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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02022023-102117


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PATRUCCO, DANIELA
URN
etd-02022023-102117
Titolo
ISRAELE E L’ARCHITETTURA DELL’OCCUPAZIONE DELLA PALESTINA: SPAZIO, POTERE, CONFLITTO
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
SCIENZE PER LA PACE: TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI E COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO
Relatori
relatore Prof.ssa Paone, Sonia
correlatore Prof. Marzano, Arturo
Parole chiave
  • Israele
  • Palestina
  • occupazione
  • politicidio
  • urbicidio
  • Israel
  • Palestine
  • occupation
  • politicide
  • urbicide
Data inizio appello
13/04/2023
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La progressiva occupazione della Palestina ha disvelato l’evoluzione del progetto sionista in uno Stato coloniale. La separazione fisica e legale delle due popolazioni, araba ed ebraica, ha determinato un regime di apartheid per il popolo palestinese nei Territori occupati nel 1967. Al pari di ciò che avviene negli Stati democratici, i dispositivi di pianificazione supportano gli obiettivi politici e strategici dei decisori e alimentano l’architettura dell’occupazione.

La trasformazione dello spazio fisico è volta ad acquisire territorio per gli ebrei israeliani attraverso la realizzazione di infrastrutture di segregazione e contenimento e la distruzione dello spazio costruito palestinese, con lo scopo di dissolvere il popolo palestinese, in quanto legittima entità, sul piano sociale, politico ed economico attraverso la sua parziale o totale rimozione dal territorio occupato nel 1967 ancora considerato terra d’Israele. La necessità di garantire la sicurezza degli ebrei israeliani giustifica la costruzione del muro di separazione e il permanere dei campi profughi in Palestina e negli Stati circostanti.

Israele ha relazioni diplomatiche con 157 Paesi e tutti gli accordi e i protocolli che ha firmato riguardano il settore militare e della sicurezza. Alcuni studiosi ritengono che sia in atto un processo di fascistizzazione di Israele e che la linea politica di distruzione del popolo palestinese porterà alla distruzione del tessuto sociale della società israeliana compromettendo le fondamenta morali dello Stato ebraico. Al contempo, come già in passato, le tecniche e le armi politiche e giuridiche tipiche della colonizzazione, determinano effetti boomerang sui meccanismi di potere in Occidente, sui suoi apparati e istituzioni.

The progressive occupation of Palestine revealed the evolution of the Zionist project into a colonial state. The physical and legal separation of the two populations, Arab and Jewish, brought about an apartheid regime for the Palestinian people in the territories occupied in 1967. Like what happens in democratic states, the planning mechanisms support the political and strategic objectives of the decision makers and fuel the architecture of the occupation.

The transformation of the physical space is aimed at acquiring territory for Israeli Jews through the construction of segregation and containment infrastructures and the destruction of the Palestinian built space, with the aim of dissolving the Palestinian people, as a legitimate entity, socially, politically and economically through its partial or total removal from the territory occupied in 1967 still considered the land of Israel. The need to ensure the safety of Israeli Jews justifies the construction of the separation wall and the persistence of refugee camps in Palestine and surrounding States.

Israel has diplomatic relations with 157 countries and all the agreements and protocols it has signed concern the military and security sector. Some scholars believe that a process of fascistisation of Israel is underway and that the political line of destruction of the Palestinian people will lead to the destruction of the Israeli society, compromising the moral foundations of the Jewish state. At the same time, as in the past, the techniques and the political and juridical weapons typical of colonization have boomerang effects on the mechanisms of power in the West, on its apparatuses and institutions.
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