03/2050
Riassunto
L’ipoglicemia è frequentemente riscontrabile tra le manifestazioni cliniche del furetto in seguito a svariate patologie. Di queste ultime, la principale risulta essere l’insulinoma, tumore del pancreas, che determina una produzione eccessiva d’insulina. La diagnosi presuntiva è basata sullo studio anamnestico, sui segni clinici neuroglucopenici e adrenergici e sulla misurazione della glicemia (valori < 60 mg/dL). La diagnosi definitiva può essere confermata solo con l’esame istopatologico dei noduli pancreatici tumorali, ottenuti mediante laparotomia. La terapia può essere medica o chirurgica. Tra i farmaci di scelta per la terapia medica elettivi sono il prednisone e il diazossido, che possono controllare i segni clinici causati dall’ipoglicemia, ma non fermare la progressione dell’insulinoma. La chirurgia è considerata il trattamento elettivo per questa patologia, pur non essendo sempre risolutiva in quanto si tratta di tumore potenzialmente metastatico e recidivo.
L'ipoglicemia nel furetto può insorgere in seguito a infezioni, ascessi, malattie epatiche, tossiemia gravidica, inanizione, insufficienza cardiaca, insufficienza renale cronica, policitemia grave, ipoadrenocorticismo e, tra le patologie più ricorrenti, in seguito a linfomi e patologie surrenaliche. Queste ultime meritano particolare attenzione in quanto presentano un andamento differente rispetto al cane nel quale si evidenzia iperglicemia da ipercortisolemia. Concludendo, appare dunque evidente come il metabolismo del glucosio delle specie considerate “non convenzionali” presenti sostanziali differenze con le specie “convenzionali”
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